Prospettive

Cantiere Parrocchia: Giornata di fraternità in stile sinodale a Gibilmanna e Cefalù

di Alessandro Licciardello e Angela Sara Puglisi

La comunità ecclesiale viagrandese – che comprende le tre parrocchie della chiesa madre, S. Caterina e S. Biagio – ha vissuto domenica scorsa un momento molto forte di vita comunitaria e di verifica su quanto proposto dal cammino sinodale che la chiesa sta vivendo.

Il parroco, don Giuseppe Guliti, sulla scia che accomuna il cammino ecclesiale intrapreso da alcuni anni dalle tre parrocchie, ha voluto significare la giornata alla stregua di un cantiere che con gradualità si approssima alla carità vicendevole; lo ha intitolato Cantiere Parrocchia scegliendo il suggestivo Santuario diocesano di Gibilmanna come scenario di questa meravigliosa esperienza.

La riposta dei fedeli è andata oltre ogni aspettativa: quattro pullman e diverse macchine a seguito per un totale di circa 220 partecipanti che con grande entusiasmo e spirito di comunione si sono lasciati coinvolgere nelle attività di condivisione fraterna con momenti di preghiera, canti e bans partecipati con grande entusiasmo.

Arrivati di buon mattino al santuario tutto il gruppo si è sistemato presso la sala conferenze del convento dei frati cappuccini per poi subito dopo, attraverso la guida di Padre Giuseppe Guliti, essere stati introdotti a quelle riflessioni che vertevano sul significato e sull’idea che grandi e piccoli hanno di Chiesa e di Parrocchia.

L’attività svolta, è stata propedeutica al lancio dei cosiddetti Cantieri di Betania, che attraverso il lavoro di gruppo ha aiutato i singoli ad interrogarsi e ad esprimere più nel dettaglio la propria opinione circa i temi proposti. L’obiettivo comune di tali gruppi era quello di proporsi attraverso cinque domande su tematiche varie quali, il rapporto che ognuno di noi ha con l’accoglienza del diverso; il modo con cui consapevolmente viviamo la nostra fede a contatto cn “l’altro e gli altri” in famiglia, nel proprio posto di lavoro, nello studio, nel tempo libero; il significato di “accoglienza” nelle nostre chiese e come i giovani della parrocchia si sentano parte in causa e responsabilizzati dalle attività svolte all’interno dei gruppi di cui fanno parte.

Al termine dei “Cantieri di Betania” la comunità si è riunita presso il Santuario per partecipare insieme all’emozionante messa celebrata da          Don G. Guliti, animata dai canti proposti dai due cori parrocchiali (Corale Santa Cecilia e Piccolo Coro Santa Maria dell’Idria) e dall’Oratorio Don Bosco.

La giornata è proseguita con momenti di comunione fraterna quali: la condivisione comunitaria del pranzo realizzando quell’agape fraterna che è propria della “comunità in cammino”; non sono mancati i momenti di svago che hanno reso ancora più dinamica questa bella giornata: alcuni giochi mirati a fare gruppo (bans e partita di calcio per grandi e piccini) per poi avviarci, con la successiva partenza, verso il centro il Cefalù.

La visita al centro è stata particolarmente apprezzata ed animata dal grande entusiasmo che accompagna da più di un anno i giovani dell’Oratorio Don Bosco. Attraverso il loro spirito di iniziativa hanno trasmesso a tutta la comunità la gioia che solo lo stare insieme può dare, perché, come affermava lo stesso Don Bosco, “La santità consiste nello stare sempre allegri”.

 Il parroco ha guidato tutti tra le caratteristiche viuzze della città, permettendo di ammirare il fascino dell’antico lavatoio pubblico, del lungo mare e non ultimo per importanza il grande duomo normanno di Cefalù (in quest’ultimo è presente uno dei mosaici raffiguranti il Cristo Pantocratore e un importante paliotto d’argento del XVIII secolo conservato nella cappella dedicata al SS. Sacramento).

Nonostante le avverse condizioni meteo la comunità ha dimostrato grande spirito di partecipazione a tutte le attività proposte e non si è tirata indietro nemmeno quando sono arrivate le prime gocce d’acqua. Felici e vogliosi di una nuova e futura giornata di fraternità, la Comunità Ecclesiale di Viagrande torna in paese arricchita da un’esperienza che sicuramente si porterà sempre cara nel cuore.

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