Il 30 settembre 2019 con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio ‘Aperuit illis’ Papa Francesco ha istituito la Domenica della Parola di Dio, celebrata la III Domenica del Tempo Ordinario, che quest’anno sarà il 26 di gennaio. La nascita di un appuntamento apposito risponde alle tante richieste in tal senso maturate dopo il Giubileo straordinario della misericordia, mentre il titolo prende le mosse da un versetto del Vangelo di san Luca: ‘Aprì loro la mente per comprendere le Scritture’.

Il Papa – afferma Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione – ha scelto di celebrare questa domenica nella terza domenica del tempo ordinario, quando tutte le letture che vengono proclamate nel Vangelo presentano la figura di Gesù come l’annunciatore del Regno di Dio. Senza dimenticare che in questo momento temporale si celebra, alcuni giorni prima, la Giornata del dialogo con gli ebrei e poi la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il Papa – continua Mons. Fisichella – dicendo esplicitamente: “il giorno dedicato alla Bibbia vuole essere non una volta l’anno ma è una volta per tutto l’anno, in modo da diventare più familiari con il testo sacro”, evidenzia l’iniziativa come un’opportunità pastorale di portata storica per la maturazione del popolo cristiano in un contesto sociale carico di sfide.

Di seguito si riporta la lettera dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina per una maggiore conoscenza del documento del Santo Padre.

Carissimi,

Come già ben sapete. Papa Francesco con la Lettera apostolica Aperuit illis del 30 settembre 2019 ha istituito per tutta la Chiesa la Domenica della Parola di Dio e ha stabilito che essa sia celebrata la III Domenica del Tempo Ordinario.

Per comprendere in pieno il significato e l’importanza dell’iniziativa è necessaria una buona conoscenza del Documento. Invito, pertanto, ad una lettura approfondita del testo. Ciò permetterà, fra l’altro, di renderci conto del cammino fatto dalla Chiesa dal momento in cui il Risorto “aprì loro la mente per comprendere le Scritture” (Le 24,45) fino ai nostri giorni. Tappe miliari del cammino devono essere considerate il Concilio Ecumenico Vaticano li che con la Costituzione Dogmatica Dei Verbum (18 novembre 1965) ha dato un grande impulso alla riscoperta della Parola di Dio, e l’Assemblea del Sinodo dei Vescovi del 2008 (5-26 ottobre) sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, cui seguì la pubblicazione deU’Esortazione apostolica Verbum Domini di Papa Benedetto XVI (30 settembre 2010).

Mi sembra opportuno ricordare anche due iniziative che dimostrano l’attenzione che la nostra Chiesa ha nei riguardi della Parola di Dio: il Centro Verbum Domini costituito da Monsignor Luigi Bommarito in data 11 febbraio 1994 e la lettera “In religioso ascolto” che indirizzavo alla Comunità diocesana il 18 novembre 2005 con le indicazioni pastorali per l’anno 2005-2006.

“Il giorno dedicato alla Bibbia vuole essere non «una volta l’anno», ma una volta per tutto l’anno, perchè abbiamo urgente necessità di diventare familiari e intimi della

Sacra Scrittura e del Risorto, che non cessa di spezzare la Parola e il Pane nella comunità dei credenti. Per questo abbiamo bisogno di entrare in confidenza costante con la Sacra Scrittura, altrimenti il cuore resta freddo e gli occhi rimangono chiusi, colpiti come siamo da innumerevoli forme di cecità”.

Cosi afferma il Papa al n. 8 della Lettera, mettendoci nel giusto atteggiamento per celebrare, per la prima volta, la Domenica della Parola di Dio.

Mi sembra interessante anche una suggestione di Sua Ecc.za Monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Egli, nel commento alla Lettera del Papa nell’edizione della Libreria Editrice Vaticana, scrive “… non è rischioso pensare di porre l’istituzione di questa Domenica della Parola di Dio in parallelo con la Domenica del Corpus Domini in cui si celebrano con solennità il Corpo e il Sangue di Cristo … L’istituzione della Domenica della Parola di Dio potrà accreditarsi nel tempo come un momento in cui la Chiesa celebra il mistero di Dio che si rivela rivolgendo agli uomini la sua parola per chiamarli alla comunione di vita con lui” (pagg. 31-32).

A noi che celebriamo per la prima volta la Domenica della Parola di Dio, l’onore, il compito e il privilegio di iniziare una nuova stagione nel “percorso fecondo, ma ancora incompiuto, per riportare la Parola di Dio nel cuore della vita della Chiesa” (Mons. Fisichella, cit.).

Anche per apprezzare la prowidenzialità dell’attività svolta dal benemerito Centro Verbum Domini, ho chiesto al suo Direttore, il carissimo Don Giuseppe Bellia, di fornirci una riflessione sulla iniziativa voluta dal Papa.

Egli mi ha fatto avere il testo “La domenica del primato della Parola di Dio nella vita della Chiesa” in cinque paragrafi che allego integralmente alla presente e che affido alla vostra cordiale attenzione e considerazione.

Il quarto paragrafo commenta le indicazioni del Papa contenute nel n. 3 della Lettera per la celebrazione della Domenica della Parola.

Circa l’intronizzazione del testo sacro, l’Ufficio liturgico diocesano fornisce anche i seguenti suggerimenti rituali.

In tutte le sante Messe della III domenica del Tempo Ordinario, il celebrante, dopo l’orazione di colletta, invita il popolo a rimanere in piedi per accogliere il lezionario corrente portato da un lettore istituito, o da un diacono o da due lettori di fatto della comunità.

Nel frattempo si acclama con un canto il cui testo faccia riferimento alla Parola di Dio.

Il sacerdote riceve il lezionario e lo “intronizza ” sull’ambone debitamente e sobriamente ornato; se ritiene opportuno, lo incensa. Seguono le letture.

Subito dopo la proclamazione del vangelo, il sacerdote o il diacono inviterà il popolo a baciare il lezionario chiuso tenuto da due lettori della comunità, come segno di venerazione.

La celebrazione della Domenica della Parola può essere valorizzata anche per rinverdire l’attenzione circa alcune indicazioni che davo nella suddetta lettera “In religioso ascolto” (18 novembre 2005) e che qui riporto con qualche leggera modifica.

L’impegno di religioso ascolto che sempre più ci deve qualificare sarà favorito da alcune attenzioni che possiamo maggiormente attivare e che perciò mi pare doveroso evidenziare di seguito.

  1. Ci sia in ogni Chiesa un luogo dignitoso dove conservare i libri per l’uso liturgico della proclamazione della Parola. Non sembri esagerato affermare che questo luogo deve richiamare la cura e le attenzioni riservate a quello dove conserviamo l’Eucaristia.
  2. Perché non profittare dei prossimi mesi per dotare, ove occorresse e d’intesa con gli appositi Uffici di Curia, le nostre Chiese di un ambone fisso al posto di un semplice leggio mobile?
  3. Inoltre, i lezionari sono libri soggetti al logorio dell’uso e del tempo. Sarà opportuno verificare se il loro stato attuale esprime rispetto per la Parola che essi contengono … Non sarebbe bello se in ogni chiesa ci fosse l’Evangeliario da portare nobilmente nelle processioni introitale e conclusiva della Messa o almeno in quella che precede la proclamazione del Vangelo?
  4. Gesù Cristo “è presente nella sua parola, giacché è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura” (SC, 7), pertanto la proclamazione della Parola avvenga nel rispetto che si deve ad essa e a quanti ne siamo ascoltatori.

Al riguardo dobbiamo chiederci: i lettori, abituali o occasionali sono ben preparati sotto tutti ipunti di vista a questo importante compito liturgico? L’acustica nelle nostre chiese facilita l’ascolto?

  • L’Ufficio liturgico e il Centro Verbun Domini organizzino insieme appositi corsi di formazione alla degna proclamazione della Parola, condizione necessaria anche se evidentemente non unica, per un religioso ascolto di essa.
  • Emio vivo desiderio che in ogni parrocchia ci sia un lettore “istituito”. Al riguardo prego i parroci di segnalare all’Ufficio Liturgico persone idonee che possano essere formate per ricevere tale ministero che potrei conferire a tempo debito.
  • Dopo l’ascolto della Parola, seguita o meno dall’omelia, abbia luogo il momento di silenzio, che è raccomandato dalle norme liturgiche e che permette alla Parola di divenire quella pioggia che irriga, feconda e fa germogliare (cfr. Is 55, 10-11) il buon terreno che ciascuno di noi desidera diventare nei riguardi della Parola. A questo momento di silenzio sia dato lo stesso rilievo che già è riservato, grazie a Dio dappertutto, a quello che segue la comunione eucaristica. La cura dei due momenti di silenzio, come pure quella del tabernacolo e del luogo dove sono custoditi i lezionari, possono eloquentemente mostrare che noi veneriamo e valorizziamo il pane di vita che il Padre ci offre nella sua Parola e nel Corpo del Figlio suo.
  • E’ bello poter constatare che noi disponiamo di tanti mezzi per crescere nel religioso ascolto della Parola. Particolare dignità ed efficacia acquista l’opera degli artisti che comunicano le vibrazioni che in loro suscitano la lettura e l’ascolto della Parola.

Sarebbe quanto mai opportuno che le parrocchie, le rettorie e le case religiose potessero focalizzare, con la dovuta precauzione e nel rispetto delle vigenti norme civili ed ecclesiastiche, opere artistiche di tematiche bibliche in loro possesso.

Quanto suggerito dal Papa, come pure quanto sopradetto circa la preparazione e la istituzione dei Lettori, sarà successivamente attenzionato dall’Ufficio liturgico diocesano e dal Centro Verbum Domini per poterlo attuare nella forma migliore e più proficua. Lo stesso dicasi per qualche altro suggerimento del carissimo Don Giuseppe Bellia.

 Termino sottolineando che affido a voi destinatari della presente comunicazione il compito di animare la Giornata della Parola di Dio affinché sia preparata ed attuata degnamente in tutte le celebrazioni liturgiche di domenica 26 gennaio.

Ringraziandovi per la generosa collaborazione, rinnovo a tutti i più fervidi auguri per l’anno appena iniziato ed invio un cordiale saluto.

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