Prospettive

Madonna della Neve sull’Etna, appuntamento di preghiera per fedeli e appassionati della montagna

di Vincenzo Caruso

L’appuntamento per la festa della Madonna della Neve, a quota 1920 sull’Etna, è per il 5 agosto, giorno della Dedicazione della Basilica patriarcale di Santa Maria Maggiore a Roma.
A Nicolosi, e precisamente nell’altarino votivo accanto alla ex Casa Cantoniera e al Rifugio Sapienza, la festa è ormai un atteso e significativo appuntamento che di anno in anno coinvolge un numero sempre più numeroso di fedeli e turisti.

La celebrazione eucaristica è il punto centrale della festività liturgica mariana sull’Etna e come consuetudine da alcuni anni sarà celebrata da mons. Barbaro Scionti, parroco della Cattedrale di Catania, alle ore 11:00. Quest’anno la festa è inserita nell’Anno speciale 2020-2021 indetto da papa Francesco “Più forza alla cura del creato”, in chiaro riferimento alla sua Enciclica “Laudato si’ ” sul tema della cura della casa comune e della necessità di un impegno comune e condiviso nella salvaguardia del creato.

Sappiamo che l’attuale tempietto è stato costruito nel 2007, in sostituzione di quello realizzato nel 1945 per volontà  dell’allora presidente della GIAC (Gioventù Italiana Azione Cattolica) della diocesi di Catania, Nicolò Cavallaro, per ricordare i caduti dell’associazione nella guerra appena finita; e che  l’altarino costudisce una bella statua della Madonna della Neve realizzata nel 1989 dallo scultore Tullio Aceto. L’organizzazione della festa, negli anni, è sempre stata curata dagli ex dirigenti della GIAC catanese con il coinvolgimento del CAI e di numerosi enti di volontariato ed ecclesiali e del Comune di Nicolosi.

Numerosi sono i gemellaggi de “La Madonna sulle Montagne” che hanno unito  la “nostra” Madonna della Neve, sull’Etna, con quella del Passo Stelvio (mt 2758), con “la Madonna delle Vette” di Passo Gavio (mt 2621), con la Madonna di Piano Battaglia nelle Madonie (mt 1572) e con la Madonna delle Tre Fontane di Trafoi (BZ) (mt 1602): come una rete per unire i cuori e le mani in “atteggiamenti costruttivi per la cura del Creato”.

Exit mobile version