Prospettive

Assisi, XXVIII Convegno Nazionale dei diaconi permanenti: La sinodalità come stile diaconale

del Diac. Sebastiano Mangano

Il 3 agosto scorso si è aperto ad Assisi il “XXVIII Convegno Nazionale dei diaconi permanenti”, promosso dalla Comunità del diaconato in Italia, guidata con amore e dedizione dal suo presidente, il Diac. Enzo Petrolino della diocesi di Reggio Calabria, che nell’elezione degli organi statutari del 6 agosto scorso è stato riconfermato nel prestigioso incarico insieme al Consiglio e agli organi istituzionali.

Nel Convegno, che si è tenuto nel cuore di Assisi, presso i locali della Cittadella, sede della Pro Civitate Christiana, hanno partecipato 210 diaconi di cui tanti accompagnati dalle mogli, alcuni delegati diocesani provenienti da 13 Regioni ecclesiastiche e rappresentanti di 43 Diocesi, tra cui la Diocesi Catania che, per desiderio dell’Arcivescovo Mons. Luigi Renna, è stata presente al Convegno di Assisi il quale, dopo la sosta forzata per l’epidemia del Covid, ha consentito ai partecipanti di riflettere sul tema di estrema attualità: “La Sinodalità come stile diaconale: Diaconi sulla strada a servizio della missione della Chiesa”.

Il tema del Convegno ha tenuto conto del percorso sinodale che è stato avviato da Papa Francesco che, attraverso il Segretario di Stato Card. Pietro Parolin, ha inviato la sua benedizione e il suo sostegno nel cammino sinodale dei diaconi nella Chiesa universale e nella nostra Chiesa italiana. Anche il saluto e il messaggio online del Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, ha evidenziato come il diacono debba essere esperto di umanità senza perdersi nel clericalismo e nel carrierismo che immobilizzano un servizio nato per essere dinamico. La coppia diaconale (perché si parla essenzialmente di diaconi sposati) è chiamata a questa meravigliosa missione con umiltà e fortezza, mai a briglie sciolte, ma in comunione con la realtà diocesana e parrocchiale in cui opera. Questo cammino ci condurrà nel 2023 alla celebrazione del Sinodo dei vescovi: Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione.

Il Convegno è iniziato con il saluto di benvenuto del diac. Enzo Petrolino Presidente della Comunità diaconato in Italia e seguito dal saluto e dalla benedizione del Vescovo di Assisi Mons. Domenico Sorrentino, assente per motivi di salute, portata dal Vicario Generale Don Jean Claude Hazoumè Kossi Anani.

Il Convegno si è aperto dopo la celebrazione iniziale presieduta da Mons. Luis Marin De San Martin, Sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, che subito dopo ha tenuto la prolusione sul tema fondante del Sinodo del 2023, “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”. Mons. Luis Marin De San Martin ha invitato noi diaconi a far germogliare un modo più coerente e autentico di essere Chiesa, che vuol dire suscitare partecipazione, far fiorire corresponsabilità, discernere il tempo, guarire le ferite, intrecciare relazioni, risuscitare dal male, imparare ad amare questo mondo e agire con creatività.

Le tante testimonianze hanno portato commozione e suscitato un senso di vivo ringraziamento per chi ci ha fatto vedere una Chiesa che opera spesso nel nascondimento e nel silenzio, ma bella, attenta alla storia di chi incontra, di chi lancia un “urlo”, di chi è in carcere, di chi grida dignità… quel che serve per far scattare interrogativi e desideri, preghiera e movimento, azioni e contemplazioni, elementi mai da disgiungere.

Il tema generale del Sinodo, che è stato articolato e relazionato al ministero diaconale, è stato declinato in cinque numeri:

Inoltre, è stato avviato anche un cammino di rilancio della Comunità con la costituzione di quattro Gruppi di lavoro:

Sono stati organizzati, inoltre, due Webinar da Don Calogero Cerami, Direttore del Centro Regionale della Sicilia “Madre del Buon Pastore e Consigliere Nazionale della nostra Associazione, su La leadership diaconale per una Chiesa locale sinodale, sul tema: La Sinodalità come stile diaconale. La scelta del sottotitolo del Convegno: Diaconi sulla strada a servizio della missione della Chiesa, mette in luce una caratteristica, uno stile, che i diaconi sempre di più devono fare propria nel loro ministero: essere sulla strada. Essi sono chiamati ad avere parte attiva nell’evangelizzazione e nel “cammino sinodale” perché portano la propria esperienza di «ministri della soglia» in quanto sacramentalmente appartenenti al clero e sociologicamente al mondo laico, dove quotidianamente operano tra laici, soprattutto negli ambienti di lavoro, come persone di frontiera.

Il diacono, con l’animo di persona consacrata al Signore, sempre e totalmente dedito alla sua missione, porta dentro la Chiesa lo spirito e i problemi del vissuto di tutti gli uomini e le donne. Per la propria funzione di mediazione di “ministri della soglia” e per il modo di condurre la propria vita quotidiana, i diaconi, mettendosi in ascolto mettono a disposizione le proprie esperienze nel mondo del lavoro, nella famiglia, nell’educazione familiare e della scuola, nel tempo libero, nell’economia… con cuore di apostolo, unendo passione pastorale, competenza e professionalità.

Il ritrovarsi insieme fra diocesi diverse è stata una occasione che ha portato tanta ricchezza e soprattutto gratitudine. Nel tempo che ben conosciamo e stiamo vivendo si evidenziano troppo spesso negatività e fatiche ma è stato messo in risalto la bellezza di una Chiesa che, con i piedi per terra, è sempre più chiamata a leggere i segni dei tempi, senza lasciarsi prendere dall’avvilimento, dallo scoraggiamento e che cerca la strada per dare nuovo significato al servizio. Il servizio diaconale e coniugale sa intercettare gli sguardi e soprattutto sa ascoltare in profondità, elemento fondamentale della sinodalità che è dare parola e camminare insieme.

I diaconi devono far propria l’esperienza del diacono Filippo. Questo è stato il tema della lectio proposta alle Lodi da Don Claudio Baima Rughet, Delegato della diocesi Torino: La strada di Gaza: Filippo e l’eunuco di Candace (At 8,26-40). Le parole del Signore pronunciate per bocca dell’angelo – Alzati e va’ sulla strada – sono rivolte particolarmente a tutti noi diaconi. Per il diacono, infatti, deve diventare una risposta naturale ubbidire all’ordine di andare sulla strada, lui che in un certo modo sulla strada c’è di già. Bisogna correre avanti sino a raggiungere l’uomo nella sua situazione e, camminandogli accanto, offrirgli l’occasione di invitarti a salire. È significativa la scena di Filippo che sale sul carro dell’Etiope e ascolta le sue domande e risponde agli interrogativi. Ecco, per vivere intensamente la diaconia della speranza sul territorio, bisogna “alzarsi” e “andare sulla strada” anche quando la strada sembra deserta; bisogna “correre avanti” sino a raggiungere l’uomo, camminare accanto a lui, ascoltarlo e parlare con lui. C’è anche La strada di Emmaus: dalla fuga al ritorno. La lectio su Luca 24,13-35 è stata tenuta da Paola Dall’Olio, sposa del diacono Mario Gerboni della diocesi di Parma. Ma c’è pure La strada di Gerico: i quattro passi del Samaritano. La lectio su Lc 10,25-37 è stata tenuta da Giorgio Agagliati, diacono della diocesi di Torino.

La riflessione biblica di giovedì è stata tenuta dalla prof.ssa Emanuela Buccioni, biblista della diocesi di Terni, del Coordinamento teologhe italiane (CTI) sul tema Il fondamento biblico della sinodalità. La relatrice ha fatto rilevare che la sinodalità ha il suo fondamento nella Bibbia, che ci ha raggiunto, per iniziativa di Dio, attraverso la formazione dei suoi Libri: «Perché porzione del Signore è il suo popolo, Giacobbe è sua eredità» (Dt 32,9). La sinodalità non è solo un gruppo che cammina verso la meta, ma una comunità che cerca la via del cammino.

I lavori sono proseguiti attraverso tre sessioni moderate da tre diaconi che hanno avuto come incipit la diaconia: Diaconia e sinodalità, Diaconia e fragilità, Diaconia e diaconato. Sono seguite poi esperienze e testimonianze, tra le quali quella di Roberto Josè Dos Santos diacono di Rio de Janeiro tra le favelas della grande metropoli brasiliana e del diacono di Cagliari Pino Siddi, sulla pastorale carceraria.

Come avviene ormai da anni, il Convegno si è tenuto in collaborazione con la Caritas italiana. È stato presente, infatti il suo direttore nazionale, don Marco Pagniello che ha tenuto una relazione sul tema: Dal conflitto alla pace: sulla strada della dignità di ogni persona. In questo contesto ha portato la sua testimonianza una giovane iconografa ucraina di Leopoli, Solomiao Kazanivska, alla quale il presidente Petrolino aveva chiesto, prima del disastroso evento bellico russo-ucraino, l’autorizzazione per pubblicare una sua icona per il libro Quale diaconia? Riforma o conversione del ministero diaconale, edito dalla LEV.

Il vicedirettore della Caritas italiana, dott. Paolo Beccegato, ha presentato il progetto Libano/Brasile che la Comunità ha avviato attraverso la presenza in quei territori di alcuni diaconi che fanno parte del Consiglio per promuovere il diaconato e per sostenere concretamente quelle realtà che oggi sono le periferie geografiche ed esistenziali del mondo.

Grande aspettativa avevamo posto nei laboratori di sinodalità e tale è stata: Dalle esperienze alla prassi. Cammini di sinodalità e di rilancio esperienziale: Gruppo spose/coppie: La sinodalità nell’esperienza della coppia diaconale Gruppo delegati: Tra verifica e progettualità Gruppo diaconi: referenti territoriali.

La sig.ra Marie Maincent del Centro internazionale del diaconato (CID) di Parigi, ha presentato il progetto internazionale Rete delle spose. Questa e altre iniziative, che meritano un’attenzione particolare, mi propongo di approfondirle appena saranno pubblicati gli Atti del Convegno.

La diaconia è l’habitat naturale del nostro esserci come diaconi in senso sinodale. La diaconia del ministero dei diaconi opera in un ambiente molto ampio che parte da quella che potremmo indicare come operatività di sinodalità locale; da questa operatività di comunione locale si arriva a una operatività di comunione interlocale fino a diventare internazionale, interculturale, dialogica, politica, diventa tutto quello che costituisce l’orizzonte dei diaconi. La forza testimoniale è interamente affidata non alle parole ma alla testimonianza delle nostre vite e delle nostre comunità.

Abbiamo ascoltato esperienze e testimonianze: Esperienze sinodali che provenivano dai diaconi di Napoli, Ferrara e Milano e Testimonianze come quella di don Maurizio Mirilli della “Casa della gioia” – Parrocchia del SS. Sacramento a Tor de’ Schiavi, Roma; di don Fabio Lorenzetti – Opera don Guanella, Roma.

A rappresentare l’episcopato umbro è stato Mons. Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Presidente della Conferenza Episcopale Regionale, che ha presieduto l’Eucaristia di giovedì 4 agosto. La solenne concelebrazione Eucaristica di venerdì 5 alle ore 19 nella Basilica Superiore di San Francesco, presieduta da Don Marco Pagniello, è stato il momento culminante del Convegno.

La mattinata di sabato 6 è stata segnata dalla relazione su Sinodalità e diaconia di Mons. Ennio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Carpi e Vice Presidente della CEI, che dopo ha presieduto la concelebrazione Eucaristica a chiusura del Convegno, ed ha sottolineato che “siamo una Chiesa che è ancora organizzata come una carovana piuttosto che come tanti pellegrini portano con sé un agile zaino…”.

Mi auguro che quanto è emerso da questo Convegno possa aiutare a delineare il profilo del diacono sinodale perché è necessario che i primi ad essere sinodali nella sensibilità, nello stile, nella mentalità, siano i ministri ordinati insieme a tutto il popolo di Dio. Ascoltare, parlare, servire sono i tre verbi che insieme tratteggiano il volto di un ministero diaconale rinnovato. E poi, ritrovarsi a riflettere e a condividere con i diaconi di altre diocesi italiane e di altre parti del mondo è sempre un valore aggiunto che apre la mente che fa respirare a pieni polmoni tutte le meraviglie che a volte neppure si vedono. Non si tratta quindi di ripetere frasi o, talvolta, slogan, ma ascoltare sinodalmente, parlare sinodalmente, servire sinodalmente. I tre verbi insieme tratteggiano il volto di un ministero diaconale sinodale; quando accadono insieme dicono la coerenza di un diaconato sinodale, quando, invece ne manca anche uno solo, tutto il discorso sullo stile sinodale dei diaconi viene svuotato e diventa una contro-testimonianza.

La sintesi dei laboratori, in cui è stata importante l’esperienza dei diaconi e delle coppie diaconali, che mi riservo di trattare appena saranno pubblicati gli Atti del Convegno, è stata presentata magistralmente da Don Calogero Cerami. Questo Convegno, oltre che un momento importante per la vita della Comunità del Diaconato in Italia, può diventare una occasione propizia di rilancio del ministero diaconale in tutte le Diocesi d’Italia.

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