di Mariachiara Papa

Si è tenuta, venerdì pomeriggio presso l’Arcivescovado di Catania, la presentazione della Carta degli impegni 2023, prodotto dei tavoli tematici della XVI giornata sociale diocesana. Quest’ultima, che prende le mosse dall’enciclica “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII, ha visto laici di tutta la diocesi catanese confrontarsi sui problemi della pace che si ricollegano alle tematiche del lavoro e della giustizia che di fatto sono state sviluppate da agosto sino ad ora.

A introdurre l’incontro nel Salone dei Vescovi, Don Piero Sapienza, direttore dell’ufficio dei problemi sociali e del lavoro, che ha iniziato il suo intervento citando Papa Francesco, parlando di una terza guerra mondiale a pezzi di cui non possono occuparsi solo i governi.

«La pace non è solo assenza di guerra – continua Don Piero – ma l’impegno instancabile soprattutto di quanti occupiamo un ufficio di maggiore responsabilità di riconoscere, garantire e ricostruire concretamente la dignità, spesso dimenticata o ignorata, dei nostri fratelli, perchéé possano sentirsi protagonisti del destino della propria nazione».

A presentare i punti della carta degli impegni, Claudia Flammia, componente della Commissione Diocesana PSL, la quale ha ribadito le parole conclusive di Mons. Renna pronunciate durante la Giornata Sociale Diocesana, invitando ad essere cristiani esigenti. “Durante la Giornata Sociale – prosegue la giovane relatrice – il lavoro è stato articolato in sei gruppi. Dalla sintesi di questi lavori nasce la carta degli impegni. Il primo dato emerso è l’esigenza di una collaborazione generazionale.”

Sono stati toccati, poi, anche i temi della dispersione scolastica, della criminalità organizzata e dei beni confiscati alla mafia che potrebbero essere impiegati per scopi sociali. Ha concluso, infine, ponendo l’accento sulla necessità di lavorare per una partecipazione attiva e alla promozione di una rete territoriale.

Camminare Insieme” espressione chiave dell’intervento conclusivo di Mons. Renna che, in prossimità della Via Crucis, sollecita l’impegno dei cristiani cattolici a “portare la propria Croce per poter seguire Cristo, portare le responsabilità che noi abbiamo come catanesi, che non sono neanche le più pesanti del mondo, dinanzi ai vari Pilato che incontriamo”.

Continua e conclude, aggiungendo che: “Dobbiamo essere cirenei come tutti gli uomini e le donne che lottano per la giustizia, che lottano per i valori, quelli che lottano per essere onesti. Noi dobbiamo portare la croce come tanti uomini e donne di buona volontà.”

Subito dopo ha fatto seguito un momento di preghiera ma soprattuto di riflessione, svoltosi nella Chiesa la Badia di S. Agata la “Via Crucis del Lavoro e della Pace”, guidata dall’Arcivescovo.

Il percorso spirituale, sullo sfondo delle quattordici stazioni della Passione di Cristo, ha toccato i temi della fraternità, degli incidenti sul lavoro, della situazione lavorativa della donna, dei minori nel Mondo e della dimensione umana e sociale che deve trovare espressione nel lavoro “come via per realizzare sé stessi e raggiungere il fine voluto da Dio”

Seguendo l’esempio di Gesù, attraverso questa Via Crucis, dobbiamo essere luce e lottare contro il buio che affligge le sofferenze umane, gli ultimi, essere speranza per chi è spogliato della sua dignità. Dobbiamo accogliere il Dono di Gesù che, “fruttificato” nella nostra storia quotidiana, ci aiuta a rendere il mondo più giusto e fraterno.

Dopo la preghiera di Don Primo Mazzolari, a conclusione, la meditazione di Mons. Renna che ha ribadito quanto detto durante la presentazione della Carta degli Impegni, sottolineando l’importanza di vivere da veri Cristiani Cattolici in un momento storico in cui vi è bisogno di essere voce contro le ingiustizie.

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