In preparazione al Giubileo diocesano dei migranti del 28 settembre 2025

di Carlo Palazzolo*

L’Ufficio per la Pastorale dei Migranti dell’Arcidiocesi di Catania prosegue con dedizione il proprio servizio a fianco delle comunità migranti presenti sul territorio, promuovendo la cultura dell’accoglienza, del dialogo e dell’integrazione attraverso iniziative pastorali, celebrazioni liturgiche e attenzione alla dimensione spirituale. Un impegno che riflette le parole di Papa Leone XIV, espresse nel suo ultimo messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato:
«Migranti e rifugiati sono riconosciuti come fratelli e sorelle, parte di una famiglia in cui possono esprimere i loro talenti e partecipare pienamente alla vita comunitaria.»
(Papa Leone XIV, Messaggio GMMR 2025)

Catania, storicamente crocevia di popoli, culture e religioni, ha recentemente vissuto due momenti significativi che testimoniano il cammino condiviso tra la Chiesa locale e le comunità migranti.

Lo scorso 14 settembre, la comunità mauriziana ha celebrato, presso l’Oratorio San Filippo Neri, la memoria del Beato Jacques-Désiré Laval, evangelizzatore e missionario tra i poveri e gli ammalati dell’isola di Mauritius. Una liturgia intensa e partecipata, che ha espresso la gioia di una fede condivisa e il desiderio di costruire ponti nella città che li accoglie. L’appuntamento ha coinvolto non solo i fedeli cattolici, ma anche membri induisti della comunità mauriziana, che hanno preparato piatti tipici per festeggiare insieme la memoria di Padre Laval, in un clima di fraternità con i fratelli e le sorelle cattolici e con i ragazzi e le ragazze dell’oratorio.

La comunità cingalese, invece, ha reso omaggio a Sant’Agata, patrona di Catania, con una solenne celebrazione eucaristica nella Cattedrale, presieduta da S.E. Mons. Wimal Siri Appuhamy Jayasuriya, vescovo della Diocesi di Chilaw, giunto appositamente dallo Sri Lanka, che nell’occasione ha anche amministrato il sacramento della Confermazione a dieci giovani della comunità. Un appuntamento che si rinnova ogni anno e che, giunto ormai alla 21ª edizione, ha rappresentato una profonda condivisione della devozione verso la santa martire, punto di riferimento spirituale non solo per i catanesi, ma anche per quanti, pur provenendo da altre terre, si sentono parte viva di questa città.

La celebrazione è stata anche un dono per Catania: migliaia di turisti e cittadini hanno seguito con entusiasmo la processione, ricca di simboli e colori, animata da canti, danze tradizionali e dalla banda giovanile srilankese che ha accompagnato con gioia il percorso dalla Chiesa di Santa Maria dell’Ogninella fino alla Cattedrale. L’intera città ha respirato un clima di fraternità e apertura.

Questi due momenti hanno offerto una testimonianza concreta del significato profondo del messaggio di Papa Leone XIV che, in continuità con Papa Francesco, richiama l’attenzione sulle condizioni drammatiche che spingono milioni di persone a lasciare la propria terra — tra guerre, povertà e crisi ambientali — e sottolinea come, proprio in mezzo a queste sfide, possano emergere segni concreti di speranza: comunità che accolgono e testimoniano la possibilità di un presente e di un futuro in cui la dignità di ogni persona, riconosciuta come figlio di Dio, sia rispettata e valorizzata (Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2025).

E Catania è stata testimone, in quei giorni, di come la pietà popolare, insieme alla condivisione di momenti di fede, possa favorire l’incontro tra persone e culture diverse, trasformandosi in un autentico ponte tra popoli.

Verso il Giubileo dei Migranti

In questo clima di comunione e condivisione si avvicina un appuntamento speciale: il Giubileo dei Migranti, in programma domenica 28 settembre alle ore 12.00 presso il Santuario di San Michele Arcangelo ai Minoriti a Catania. La giornata culminerà con la celebrazione della Santa Messa, presieduta da S.E. Mons. Luigi Renna, Arcivescovo Metropolita di Catania.

A rendere l’evento ancora più ricco e significativo è la preziosa collaborazione delle comunità straniere residenti a Catania, che con entusiasmo e spirito di condivisione stanno contribuendo alla realizzazione del Giubileo, insieme alle realtà presenti nell’équipe diocesana e fortemente impegnate nella cura dei migranti: la Comunità di Sant’Egidio, il Centro Astalli, la Colonia Don Bosco e Religioni in Dialogo. Ad animare la celebrazione sarà il coro missionario della diocesi guidato dal suo responsabile P. Stephane Dimbw.

A chi è rivolto l’invito per questa celebrazione? L’invito è rivolto a tutti: migranti, cittadini catanesi, famiglie e operatori pastorali, perché nella diversità di lingue, volti e storie emerga l’unità di un’unica Chiesa universale, pellegrina, in uscita e accogliente. Una Chiesa che riconosce nei migranti non solo persone da accogliere, ma veri “missionari di speranza”, portatori di cultura, fede e rinnovati slanci di fraternità, poiché i migranti non sono solo portatori di bisogni, ma anche, e soprattutto, portatori di doni (cfr. Francesco, Lett. enc. Fratelli tutti, 3 ottobre 2020, n. 133)


*Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Migranti

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