Nell’ambito dell’anno giubilare iniziato lo scorso 2 gennaio per celebrare il centenario di elevazione del tempio mompilerino a primo Santuario diocesano, si colloca l’approvazione definitiva concessa dal nostro Arcivescovo Mons. Luigi Renna il 25 marzo u.s. al formulario della Messa Propria della B.V.M. di Mompileri. Questo, composto tra il 2011 e il 2012, aveva già ricevuto a suo tempo l’autorizzazione verbale di Mons. Salvatore Gristina; recentemente, in vista dell’approvazione definitiva, è stato rivisto dall’Ufficio Liturgico Diocesano, che vi ha apportato ulteriori modifiche sul piano teologico, liturgico, musicale. Detto formulario, già mirabilmente disaminato al capitolo 5 della tesi di laurea magistrale del diacono don Angelo Maugeri, offre una ricchezza scritturistica e una lettura tipologica che già a partire dai testi proposti, sia vetero che novo testamentari, parafrasando Lumen Gentium 55, vede in essi “profeticamente adombrato” l’evento del ritrovamento della sacra effigie marmorea della Madonna delle Grazie, dopo 35 anni di permanenza nelle profondità della terra. Sappiamo che Maria, come del resto ci insegna il Concilio che nel 1964 produsse uno dei testi più ampi e profondi riguardanti la Vergine SS., ovvero il capitolo 8 di Lumen Gentium, va celebrata in modo speciale; in questo senso si comprende il nuovo formulario che, come affermato dal rettore don Alfio Privitera “imprime un sigillo che caratterizza ulteriormente il cammino del Santuario etneo e lo apre ad una comprensione sempre nuova del suo mistero”. Proprio per ottemperare alla sua caratteristica principale, che è quella di incremento della spiritualità e di incontro più intimo con il Trascendente, ogni Santuario, secondo quanto suggerisce il teologo mons. Gianni Colzani, assieme al ministero della riconciliazione e all’accoglienza dei pellegrini, circostanze particolarmente feconde su cui fondare un proficuo dialogo pastorale, deve curare tanto la liturgia: in quest’ottica si comprende l’utilizzo del formulario proprio che bene esemplifica, declinandolo nel vissuto dell’evento mompilerino, quanto già esplicitato dalla Costituzione Conciliare sulla sacra liturgia Sacrosantum Concilium che giustamente ricorda come “ il culto alla Madre del Signore si inserisce, nel modo che gli è proprio, nella dinamica teologica che caratterizza la liturgia, quale azione di Cristo e della Chiesa”. In ultima analisi, le letture bibliche e le parti eucologiche composte per questa Messa propria, se evidentemente traducono il messaggio di speranza e di rinascita insito in Mompileri, dall’altro ci ricordano che l’opera salvifica attuata da Cristo, a livello storico si è realizzata a partire da colei di cui, come ricorda quel felice aforisma, non si dirà mai abbastanza, il cui culto da secoli scandisce le vicende delle genti etnee.

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