Anche se l’attenzione di tutti è rivolta alle notizie drammatiche dell’epidemia di COVID-19, ieri si è celebrata la giornata dei Martiri Missionari. È stato importante metterli al centro della nostra preghiera proprio in questo periodo di prova che tutti stiamo vivendo e che ci fa capire quanto davvero il mondo sia un’unica casa di tutti. Ci stiamo accorgendo di come la malattia annulli le distanze tra Paesi lontani; ma questo dovrebbe valere anche per tante altre ferite e ingiustizie che attraversano il pianeta e spesso diventano causa di persecuzione per i nostri fratelli in Cristo.

I missionari martiri, però, ci dicono anche un’altra cosa: con la loro vita e la loro morte ci rivelano che la risposta più potente al male è il coraggio di chi sceglie di donare agli altri la propria vita senza riserve. È quanto fece il vescovo Romero in Salvador quarant’anni fa.

Ma è quanto stanno facendo in questi giorni nelle nostre città anche i medici e il personale sanitario che mettono a repentaglio la loro salute per curare gli ammalati. Come loro però ci sono tanti missionari in prima linea anche di fronte ad altri “virus” non meno insidiosi: il fondamentalismo religioso, il miraggio della ricchezza facile, la sete sfrenata di materie prime per produrre beni di consumo che in tanti angoli del mondo calpesta i diritti dei più poveri …

Anche questi “virus” continuano a uccidere. Ed è il motivo che nella celebrazione di ieri sono stati ricordati i nomi dei 29 tra sacerdoti, religiose e laici che durante il 2019 sono stati uccisi in Africa, in Asia, in America Latina e persino in Europa. «Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà», dice Gesù nel Vangelo. Anche in queste ultime settimane la persecuzione ha colpito in maniera molto dura i cristiani della Nigeria. Per questo voglio condividere le parole che i vescovi di questo Paese hanno rivolto ai loro fedeli all’inizio di questa Quaresima, chiedendo a tutti noi di essere vicini nella preghiera.

Dal messaggio dei vescovi della Nigeria per la Quaresima 2020:

«Le esecuzioni, ripetute e barbare, di cristiani da parte dei ribelli di Boko Haram e gli incessanti casi di rapimento per riscatto legati allo stesso gruppo e ad altri terroristi hanno traumatizzato molti cittadini. Siamo tristi. Siamo in pena e nel dolore. Ma siamo fiduciosi che la luce di Cristo, che brilla nei nostri cuori, illuminerà gli angoli bui della nostra società. Come segno di lutto per tutti i nostri fratelli e sorelle che sono stati vittime della più recente ondata di violenza contro i cristiani, oggi siamo tutti vestiti di nero e offriamo le nostre preghiere e penitenze per il loro eterno riposo. Invitiamo la Chiesa universale e tutti i cristiani a unirsi a noi nella preghiera per i nostri fratelli e sorelle che sono morti e per la pace e la sicurezza in Nigeria. A tutti i nostri fedeli rivolgiamo un appello appassionato: questa situazione ci sfida tutti a una vita di testimonianza coerente al Vangelo. L’impatto della nostra fede cristiana deve essere avvertito nella vita pubblica. Non è il momento di scendere a compromessi per motivi di convenienza personale, ma di eroismo nelle virtù cristiane. Ricordiamo le parole di nostro Signore: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” (Matteo 10,28). Presto sarà Pasqua e il Signore mostrerà che ha trionfato sul male, sull’oscurità e sulla morte. Questa certezza ci infonda coraggio».

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