
“L’oscuramento dell’intelligenza”, questo titolo di un libro del grande filosofo Michele Federico Sciacca, può servire per definire oggi l’incapacità di molta opinione pubblica di rifiutare la proliferazione delle armi nucleari, considerate come deterrenza necessaria da diversi governi, ovvero, “un mezzo insostituibile per mantenere l’equilibrio del potere attraverso l’equilibrio del terrore” (Giovanni Paolo II, a Hiroshima, 25.2.81). Infatti, il sondaggio ECFR, a giugno scorso, registrava alte percentuali di favorevoli tra polacchi, portoghesi, spagnoli, tedeschi: indice di una maggiore tolleranza nei confronti dell’eventuale uso di armi nucleari. Ultimamente, la Corea del Nord progetta una rapida espansione del suo programma nucleare. E anche Stati Uniti, Russia e Cina stanno modernizzando i loro arsenali atomici per renderli più efficienti e letali. Siamo più vicini che mai ad una guerra nucleare, è l’allarme lanciato da alcuni osservatori.
L’intelligenza dei governi sembra oscurata
L’intelligenza dei governi, pertanto, è talmente oscurata che nessuno sembra rendersi conto che la potenza distruttiva di questi nuovi ordigni, di gran lunga superiore alle bombe atomiche del 1945, alla fine non lascerà né vincitori né vinti. Einstein ammoniva: la terza guerra mondiale si combatterà con le armi atomiche, la quarta si combatterà con le clave! E’ stato calcolato che le ingenti spese, per mantenere gli arsenali nucleari, potrebbero sfamare circa 345 milioni di persone, per quasi due anni. Nel 2024, per la prima volta, le spese delle nove potenze nucleari mondiali hanno superato la soglia dei cento miliardi di dollari. Giovanni Paolo II, a Hiroshima, esortava: “creiamo insieme un nuovo futuro di fraternità e solidarietà; muoviamoci verso i nostri fratelli e sorelle bisognosi, saziamo la fame, offriamo un riparo ai senza tetto […] che nessuno metta in moto il terribile meccanismo di una incredibile distruzione generale per un ottuso interesse egoistico”.
L’appello di Leone XIV: Avere il coraggio di deporre le armi
Il quadro sopra descritto stride con le molteplici iniziative che, dal Giappone all’Italia, hanno commemorato gli 80 anni trascorsi dai bombardamenti atomici americani su Hiroshima e Nagasaki. Il mondo sembra sottovalutare questa immane catastrofe, mentre tra i governi domina una sorta di anarchia nucleare.
Papa Francesco, il 24 novembre 2019, a Hiroshima, affermò, senza mezzi termini, che è gravemente immorale non solo l’uso ma già il possesso di armi nucleari. E Leone XIV, nei giorni scorsi, ha inviato un messaggio per il triste anniversario del bombardamento delle due città giapponesi, esortando ad avere il coraggio di deporre le armi, specialmente quelle che possiedono la capacità di “causare una catastrofe indescrivibile”.
I vescovi del Giappone, Stati Uniti, Corea del Sud, si sono incontrati per promuovere un’Alleanza per un mondo senza armi nucleari. Erano presenti anche diversi hibakusha (quelli colpiti dal bombardamento atomico). Il vescovo di Hiroshima, A. M. Shirahama, ha dichiarato: “La Chiesa cattolica, di fronte alla teoria della deterrenza, che giustifica il possesso di armi nucleari, deve smascherare la disumana natura di tali armi, pregare per la loro abolizione, dialogare e agire insieme […]. La nostra missione si basa su tre comandamenti etici: ricordare i danni del nucleare, camminare insieme per prevenire nuovi disastri e proteggere da minacce nucleari. Come seguaci del Vangelo di Cristo, scegliamo di ricercare la pace attraverso il dialogo e di garantire il rispetto della vita e della dignità di tutte le persone. Pertanto, chiediamo la completa abolizione delle armi nucleari perché il mondo dovrebbe poter scegliere una pace libera dalle armi nucleari”.
Quando la ” campana giapponese ” ha fatto sentire i suoi rintocchi per ricordare l’ ottantesimo anniversario dei massacri di Hiroshima e Nagasaki ad opera degli americani si poteva pensare a un fatto rituale di nessuna rilevanza attuale. Non è così. E Piero Sapienza lo sottolinea prospettando la malaugurata ipotesi che l’ avvenimento, oggi, possa ripetersi, ma con conseguenze ben più vaste: la scomparsa dell’ umanità! Ciò che crea un’angoscia profonda è che noi cittadini del mondo non contiamo nulla e dipendiamo totalmente da pochi ” personaggi ” privi di scrupoli e, soprattutto, di coscienza. Il futuro, purtroppo, è nelle loro mani e il cinismo che li caratterizza distruggerà l’opera creativa di Dio, che, sicuramente, nell’ atto d’amore che lo aveva spinto a generare il mondo, non era compresa la distruzione .