di Daniela Cocina

Meditazione, preghiera e digiuno: i tre pilastri della fede del Santo eremita adranita. I festeggiamenti in onore di San Nicolò, patrono e concittadino di Adrano, sono uno dei momenti più sentiti per la cittadina etnea. Ogni anno dal 2 al 4 agosto si rievocano le tappe fondamentali che hanno segnato l’esistenza terrena del Santo fino alla Gerusalemme celeste. Il 2 agosto si è svolto il tradizionale pellegrinaggio “all’Aspicuddu”, luogo in cui il giovane Santo si era rifugiato per fuggire dalla sua famiglia d’origine, seguendo la via della meditazione e della preghiera.

Ma i familiari del Santo – come ricordano le fonti storiografiche – lo cercarono in lungo e in largo: il giovane Nicolò percorse allora molti chilometri a piedi e cercò rifugio nel territorio di Alcara li fusi, dove il corpo del Santo si trova attualmente (nel 1926 il “sacro teschio” fu concesso agli adraniti come reliquia) e che condivide il culto con la città di Adrano. Altro momento importante è stato il tradizionale omaggio floreale deposto simbolicamente a nome della cittadinanza, in cima alla statua del Santo situata nella centralissima piazza Sant’Agostino. Il 3 agosto alle 7 del mattino, invece, è stata celebrata da Monsignor Reina rettore della Chiesa di San Nicolò, la tradizionale “messa dell’aurora”.

Nell’omelia della celebrazione è stata tratteggiata la straordinaria vita del Santo, il suo amore per Gesù e la volontà di aderire pienamente al progetto di Dio, abbandonando i beni terreni per abbracciare la via dell’ascesi e del digiuno. Uno dei miracoli più significativi attribuito al Santo avvenne il 10 maggio 1503, a seguito di una siccità che perdurava da oltre un anno. La città di Alcara, dove giacevano le spoglie del Santo eremita, celebrò una “rogazione” per chiedere l’intercessione dei Santi Alfio, Filadelfio e Cirino. Il “miracolo della pioggia” accadde quando la processione giunse nel luogo di sepoltura di Nicolò e moltissimi pellegrini furono guariti dalle infermità per volontà divina.

Altro momento di solennità è stato quello della messa serale, concelebrata da Monsignor Salvatore Gristina, Arcivescovo metropolita di Catania e da Monsignor Giuseppe Schillaci, Vescovo di Lamezia Terme e adranita di nascita. Per via della Pandemia e delle restrizioni non ha avuto luogo la suggestiva “volata dell’Angelo”; alla fine della celebrazione eucaristica il vincitore del concorso “L’angelo della volata 2021” –  il piccolo Nicola Neri di 8 anni – ha recitato la poesia al Santo.

I festeggiamenti in onore di San Nicolò Politi si sono conclusi il 4 agosto con la celebrazione delle 19.30 nella piazzetta antistante l’omonima chiesa. Molti adraniti saranno certamente rimasti delusi per la scelta di far risaltare la sola dimensione religiosa, tralasciando quella folcloristica. Il Vicario foraneo Don Pietro Strano aveva sottolineato la necessità di puntare all’essenziale: “come il Santo ristorato dall’acqua che Dio gli concesse per la sete che gli bruciava la gola – si legge nel programma allestito per l’occasione –  anche noi cristiani dobbiamo riprendere il cammino verso la santità sulle orme di Nicolò Politi”.

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