Prospettive

Un tuffo nella storia con i Cavalieri del Santo sepolcro: Catania e Sant’Agata dal ‘500 ad oggi

di Laura Napoli

Nella chiesa di San Giuliano si è tenuta una conferenza dal titolo “La festa di sant’Agata e le trasformazioni della città di Catania dal Cinquecento ad oggi” del relatore  Ing. Salvatore Maria Calogero. L’incontro, inserito nel programma ufficiale dei festeggiamenti in onore della Santa Patrona, è stato  organizzato dalla  sez. di Catania  dell’OESSG. Presente Mons. Salvatore Gristina, il Comitato della Festa di S. Agata, autorità civili  e militari. Ha porto i saluti il Preside dell’ OESSG di Catania, il Dott. Sergio Sportelli.   

La conversazione dell’Ing. Salvatore Maria  Calogero sull’antico percorso  della ‘bara’ (o vara) di Sant’Agata a partire dal Cinquecento, ha riconsegnato all’uditorio anche l’emozionante evocazione  degli antichi nomi di chiese, bastioni , vie  e porte di Catania.

È del 1641 la prima descrizione dettagliata della processione del 4 febbraio  a cura di Pietro Carrera  che ritrae  la Vara  mentre “s’avvia per Porta dei Canali ” (area  dell’attuale Pescheria-fontana dell’Amenano) detta così perché il fiume Amenano, prima che venisse sotterrato dall’eruzione  del 1669 sfociava in mare attraverso  molti canali. La storia del giro “trionfale ” del busto reliquiario di sant’Agata  su una vara in legno ebbe inizio nel medioevo (1377); trattasi dell’ giro per le vie esterne della Città ( oggi  come da programma del 4 febbraio).

Prima della ricostruzione della città in seguito al terremoto del 1693, il fercolo non poteva essere trasportato  per le tortuose strade interne di Catania che erano molto strette, in seguito “la via Plebiscito diede la misura alle strade nuove”, ha sottolineato il relatore. L’ing. Calogero ha mostrato la forza della tradizione di una festa  che nel tempo  ha influito sull’assetto urbanistico soprattutto al momento della grande ricostruzione post- terremoto.

La prima descrizione del Cerimoniale  relativo alla festa del 5 febbraio è del 1754 ma non comprende ancora  alcun ‘giro’ per le strade;  a quella data le reliquie non venivano portate fuori neanche   per l’ottava, ma soltanto esposte alla venerazione del popolo 5 il febbraio. Il primo anno in cui si fece “il giro in due giorni”, come recita la Cronaca di Benedetto Cristadoro, fu il 5 febbraio del 1846, ma si stabilì che il giorno sarebbe potuto cambiare ” in base alle avverse  condizioni metereologiche “.

È stato ricordato che con il Card. Giuseppe Benedetto Dusmet, arcivescovo di Catania, la festa di sant’Agata assunse connotati di sobrietà e più fortemente legati  alla devozione autentica, al rispetto della semplicità del sentimento religioso popolare. Durante l’incontro un pensiero è andato anche a Mons. Gaetano Zito grande studioso della festa di sant’Agata, per la quale si batteva, anche in seno ai dibattiti organizzativi cittadini, affinché si recuperassero le ragioni di una devozione meno formale e gridata,  e più  sostanziale. Le fonti storiche a cui ha attinto  Salvatore M. Calogero raccolte nel suo libro dal quale ha tratto la conferenza, riportano indietro nel tempo, quando i protocolli e le consuetudini della festa religiosa di sant’Agata non subivano il potere o l’influsso delle cristallizzazioni.

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