Al teatro Don Bosco di Catania è stato messo in scena dal CGS LIFE – APS di Biancavilla, il musical “Baraccopoli”, quest’opera scritta da Turi Giordano e Pina Costa con musiche originali di Armando Bellocchi, ha visti impegnati molti giovani del territorio, che per mesi si sono preparati per mettere in scena lo spettacolo.

La vicenda narra di un ragazzo, rimasto orfano da piccolo, dovendo lasciare, raggiunta la maggiore età  l’orfanotrofio, va alla ricerca di un sincero “buongiorno”, si imbatte in una baraccopoli, abitata da barboni ostici e scorbutici. Il nostro protagonista, Fefè, riuscirà a creare un ambiente piacevole all’interno della baraccopoli e a far andare d’accordo i barboni grazie alla sua bontà ed empatia. Purtroppo però la loro quiete verrà minata da degli uomini d’affari, intenzionati ad acquistare il terreno sul quale erano state costruite le loro umilissime dimore. Riusciranno a mettere in salvo la loro ritrovata armonia? Per rispondere a questa domanda consiglio di attendere una futura replica e scoprirlo da sé!

La prima cosa che colpisce lo spettatore è l’apparente semplicità della scenografia e dei costumi accompagnata dai sorrisi travolgenti degli attori, si desidera far riscoprire a chi guarda quella gioia, quasi infantile, che proviene dalle piccole cose: il motto dei nostri barboni è “ci vuole così poco per vivere e gioir”.

Questo spettacolo è riuscito a conquistare i cuori di tutti i presenti in sala dai più piccoli, che hanno apprezzato i suoni e le smorfie della clownerie, ai più grandi, affascinati dalla presenza di scene capaci di far riflettere, come l’ipocrisia di chi dapprima afferma “ho cinque dita come te”, ma poi abbagliato dalla ricchezza gira le spalle ad ogni buona parola detta.

A seguito dello spettacolo vi è stato anche un momento di dibattito con il pubblico, anche questo ironico e toccante. Tra i vari interventi è stata invitata sul palco una famiglia Ucraina, una mamma con i suoi due bambini, a cui è stata affidato un oggetto di scena simbolico, “La Palma dei Miracoli” che dal paradiso è stata consegnata a Fefè, con l’augurio di un vero miracolo e il proposito di tante preghiere.

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