
La Prefettura di Catania ha recapitato all’Arcidiocesi i registri di condoglianze per Papa Francesco, aperti pubblicamente – in adesione alla richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri – fino al 26 aprile scorso, giorno dei funerali.
Centinaia di pensieri, intenzioni, ricordi espressi da autorità, semplici cittadini e famiglie, raccolti in tre volumetti. Lo stesso arcivescovo Luigi Renna, nei suddetti registri, ricorda l’eredità di Francesco: “Lascia alla Chiesa e al mondo l’esempio di amore ai poveri, di impegno per la pace, di lungimiranza nella cura del pianeta!” Il Rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo, in rappresentanza della comunità accademica, scrive: “È stato il “Papa del popolo”, incarnando e ispirando sempre in tutti noi i principi di pace e giustizia sociale. Porteremo sempre dentro di noi le sue sfide e i suoi insegnamenti per un mondo più giusto”.
“Riposa in pace”, “Francesco uno di noi”, “uomo di pace e di speranza, il più grande degli umili”, semplici “grazie” e “ti voglio bene” lasciati da adulti e bambini, sono tra i pensieri che emergono più frequentemente nei confronti di un uomo che con il suo magistero ha saputo conquistare credenti e riavvicinare coloro che si erano “allontanati dalla parola del Signore”, come scrivono alcuni.
Tra tutti attira attenzione e strappa un sorriso di speranza questa “poesia” dedicata al Santo Padre:
La Chiesa si chiede, caro Francesco:
“Uno come te, dove lo pesco?”
Risponderesti: “Di aiuto sarà lo Spirito Santo”
Ma bisogna pregare tanto.
Sei stato degno testimone
del primo chiamato: Simone.
Lacrime, sorrisi e carezze
hai seminato solo certezze.
In lungo ed in largo il mondo hai girato
grazie per quello che ci hai insegnato.
A te che imitavi il fraticello
un arrivederci caro fratello.