di Giuseppe Adernò
La giornata del 25 aprile ha avuto inizio presso il Sacrario dei Caduti nella Basilica di San Nicolò – Monastero dei Benedettini – con la partecipazione dell’Arcivescovo  Mons. Luigi Renna, del Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, del Contrammiraglio Giancarlo Russo, dell’assessore Andrea Barresi, in rappresentanza del Sindaco con la fascia tricolore, delle Autorità militari della Città, dei rappresentanti dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani)  e dell’ANCRI, (Associazione degli Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica)

Una cerimonia sobria, ma ricca di valenza simbolica di attenzione agli eventi della storia di ieri e di oggi.

Le 33 lapidi in marmo  con i nomi dei 2300 Caduti catanesi costituiscono un segno di particolare attenzione, secondo di progetto del Ten. Col. Vito Pavone e nel messaggio introduttivo alla benedizione dei Caduti di tutte le guerre, Mons. Renna ha evidenziato come il ricordo e la memoria delle vittime innocenti di tutte le guerre che oggi vengono onorate con omaggio di corone d’alloro, in questo particolare momento storico  diventa fervida invocazione del dono della Pace  che si unisce alla preghiera di suffragio per i Caduti di tutte le guerre.

Il fragore delle armi nella vicina Ucraina e la innumerevoli vittime dei bombardamenti russi rende il 25 aprile di quest’anno particolarmente vivo e non solo come  ricordo degli eventi di 77 anni fa, ma   l’avanzare della  nube nera della guerra in Europa, suscita sgomento, allarme, indignazione.

L’invocazione di Pace diventa corale desiderio che accomuna i popoli e le Nazioni, il ripudio della guerra”, come recita l’at. 11 della Costituzione, aggrega il comune sentimento di armonia e di benessere. 

La libertà che si grida nei cortei, è stata una tenace conquista che è costata sacrifici ed ha provocato tanti morti, per questo è necessario fare di tutto per evitare che questo dono di valore, foriero di democrazia e di benessere si possa perdere, come sta avvenendo nella vicina Ucraina.

A cosa serve oggi festeggiare se poi, ci sono uomini che devono ancora resistere?” è questa una delle tante espressioni che vengono citate nei discorsi commemorativi della ricorrenza.

L’impegno civico di questo 25° aprile di solidarietà verso il popolo ucraino non si limita alla sola accoglienza, ma a sostenerli nella faticosa resistenza, parola che inizia con la lettera “R” e che richiama la ripresa, la ricostruzione, il risveglio di quell’amor di Patria che si affievolisce sempre più.

La cerimonia ufficiale della provincia di Catania ha avuto luogo a Giarre nel corso della quale il Prefetto, i Sindaci, le autorità militari, le associazioni combattentistiche d’Arma hanno testimoniato con solennità la fedeltà ai valori proclamati.

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