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Nuove ordinazioni a Catania: Don Alfio Caruso e don Sebastiano Scamporrino sono ora sacerdoti

Nuovi sacerdoti al servizio dell’Arcidiocesi di Catania. La cerimonia di ordinazione, presieduta da SE Monsignor Luigi Renna in Cattedrale, si è svolta il 7 ottobre per Don Alfio Caruso della comunità “Maria SS. Assunta” di Adrano e Don Sebastiano Scamporrino della comunità parrocchiale “S. Agata al Borgo” di Catania. Ordinati presbiteri per imposizione delle mani dell’Arcivescovo.

Il rettore del seminario, padre Salvo Cubito, ha presentato come da tradizione i nuovi sacerdoti all’Arcivescovo. Dopo aver elencato le loro esperienze, padre Cubito ha affermato che «entrambi sono degni della vita sacerdotale».

Don Sebastiano Scamporrino, giovane seminarista di 28 anni, originario della diocesi di Comiso, ha scelto di completare il suo percorso formativo a Catania e di essere incardinato nella Diocesi etnea.

Don Alfio Caruso ha deciso di continuare a servire la Chiesa come presbitero, dopo aver operato al suo interno per 23 anni come diacono permanente. Padre di quattro figli, don Alfio ha maturato tale scelta dopo la prematura scomparsa della moglie, Rita Monachino, nel 2019. Uno dei suoi figli, Daniele, ha deciso peraltro di intraprendere il proprio percorso vocazionale nel Seminario “Redemptoris Mater” a Roma, per diventare sacerdote nel contesto del cammino Neocatecumenale.

«Cari Alfredo e Sebastiano – ha sottolineato il vescovo durante l’omelia – venite ordinati presbiteri nella memoria mariana della Beata Vergine del Rosario. Voi siete arrivati a quest’oggi attraverso strade diverse, e sotto certi aspetti imprevedibili: tu Sebastiano da un’altra diocesi, attraverso un lungo cammino; tu Alfredo dal mistero grande del sacramento del matrimonio, dall’esperienza della genitorialità e da quella dolorosa della vedovanza; e siete stati condotti a quieti pascoli dal Buon pastore. Quando si ha a cuore una comunione sostanziale, scevra da apparenze ed ipocrisia; quando si vive il servizio al popolo di Dio lasciandoci guidare dall’obbedienza; quando quel “per tutta la vita” non ci fa guardare l’orologio, ma ci fa spendere in ogni giorno, come umili servi, allora i frutti del Regno di Dio verranno, anche se ci sembrerà di lavorare invano».

Nel corso della cerimonia, l’Arcivescovo ha rivolto parole significative agli ordinandi, sottolineando l’importanza del loro impegno nella vita religiosa e nel servizio alla comunità. La cattedrale era gremita di sacerdoti, diaconi, familiari ed amici, tutti uniti nella celebrazione di questa importante occasione. Durante la liturgia, sono stati numerosissimi i membri del clero che hanno partecipato attivamente, imponendo le mani secondo il tradizionale rito dell’ordinazione presbiterale.

«Con quel “sì lo voglio” – ha poi concluso il Vescovo – voi esprimerete un atto di adesione e di obbedienza che ha il sapore dell’Eccomi di Maria, profondo, vero, leale, per sempre; non affatto formale e superficiale. Senza questa adesione profonda del cuore a tutto ciò che richiede la comunione e la missione della Chiesa, la nostra volontà è minacciata dall’autosufficienza, da quella che i padri del deserto chiamavano la philautia, l’amore di sé e delle rivendicazioni dell’io, spaventato dalla prospettiva di vivere e morire per Cristo».

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