Nel salone della Chiesa di Santa Margherita, a Paternò, si è svolta la presentazione del libro di P. Luigi Luggisi, Scritti Spirituali, curato da Barbara Crupi e Rosaria Lisi. Nella sala gremita di fedeli che in diversi ambiti hanno conosciuto p. Luggisi sono intervenuti, insieme alle curatrici del volume, p. Salvatore Consoli, preside emerito dello Studio Teologico San Paolo e p. Giovanni Salonia, ofm cap, psicologo e psicoterapeuta, moderati dal professore Carmelo Santangelo, collaboratore di p. Luggisi nella pastorale Familiare.

Il libro raccoglie gli scritti inediti del sacerdote paternese venuto a mancare il 17 Febbraio 2003 che è stato per 40 anni Rettore della chiesa di San Domenico, e che istituì uno dei primi Consultorio Familiari di Ispirazione Cristiana. Mons.

Consoli, presentando la figura di p. Luggisi nel contesto della chiesa catanese ricorda che «P. Luggisi è un uomo che si è preso cura di sè, della sua formazione, ha studiato. Pur essendo un sacerdote ante-conciliare, che si è formato ad una teologia antecedente il Concilio Vaticano II, ce l’ha messa tutta per assumere profondamente le novità nel Concilio. Ha curato il suo essere pastore».

Durante la serata sono emerse anche suggestive riflessioni sul percorso umano del presbitero paternese: «Mi ha colpito – sottolinea Salonia – che lui sceglie di andare a Roma dopo 8 anni del suo servizio sacerdotale, aveva già circa 32 anni, è l’età in cui un giovane prete si sente pieno di vita e lui invece di godersi i successi dei primi anni di sacerdozio, si è reso conto, siamo nel 1959, che qualcosa non funzionava, va a studiare a Roma.

È la stessa spinta che portò Giovanni XXIII a indire un Concilio: si rese conto che la Chiesa stava perdendo la lingua giusta, non sapeva più parlare al mondo». Durante la serata, iniziata in un clima di preghiera, è stato dato spazio anche ad alcune testimonianze di fedeli che sono stati accompagnati da p. Luggisi nel loro percorso spirituale. «Questo libro – ha detto Rosaria Lisi – non è nato come un’iniziativa meramente culturale o celebrativa, ma sull’onda di un moto d’affetto e di gratitudine per un sacerdote che ha avuto a cuore la nostra crescita umana e spirituale. Da lui ho imparato che la psicologia può e deve dialogare con le scienze teologiche».

Anche Barbara Crupi ha messo in evidenza la passione di don Luigi per l’antropologia e la teologia: «Don Luigi era attento a tutta la persona, non guardava soltanto l’anima e faceva il direttore spirituale, lui si prendeva cura di tutta la persona, di tutta la sua vita. Amava particolarmente i giovani perché quando ci guardava era come se ci volesse scrutare e si chiedeva: ma il Signore, da questo giovane che cosa vuole? Io lo voglio scoprire assume e a lui».

A conclusione dell’incontro, Carmelo Santangelo ricorda che «questo libro rende presente e ancora contemporaneo p. Luggisi, ci fa sentire la dolcezza della sua cura spirituale e ce lo fa ancora vedere sbattere i pugni nei suoi passaggi più intensi e appassionai  dei suoi insegnamenti».

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