Prospettive

Velo di Sant’Agata all’oratorio “Giovanni Paolo II” di Librino, tra fede e impegno contro la mafia

Emy Taschetta

“Fratelli, è giunto il tempo di decidere se stare con Sant’Agata e Padre Pino Puglisi o con la mafia che uccide. Non si possono tenere due piedi in una scarpa perché chi lo fa commette un sacrilegio. E’ giunto il tempo di scegliere!” Così esordisce l’Arcivescovo dopo aver condotto il Velo Reliquiario di Sant’Agata all’Oratorio “San Giovanni Paolo II” di Librino.

Accolto festosamente dalle suore Salesiane, dai numerosi ragazzi dell’oratorio e dalle confraternite presenti, Mons. Renna ricorda l’importanza della preghiera e del dovere degli adulti di aiutare con tutte le forze i nostri giovani a costruire un futuro migliore. Sull’esempio non soltanto della Martire Agata, ma anche di numerosi martiri siciliani, come Padre Pino Puglisi, di cui si commemorano quest’anno i 30 anni dall’uccisione ad opera della mafia di Brancaccio. E d’altro canto ci si chiede come mai il vescovo abbia portato il velo agatino proprio a Librino… E’ notorio infatti che questo velo miracoloso viene portato in processione solo quando grandi pericoli affliggono una popolazione. Non sarà che Librino è diventata un novello Brancaccio e a pagarne il prezzo più alto sono i giovani? La chiesa si impegna molto per aiutarli, ma chi più della Patrona può toccare loro il cuore per tenerli lontani dalla “mondanità”, intesa nella sua accezione peggiore.

Sant’Agata fu fanciulla pura e forte nella fede, tanto da aver resistito anche alle tentazioni della corrotta Afrodisia. Così sono le donne che amano il Signore: forti e incorruttibili. Del resto l’oratorio salesiano fu un’idea tutta femminile, fortemente voluta dalle suore salesiane di via Caronda. Portato avanti per anni con coraggio e tante difficoltà, dal 2005 è una realtà stabile nel quartiere di Librino, dove non soltanto ha aiutato generazioni di ragazzi a crescere nella fede, ma ha promosso nei giovani il valore dello studio e dei mestieri come fondamento di una società sana, così come insegnato da San Giovanni Bosco.

Fondato da suor Lucia Siracusa, questo oratorio cominciò a lavorare quasi in strada servendosi dei locali di parrocchie e scuole, per poi trovare una sede definitiva ormai da quasi 20 anni. La sua attuale direttrice, suor Ausilia Mendola, sr Renata Soldati – memoria storica di questo oratorio – e sr Ermelinda Ardita vivono lì stabilmente e dedicano tutte le loro giornate a numerosi bambini di tutte le età aiutandoli nello studio, nel gioco e nell’apprendimento dei mestieri, senza dimenticare il catechismo. Ormai generazioni di ragazzi si sono formati lì dentro, e alcuni di essi hanno spiccato il volo completando gli studi e addirittura donando la loro opera a servizio dei nuovi giovani. Ma di questo vi racconteremo un’altra volta.

All’evento di domenica 7 gennaio hanno partecipato anche la Caritas Diocesana, gli Amici del Rosario, la Milizia dell’Immacolata, i boy scouts di diverse parrocchie e numerose altre confraternite e associazioni laicali. Tutti uniti per portare il miracolo agatino della fede e della speranza in questo quartiere meno fortunato.

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