di Giuseppe Adernò

L’ultima domenica di gennaio i festeggiamenti agatini registrano significativi eventi ed il programma serale prevede la Celebrazione Eucaristica presso la chiesa di Sant’Agata al carcere dove l’Arcivescovo al suono festoso delle campane ha portato la reliquia del sacro velo.

Dopo una devota visita al santo carcere, dove Sant’Agata ha ricevuto la visita miracolosa di San Pietro, e dove ha esalato l’ultimo respiro il 5 gennaio del 251 d.C., ha avuto inizio il solenne rito con la rappresentanza delle Autorità cittadine e militari.

Secondo l’antica tradizione che il Comm. Luigi Maina ha coordinato negli anni, all’inizio della Santa Messa è stato rinnovato il rito della consegna dell’anello in pietra agata bianca con l’effige della Santa Martire che il Civico Senato della Città, oggi l’Amministrazione comunale di Catania consegna all’Arcivescovo da tenere per tutto il periodo dei festeggiamenti agatini, segno visibile di “sposalizio con la città” e di attiva cooperazione tra la comunità civile e quella ecclesiale.

La festa di Sant’Agata, infatti è una festa liturgica e comunale e i due Enti cooperano in sinergia di intenti per il bene dei cittadini.

Quando il 4 febbraio, dopo la Messa dell’Aurora, inizia il giro esterno del Fercolo con il busto reliquario il Parroco della Cattedrale simbolicamente consegna Sant’Agata ai cittadini.

Data la particolare contingenza amministrativa della Città, senza la presenza del Sindaco ed in attesa del nuovo commissario straordinario, Piero Mattei, Il Vice Commissario Bernardo Campo ha recitato la formula di consegna dell’anello di Sant’Agata a Mons Luigi Renna, che per la prima volta ha presieduto il solenne rito, baciando il sacro anello e dando così inizio alla grande solenne festa della Santa Patrona.

Nell’omelia Mons. Renna ha evidenziato il rapporto tra Stato e Chiesa, come sancito dalla Costituzione e ben definito dalla “Gaudium et Spes” del Vaticano II, ha invitato l’assemblea a pregare per i governanti della Città, perché agiscano sempre con saggezza e nella ricerca del vero bene comune per tutti i cittadini.

Commentando l’incisione latina esposta nella parete della chiesa “Per me civitas catanensium sublimatur a Cristo” ha messo in luce l’intenso legame spirituale che unisce la giovane Martire alla sua città natale e come dal cielo è sempre custode e vigile protettrice.

La giornata domenicale si è conclusa in piazza dei Martiri, dove alla base della storica stele votiva, eretta dal civico senato nel febbraio del 1744, a perpetua e grata memoria della scampata epidemia messinese di peste, le associazioni agatine, assieme ai vigili del fuoco hanno deposto una corona di fiori.

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