“Fu il naufragio che aprì violentemente gli occhi del mondo intero sul dramma dei migranti nel Mediterraneo. La notte del 3 ottobre 2013 furono 386 le vittime accertate a causa del capovolgimento di  barcone, al largo di Lampedusa. Una tragedia sconvolgente”.

Così il sindaco di Belpasso, Daniele Motta, stamattina ha ricordato le vittime del mare, due delle quali furono accolte nel cimitero della cittadina etnea. “Un gesto di grande solidarietà e pietà, anche di coraggio – ha sottolineato il presidente della Comunità islamica in Sicilia, Kheit Abdelhafid, che ha partecipato alla cerimonia di commemorazione – perché non sono stati molti, né allora né successivamente, i comuni che hanno accolto le salme dei migranti”.

Quel giorno di 6 anni fa fu proprio Daniele Motta, a quel tempo assessore comunale della Giunta presieduta da Carlo Caputo, a far sì che i corpi di quegli sventurati potessero trovare una segna sepoltura, concretizzando la richiesta di Alfio Platania, attivista per la legalità, che ha ricordato che da sempre, Belpasso sia una comunità solidale e accogliente, sensibile e come sia importante l’unione tra popoli e religioni diverse Padre Francesco Abate ha letto un brano da Gli Atti degli apostoli, mentre l’imam ha recitato una preghiera per le vittime del mare.  Hanno partecipato alla cerimonia l’assessore Graziella Manitta, il presidente del Consiglio, Gaetano Campisi, i consiglieri Daniela Tomasello e Fiorella Valdalà, i componenti di alcune famiglie di siriani ospitate nella struttura per rifugiati di Belpasso.

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