di Don Pasquale Munzone

Fratelli e Sorelle nel Signore,
ci ritroviamo ancora una volta dinanzi la fontanella di Sant’Agata, qui in Via Dusmet, per la tradizionale sosta di preghiera e di riflessione alla presenza del Sacro Velo della nostra Santa Patrona.
Ci ritroviamo qui alla vigilia dell’893° anniversario della traslazione delle Reliquie da Costantinopoli a Catania.

La tradizione, infatti, ci ricorda che nell’Agosto del 1126, inaspettatamente, le spoglie della Martire, rapite all’affetto dei catanesi 86 anni prima, fecero ritorno nella propria città, ad opera dei soldati Gisliberto e Goselmo, entrambi devoti di Sant’Agata (cfr. Agata Splendidissima).
Sappiamo che questo è il luogo della partenza del corpo di Agata. Qui è stata scritta una pagina dolorosa per Catania che ha visto allontanarsi con dispiacere le spoglie della Martire invitta ad opera del Generale Giorgio Maniace.

Che cosa ci insegna Agata attraverso la partenza delle sue spoglie nel 1040 e il ritorno nella sua città nel 1126?
La nostra Santa Patrona ci insegna che se da un lato la partenza e l’allontanamento dall’affetto dei propri cari è anche causa di dispiacere, soprattutto quando si è costretti a motivo della mancanza di lavoro, piaga che il Meridione è costretta sempre più a subire; il ritorno ci consolida nei rapporti con gli altri e ci fa essere maturi, come uomini, come cittadini, come discepoli del Signore.

La nostra vita, carissimi, deve essere idealmente una partenza, perché dobbiamo osare, soprattutto quando la chiamata del Signore ci mette alla prova e ci chiede stabilità nel cammino. Dobbiamo osare e deciderci, anche quando chi dovrebbe incoraggiarci nelle scelte della vita, qualche volta, ci scoraggia.
Penso ai genitori che a volte per paura scoraggiano i propri figli nelle decisioni importanti; penso alla scuola che dovrebbe formare l’ossatura umana di un ragazzo o di una ragazza, e, invece, ne diventa, qualche volta, cattivo esempio, quando si impedisce di professarsi liberamente cristiani, quando ci sono insegnanti che si lasciano andare ad atti di violenza nei confronti dei bambini oppure a commenti negativi nei confronti delle forze dell’ordine.

Dobbiamo osare, lasciandoci condurre principalmente, da Colui che è la nostra via, da Gesù Cristo che ha condotto la strada di Agata, l’ha rafforzata e consolidata nella fede, l’ha resa coraggiosa ed intrepida nel dono della sua vita. “La mia salvezza è Cristo” ci ricorda Agata nelle espressioni più belle della sua testimonianza. Ed ancora: “La mia mente è saldamente fondata in Cristo…”.

Solo scommettendosi possiamo comprendere il valore delle scelte, e, soprattutto della scelta cristiana. Sant’Agata ha scelto Cristo come suo Signore e suo Sposo. È urgente, oggi, recuperare il senso della nostra fede, messa sempre più alla prova da tante situazioni che passano davanti ai nostri occhi, soprattutto le piaghe dell’apparenza e dell’indifferenza. Solo credendo seriamente possiamo vedere la luce della fede.
Fratelli e sorelle, dobbiamo partire per poter ritornare forti e vittoriosi contro le opere del male, con la serenità del cuore, con la purezza della vita.

San Paolo, nella Lettera ai Galati (5,16-25), ci ricorda che bisogna “camminare secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne… Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé…”
Le opere dello Spirito siano incarnate nella nostra vita per esprimerle nella quotidianità. Possiamo, ogni giorno, essere operatori di amore, chiamati a testimoniare lo stesso amore di Dio nei piccoli e significativi gesti; possiamo essere operatori di gioia, consapevoli che Dio ci ama e che ci accompagna nel cammino della vita; possiamo essere operatori di pace: la pace è un dono e una conquista fatta di amore, di bontà, di perdono, di accoglienza, di fraternità; possiamo essere operatori di fedeltà portando a termine, anche a costo di affrontare tante difficoltà, gli impegni che ci siamo assunti; possiamo essere operatori di mitezza, evitando la violenza e il sopruso, operando con amore e rispetto verso gli altri.

Il vero devoto di Sant’Agata sia, nella sua vita e nel cammino di ogni giorno, operatore di amore, di gioia, di pace, di fedeltà e di mitezza. Sant’Agata sarà veramente contenta quando vedrà i suoi concittadini lavorare per una città unita e per una comunità che metta al centro Gesù Cristo, nostro maestro. Sant’Agata interceda per ciascuno di noi, per la nostra Città, per la nostra Chiesa, per le nostre famiglie, per i nostri giovani, per gli ammalati e per gli anziani. Amen.

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