“A quale Speranza vi ha chiamati?” Con questa domanda profonda, ispirata dalla Lettera agli Efesini (Ef 1, 15-19), si è aperta la Festa degli Incontri vissuta domenica 25 maggio presso l’Oratorio San Filippo Neri da Adulti, Giovani e Ragazzi di Azione Cattolica. Un pomeriggio di primavera avanzata, fresco e condiviso, che ha segnato simbolicamente la quasi conclusione delle attività pastorali. L’appuntamento, dal carattere unitario e intergenerazionale, si è posto come occasione preziosa di confronto e di comunione all’interno del cammino giubilare dedicato alla Speranza, tema centrale dell’anno ecclesiale.

Pier Giorgio Frassati

guida e compagno di cammino

La domanda – semplice solo all’apparenza – ha guidato la riflessione collettiva: “A quale Speranza ci ha chiamati il Signore?”. Ragazzi, giovani e adulti si sono interrogati insieme, ciascuno dal proprio vissuto, in un dialogo sincero e scomodo, che non lascia immobili ma invita al movimento, alla ricerca, al camminare l’uno accanto all’altro. A sostenere il cammino, anche un compagno d’eccezione: Pier Giorgio Frassati, che il prossimo 3 agosto sarà proclamato santo. Con la sua nota “energia da condividere”, Pier Giorgio è stato guida ideale del percorso: un vero pellegrino di Speranza, capace di ispirare generazioni con il suo esempio concreto di fede, amicizia e solidarietà. Attraverso giochi, simboli e riflessioni, sono emersi gli “strumenti essenziali” da portare nello zaino spirituale di ogni pellegrino: la Parola di Dio, bussola sicura; la riconciliazione, linfa che ridona vita come acqua alla pianta appassita; e le opere di carità, torcia che rischiara il cammino e lo rende operoso.

Il momento culminante della giornata è stato il pellegrinaggio alla Cattedrale, “madre di tutte le chiese”. Con lo sguardo rivolto alla Croce, fonte della Speranza per l’umanità intera, l’intera comunità si è messa in preghiera, attraversando la Porta Santa per rinnovare la richiesta di grazia e di perdono, come segno di sincera conversione. In Cattedrale, la celebrazione dell’Eucaristia è diventata il segno visibile di un’unione viva e speranzosa, rafforzata dalle parole dell’Arcivescovo. A tutta l’Azione Cattolica di Catania ha consegnato due segni di Speranza da custodire e incarnare: lo stile della sinodalità – per imparare ad ascoltarsi davvero e generare dialogo – e il senso profondo della Pace, da testimoniare nel quotidiano. Con questi doni nel cuore, la festa si è conclusa con un augurio condiviso: continuare ad essere testimoni di Speranza, nella Chiesa e nel mondo. Un momento di gioia semplice, ma autentica, che ha ricordato a tutti il valore di ritrovarsi, di camminare insieme e di lasciarsi guidare da una Speranza che non delude, ma illumina ogni passo.

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