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Dopo Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio, lo Spirito Santo prepara un’altra sorpresa

di Carlo Anastasio

Chissà se anche lo Spirito Santo fa il pane con la farina che ha. Se è così, forse era già buona la materia prima, negli ultimi quasi cinquant’anni, dato che abbiamo avuto uno dopo l’altro papi della qualità di Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio, molto diversi tra loro e ciascuno con i suoi difetti, ma soprattutto ciascuno dotato di speciale carisma. E ciascuno, alla fine del proprio tempo, autore di una scelta eccezionale: Giovanni Paolo con l’eroismo della malattia, Benedetto con l’eroismo speculare e opposto della rinuncia, Francesco con la ferrea determinazione di pastore, seppure morente, tra il gregge.

Anche i nomi assunti dai due pontefici della singolare coabitazione in Vaticano, Benedetto e Francesco, il papa emerito e quello in carica, sembrano aver avuto un senso speciale, un’indicazione profetica. Caduto l’Impero romano d’Occidente, in anni turbolenti, Benedetto da Norcia con i suoi monasteri e la Regola costruì una struttura solida per il cattolicesimo, e sette secoli dopo, a fronte della «Chiesa in rovina», Francesco d’Assisi obbedì alla vocazione di ripararla.

In ogni caso è un mistero il percorso che conduce il pescatore Simone a diventare Pietro, a dubitare sulle acque, a rinnegare il Signore, eppure a essere ugualmente la pietra su cui poggia la Chiesa. Ed è sempre un mistero, di volta in volta, il come e il perché un certo uomo diventa il successore di Pietro. Ora, non sappiamo se il prossimo papa avrà la stessa qualità di quei precedenti: potrebbe essere migliore, o peggiore. Ma avremo comunque il papa giusto nel momento giusto, piccolo o grande uomo che sia, o semplicemente normale, secondo il disegno divino che per tutti noi è inconoscibile; mentre invece non è affatto all’altezza del soglio pontificio, anzi è una distorsione del suo significato, il gran discutere di questi giorni sui presunti schieramenti dei cardinali elettori e sul possibile, o addirittura auspicabile, esito del nuovo conclave.

Abbondano in particolare le letture politiche: si discrimina fra porporati conservatori e progressisti, si figurano manovre dietro le quinte, si misurano consistenze di fazioni e correnti, si calcolano voti di papabili. Poco manca che qualche opinionista-prezzemolo dei talk show (quegli ospiti onnipresenti, competenti su nulla e pronti a discettare di tutto) si sbilanci a descrivere un Paraclito di destra o di sinistra.

Ovviamente, qualcosa i media devono pur fare nell’attesa della fumata bianca, ma straparlando si offusca il valore dell’avvenimento: l’analisi delle forze in campo e l’esercizio dei pronostici si attagliano alle partite sportive, alle elezioni appunto politiche, a tante questioni meramente terrene, ma non ha nessuna attinenza con il trascendente.

Nel corso di due millenni, la Chiesa ha avuto periodi luminosi o anche bui, mai spiegabili con la sola ragione; e che ci fosse un papa umanamente ottimo oppure pessimo, su di lui è rimasta fondata. Nel conclave che sta per cominciare, quale che sia la materia prima, e nonostante qualcuno abbia la presunzione di insegnargli il mestiere, lo Spirito Santo avrà il suo modo imperscrutabile di operare.

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