di don Giuseppe Longo

A ridosso delle feste natalizie l’Arcivescovo ha organizzato un incontro al Seminario arcivescovile con coloro che amministrano la cosa pubblica. Hanno affiancato Mons. Renna il Vicario generale, Mons. Salvatore Genchi, e il direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il Lavoro, Don Piero Sapienza.

Erano presenti politi rappresentanti delle istituzioni nazionali, regionali e locali: la deputata nazionale on. Valeria Sudano, l’on. regionale Giuseppe Castiglione accompagnato dal presidente del consiglio comunale di Catania Sebastiano Anastasi, ed un corposo numero di sindaci: Fabio Mancuso di Adrano, Vincenzo Magra di Mascalucia, Angelo Pulvirenti di Nicolosi, Alfio Cristaudo di Pedara, Antonino Bellia di San Giovanni La Punta, Giuseppe De Luca di Maletto, Pino Firrarello di Bronte, Marco Rubino di Sant’Agata Li Battiati, Giuseppe Corsaro di Misterbianco, Antonino Naso di Paternò. Numerosi erano gli amministratori locali a vario titolo fra cui Francesco Marcantonio assessore comune di Gravina di Catania.

L’incontro è stato condotto sull’ormai consolidato stile dei Cantieri di Betania del Cammino Sinodale giunto al secondo anno, durante il quale attraverso l’ascolto si riesce a giungere a conoscere le singole realtà, al servizio delle quali si è chiamati ad operare. Dopo la conoscenza del tessuto vitale chiunque amministri beni comunitari materiali, morali o spirituali, operata una profonda interpretazione, deve operare delle scelte, orientando l’agire tenendo sempre presente il bene comune e i diritti inviolabili della dignità della persona umana.

Mons. Renna ringrazia Onorevoli, Sindaci, Presidenti di Consiglio, Assessori e Consiglieri, per aver accettato questo invito a convenire in questo luogo per lo scambio di auguri natalizi e per il nuovo anno. “Non vuole essere un momento formale, ma il modo in cui ho la possibilità di dirvi il mio grazie per la vostra accoglienza della mia persona, chiamata a servire la Chiesa di Catania, il cui territorio voi servite in modo diverso dal mio, ma che ha a cuore le stesse persone; è il modo in cui, quello di questi auguri, guardiamo nella stessa direzione, quella che il Natale ci indica”.

Guardare nella stessa direzione significa avere a cuore le stesse mete e farsi compagnia lungo la strada per raggiungerla.

“La nostra compagnia, come dicevo, è quella di chi appartiene a istituzioni diverse, che hanno a cuore le stesse persone: voi come amministratori del bene comune, io e tutta la comunità cristiana nella cura delle persone, che non si ferma certo alla dimensione spirituale, ma abbraccia tutte le dimensioni della Vita, compresa quella sociale”.

La bassa percentuale di chi ha partecipato alla consultazione elettorale, è il segno di una rassegnazione allo status quo di tante problematiche, che non guarda più alla “vostra nobile arte di ‘organizzare la speranza’ come alla soluzione più efficace. Il vostro Vescovo non gioisce di certo se la gente frequenta di più le mense della Caritas o i centri di ascolto dove i poveri vanno a rappresentare le loro esigenze familiari e personali, piuttosto che i centri di collocamento o i luoghi dove possano trovare risposte durature alle situazioni di precarietà”.

Ogni volta che diminuisce il senso di partecipazione, di fiducia nelle istituzioni, la speranza che le soluzioni politiche possano dare risposte alle domande di un popolo, viene sconfitta la democrazia, la dignità di chi Vuole ‘avere voce in capitolo’. il futuro stesso di un Paese che si è edificato, lasciandosi alle spalle forme di dittatura che hanno insanguinato il ‘secolo breve’, per poter sentirsi protagonista democraticamente all’edificazione del suo futuro.

“Indubbiamente la questione morale attraversa ancora la vita delle nostre istituzioni e crea quel deficit di fiducia che non permette di guardare nella stessa direzione, quella del bene comune.

Guardare nella direzione del Natale, come i pastori che sentirono l’annuncio degli angeli e si misero in cammino, significa per noi dirigerci verso ciò che può nutrire la vostra nobile arte: le competenze e gli ideali”.

Le competenze riguardano le professionalità dei politici richieste sempre più dalle leggi che assicurano sviluppo, transizione ecologica e progettazione di un futuro solido economicamente.

Gli ideali hanno sostituito le ideologie, facendo abbassare i toni delle contrapposizioni per centrare l’attenzione sull’uomo e sulla città.

“Guardare a Betlemme per i cristiani significa guardare verso un Dio che si è fatto uomo per diventare ‘esperti in umanità’, mettendo al centro l’indigenza delle periferie dove la dignità umana è calpestata soprattutto dalla mancanza di lavoro”.

Guardare al Natale è guardare verso il valore della famiglia ed in particolare verso quelle famiglie costrette ad emigrare per sfuggire a situazione di dolore, di povertà e di sopraffazione.

Tutto ciò suggerisce che le diverse Istituzioni pubbliche e la Chiesa debbano camminare insieme per fare discernimento ed adottare iniziative volte a fronteggiare e risolvere le criticità del territorio, coniugando solidarietà a sussidiarietà.

Dall’ascolto degli interventi dei vari politici presente è emerso che l’offerta da parte della Chiesa di momenti di incontro è sicuramente una possibilità di mediazione politica.

Dal confronto può emergere non solo una lettura del territorio più articolata, ma anche suggerimenti legislativi ed opportunità economiche preparati dalle politiche adottate dal governo a sostegno dei soggetti più deboli per far fronte alle varie problematiche di un salario dignitoso, dei disagi della famiglia, della dispersione scolastica, dell’accoglienza ed integrazione dei migranti, delle pensioni ormai insufficienti, e da non dimenticare la necessità dell’inclusione sociale non solo dal punto di vista economico, culturale, ma, soprattutto, recuperando l’interesse alla partecipazione attiva alla vita della comunità.

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