
In un luogo che annovera cinque secoli di storia alle sue spalle, da oltre cento anni si svolge un cammino sacro: il pellegrinaggio in onore della Madonna della Sciara di Mompileri.
Sabato 30 maggio, dalle ore 17.30, migliaia di fedeli intraprenderanno il percorso verso il santuario mariano di Mompileri, partendo dall’Horeb di Massa Annunziata, dal santuario Roccia di Belpasso e dalla Chiesa Madre di Nicolosi.
Il raduno presso il luogo di culto è previsto per le 18.30, quando, nella spianata Sant’Agata, l’arcivescovo metropolita di Catania, Mons. Luigi Renna, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica, che si concluderà con l’affidamento della diocesi etnea all’intercessione della Madonna della Sciara e con l’accensione della lampada votiva.
La processione, quest’anno, sarà guidata dalla Speranza, la virtù teologale che contraddistingue la figura di Maria: in un mondo segnato da guerra, povertà e indifferenza, l’invito è quello a non perdere mai la speranza, proprio come Maria davanti al sepolcro di Cristo nel Sabato Santo, in attesa della sua resurrezione.
“Andiamo alla fonte della Speranza” è il titolo del messaggio scritto per l’occasione da Mons. Renna: un invito a condividere insieme la speranza e a non viverla in solitudine.
«Il santuario, con la sua spianata come luogo di raccolta, rispecchia questo senso di condivisione», afferma padre Alfio Privitera, rettore del Santuario Madonna della Sciara.
«Esso – continua – sorge su una distesa di lava tagliente che, dopo aver distrutto tutto, è stata percorsa dalle genti, tracciando i tre cammini dell’attuale pellegrinaggio. Da sotto questo deserto di sciara è riemersa la statua della Madonna che oggi veneriamo: la rinascita dopo la devastazione – dall’eruzione così come dalla guerra – è la speranza da condividere. L’arcivescovo ci chiede di sperare tutti insieme, laici e parroci, nonostante le difficoltà, e Maria, in questo, è nostra alleata».
Quest’anno, inoltre, il pellegrinaggio si carica di un ulteriore valore: è l’anno del Giubileo, un’iniziativa di liberazione dal peccato e di ricongiungimento con Dio.
«Nel pieno di questa logica giubilare – conclude padre Alfio – sarà attiva, durante il pellegrinaggio, la raccolta fondi “Senza catene”, una rete di sostegno economico per il reinserimento sociale dei carcerati. La Chiesa si fa prossima ai bisognosi con attenzioni concrete».
