di Sr. Ch. Cristiana Scandura osc

Quando penso allo Spirito Santo e al Suo modo di agire e di operare mi viene sempre in mente la mia cara Mamma, era dolcissima e al contempo tenacissima. Con la sua dolce tenacia arrivava dove voleva e questo faceva di lei, apparentemente debole, una donna forte, simile, per certi versi, all’altra mia Madre: Chiara d’Assisi, anch’ella tenace, che pur comportandosi con “dolcezza e rispetto”, unite “all’obbedienza e riverenza”, ottenne con la sua tenacia l’approvazione della Regola da parte del Papa che si mostrava un po’ ritroso temendo soprattutto l’asprezza della radicale povertà.

Ebbene, mi sembra che lo Spirito Santo, che a parer mio esprime la maternità di Dio ed è come la Sua carezza, agisca proprio così: con DOLCEZZA, DELICATEZZA e INSISTENZA.

Se non si avvertono i Suoi richiami (o si fa finta di non udirli perché talvolta ci scomodano), Lui ritorna a farceli sentire, con pazienza e costanza.

Così è stato quella volta che mi ha messo in cuore il desiderio di comporre e dedicare un canto a tutte le Sorelle e i Fratelli Ospiti della Comunità Cenacolo Cristo Re di Biancavilla, per esprimere il mio affetto e la mia fraterna vicinanza e, seguendo questa ispirazione, ho composto per loro il canto: “LA MIA GIOIA È GESÙ”.

In esso si parla delle fatiche e delle nuvole che attraversano la nostra vita, ma anche della gioia che scaturisce dalla certezza del Sole che splende dietro quelle nuvole. Si parla della croce che, se portata con amore, insieme a Cristo, pesa di meno. Si parla del nostro cammino che talvolta è buio e impervio, talaltra incerto; non sempre, infatti, comprendiamo la nostra storia, come un ricamo che ora guardiamo dal rovescio, scorgendo solo un intreccio di fili disordinati, ma che un giorno guarderemo invece dal “dritto” e ci apparirà in tutta la sua bellezza e tutti i nostri perché troveranno una risposta.

Questi Fratelli sofferenti hanno sempre suscitato in me particolare tenerezza e ricordandoli ogni giorno nella preghiera, mi sento legata a loro da vincoli di amore profondo.

Quale non è stata la mia gioia nel constatare la grande e inaspettata risonanza che questo piccolo gesto ha fatto scaturire in loro.

Sono stati infatti molto toccati dal fatto di sentirsi pensati e, insieme al Primario, agli Educatori e agli Operatori sanitari che, come degli Angeli si prendono cura di loro, non solo per lavoro ma prima di tutto per amore (ben lo si vede), hanno espresso il desiderio di venire in Monastero per lodare insieme il Signore (nel frattempo avevano pure imparato il canto, persino con l’accompagnamento strumentale).

Insieme alle mie Sorelle, ho atteso questo incontro con tanta trepidazione e desiderio, come se Gesù in persona dovesse venire a trovarci (e non è forse così?).

È stato un evento di grazia, un momento molto commovente, gioioso e bello.

Molti dei Fratelli hanno espresso la loro gratitudine e la loro commozione (anche con lacrime di gioia) per il fatto di essersi sentiti “toccati nel profondo”, di “aver sentito nel loro cuore qualcosa di nuovo”, di “essersi sentiti rinascere”, …

Non posso che lodare e benedire il Signore che sempre opera grandi cose, servendosi di quelle piccole.

Basta davvero così poco per rendere felici gli altri. E se stessi. Perché il bene, prima di rendere felice chi lo riceve, rende felice chi lo compie. Ognuno poi quando è felice esprime la propria gioia in modo diverso. Personalmente quando sono felice, io canto e siccome canto sempre

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