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Giubileo dei politici e amministratori: Renna lancia un nuovo patto sociale

In periodo storico caratterizzato da un rapporto complesso e delicato tra cittadini, politici e amministratori locali, testimoniato peraltro dalla scarsa partecipazione al voto e in generale al dibattito pubblico, mons. Luigi Renna, nel corso del Giubileo dei politici e degli amministratori locali, segna una via scandita da tre passi per ricucire e avviare un dialogo: servizio, amore politico, opzione preferenziale per i poveri. Sono questi i tre messaggi consegnati dall’arcivescovo di Catania, tra gli altri, al nuovo prefetto di Catania, Pietro Signoriello, al sindaco della città etnea Enrico Trantino, a sindaci e amministratori di molti comuni della diocesi e della provincia, deputati nazionali e regionali. La cerimonia, che si è celebrata in Cattedrale, è stata curata dall’Ufficio Problemi sociali e Lavoro dell’arcidiocesi, diretto da don Alfio Carbonaro, e dall’Istituto di formazione all’Impegno sociale e politico “Sant’Agata per Catania”, coordinato dall’ex prefetto Claudio Sammartino.

“Il potere per un cristiano – ha detto l’arcivescovo nell’omelia – è servizio, ed ha la sua icona ispiratrice nel gesto della lavanda dei piedi, con il quale Cristo ha voluto dire che regnare, custodire, salvare, è servire umilmente. Nel servire si ha cura di tutti, anche degli avversari. La sfida di Gesù è quella di non avere avversari, di non considerarli tali, ma di lavare i piedi anche a colui che lo avrebbe tradito”. Per questo la politica deve trasformarsi in atto di carità che “è – ha specificato mons. Renna – stare vicino a una persona che soffre, ed è pure tutto ciò che si fa, anche senza avere un contatto diretto con quella persona, per modificare le condizioni sociali che provocano la sua sofferenza”. Ed è strategica anche la funzione della politica nel supportare gli atti di carità divenendo carità essa stessa: “Qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume – ha spiegato l’arcivescovo – il politico gli costruisce un ponte, qualcuno aiuta un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro”. Ne deriva, nell’azione politica, l’opzione preferenziale per i poveri, in un’ottica inclusiva e di rilancio delle persone con fragilità: “Tutte le società che escludono – ha aggiunto monsignor Renna – prima o poi pagano le conseguenze dell’esclusione di persone dal loro interesse, sia perché si impoveriscono, sia perché creano un conflitto sociale, invece di prevenirlo. Prendersi cura dei quartieri poveri ad esempio quando si redige un PUG, prendersi cura delle condizioni di lavoro, di tutto ciò che permette uno sviluppo che sia non solo la crescita economica di pochi, fa sì, che in una città regni il buon governo”.

Considerazioni che si riverberano in un impegno scandito anche dall’azione Istituto di formazione all’Impegno sociale e politico “Sant’Agata per Catania” eretto alla fine del 2024 dall’Arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, proprio per stimolare nella cittadinanza, grazie al contributo di esponenti della società civile, docenti universitari, dirigenti scolastici e professionisti, tutti cattolici, il dialogo con il mondo e i suoi problemi, tentando di costruire ponti di pace e collaborazione. “Nel passato – ha, inoltre, precisato l’arcivescovo Renna – la Chiesa in Italia sembrava rivolgersi solo a quei cattolici che vivono un impegno in un partito di ispirazione cattolica. Ma la Chiesa, comunità dei credenti, non può privilegiare un movimento o un partito rispetto ad altri, bensì chiede di testimoniare nella vita politica e nell’amministrazione, l’adesione ai valori che la fede cristiana ci ispira”.

L’arcivescovo ha concluso la sua omelia consegnando ai politici e agli amministratori presenti in Cattedrale una frase di un grande politico di origine siciliana, Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze: “…Io devo intervenire perché quelle disuguaglianze siano eliminate e perché la fraternità, alla quale io credo, sia trascritta nelle istituzioni sociali, diventi fraternità di fatto. La conclusione, dunque è questa: è anticristiana l’affermazione secondo cui il cristianesimo dovrebbe restare indifferente ai regimi sociali. La concezione cattolica è ‘interventista’: mira a trasformare la totalità dell’ordine umano – individuale e sociale – per adattarlo tutto alle supreme finalità dell’uomo”.

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