
Intervista all’avvocato Michele Scacciante, presidente della Fondazione Francesco Ventorino
La Fondazione Ventorino ha appena riaperto, in collaborazione con le Suore Serve della Divina Provvidenza, la Scuola dell’Infanzia “Madonna della Provvidenza” nel quartiere San Cristoforo. Abbiamo chiesto al presidente della Fondazione, avvocato Michele Scacciante di illustrarci il percorso che ha portato a questa nuova opera sociale.
Cosa muove questa nuova sfida?
“Il progetto, già attivo da settembre, nasce dalla collaborazione con le Suore Serve della Divina Provvidenza, che da oltre un secolo operano in questo quartiere difficile di Catania. Le Suore gestivano da anni una scuola dell’infanzia che hanno dovuto chiudere per problemi di sostenibilità. Dopo aver conosciuto la nostra esperienza nel quartiere di Trappeto Nord, sempre a Catania, ci hanno chiesto se volessimo riaprire la scuola nei loro locali non più utilizzati. Anche in questo caso, non si è trattato di un progetto a tavolino, ma di una risposta a una domanda reale. La gestione è interamente a carico della Fondazione, e come nell’esperienza della scuola materna di Trappeto Nord, le famiglie non pagheranno alcuna retta”.
Perché sentite così urgente il tema educativo? Come condividere questa urgenza con altri?
“Catania è tra le città italiane con la più alta dispersione scolastica. Se vogliamo incidere davvero nel tessuto sociale, dobbiamo uscire dalle nostre comfort zone e portare il nostro progetto educativo dove c’è più bisogno. L’educazione è la chiave per liberare intere generazioni dalla povertà educativa e dalla criminalità. Come ha detto il nostro arcivescovo, Mons. Luigi Renna, alle famiglie dell’asilo “Mammola” a Trappeto Nord: “Se volete veramente bene ai vostri figli, dovete farli studiare!”. Il nostro contributo è che questo bene si realizzi, avendo chiaro che l’educazione è il momento che decide se noi amiamo abbastanza il mondo da assumercene la responsabilità e salvarlo così dalla rovina come diceva Hannah Arendt”.
Come nasce nella storia della Fondazione il rapporto con il territorio?
“Non da un piano strategico, ma dalla sensibilità e operosità dei suoi membri. La Fondazione ha cercato nel tempo sponde nel pubblico, trovandone molto poche, e nel privato per realizzare iniziative che diventassero risposte stabili ai bisogni, non essendo sufficienti i progetti a termine. Due esempi: la presenza caritativa nel carcere di Piazza Lanza, nata dalla figura di don Francesco Ventorino, ha portato alla firma di un Protocollo d’intesa con l’Amministrazione Penitenziaria e alla nascita della Casa di accoglienza Rosario Livatino per detenuti in misura alternativa. E nel settore educativo, è nata la presenza nel quartiere TrappetoNord con l’asilo Mammola”.
Perché la Fondazione Ventorino decise di aderire al bando del Comune per la gestione dell’asilo “Mammola”?
La città di Catania è divisa in due blocchi: il centro, dove vivono le famiglie abbienti, e i quartieri, spesso privi di servizi essenziali e segnati da povertà educativa. La nostra proposta educativa riguarda ogni bambino, indipendentemente dal quartiere in cui vive. Per questo, nel 2021, abbiamo risposto al bando del Comune — e siamo stati gli unici — per gestire la scuola dell’infanzia “Mammola” a Trappeto Nord, mantenendo la frequenza gratuita per famiglie che non potrebbero sostenere alcuna retta. Il Comune mette a disposizione l’immobile, la Fondazione fa il resto.
Come sono state coinvolte le famiglie che frequentano la Fondazione in questo progetto?
La condivisione è stata profonda. Le centinaia di famiglie dell’Istituto Francesco Ventorino hanno sostenuto il progetto con fundraising e beneficenza. Gli alunni si sono impegnati con mercatini solidali, i genitori hanno fatto donazioni spontanee. E oggi, alcuni bambini dell’asilo “Mammola” proseguono gratuitamente gli studi nell’Istituto Ventorino. Un segnale concreto di integrazione e continuità educativa. Ma la condivisone dei nostri progetti si è estesa nel tempo anche a diversi soggetti privati quali società e enti non profit, che hanno valutato positivamente le nostre iniziative e hanno contribuito economicamente alla loro realizzazione. Per esempio la ristrutturazione e l’avvio della scuola dell’infanzia nel quartiere di San Cristoforo è stata totalmente finanziata con liberalità di una società, Opera Green, e di un ente non profit, Fondazione don Michele Cannizzo.
