«I social plasmano le coscienze per cui è importante comprendere come usarli» così monsignor Luigi Renna apre il convegno “La tutela dei minori e delle persone vulnerabili nel web e nell’intelligenza artificiale”. Tenutosi a Catania e organizzato dai Servizi Tutela Minori delle diocesi di Catania, Acireale e Caltagirone, il convegno ha visto la partecipazione del presidente dell’associazione Meter, don Fortunato Di Noto, che spiega come il web e l’intelligenza artificiale ci siano ancora sconosciuti, proprio come i loro effetti sulle persone e soprattutto sui minori  «i minori sono sempre più vulnerabili, è aumentata la paura per l’emarginazione. Il divario digitale ad oggi è altissimo, parliamo di due miliardi di giovani sotto i ventitré anni che non hanno nemmeno internet – continua il moderatore – la formazione è fondamentale affinché possano essere tutelati tutti, in particolar modo i più piccoli».

Francesco Guarnieri, responsabile STM Diocesi di Acireale, parla di come la Chiesa stia cambiando atteggiamento verso questo tema e di come sia importante riuscire a prevenire gli abusi «i Servizi diocesani tutela minori hanno il compito di fare formazione. Sono stati aperti degli sportelli di ascolto a cui ci si può rivolgere per ricevere aiuto o per fare delle segnalazioni».

A soffermarsi su rischi e benefici dell’intelligenza artificiale è il professore emerito di psicologia generale dell’Università di Catania, Santo Di  Nuovo, «oggi tutto è intelligente a partire dal cellulare fino ad arrivare alla lavatrice. L’intelligenza artificiale fa da supporto agli umani, per esempio esistono robot che fanno la spesa agli anziani, altri che fanno da mediatori tra operatori e bambini con disabilità. Ma la chiave sta qui – continua il professore – bisognerebbe usare l’IA solo come un supporto, invece ad oggi ci rendiamo conto di quanto effettivamente sia pervasiva, di come ci stia levando la privacy e stia cambiando il nostro modo di relazionarci con gli altri. Proprio i bambini sono quelli più esposti a questi rischi».

A questo proposito Carlo Di Noto, direttore Meter Onlus, esperto del mondo dell’infanzia e dell’internet security fa notare quanto la colpa sia degli adulti «gli adulti cercano di tutelare i bambini ma a quanti anni gli mettono in mano un cellulare? A quanti anni gli consentono di avere la connessione ad internet? Quanti di questi piccoli sono davvero controllati?». Sono tutte domande che ci portano a riflettere sul fatto che tante volte certe situazioni potrebbero essere evitate, sappiamo purtroppo che il web ospita tanti pedofili che non aspettano altro di condividere foto e video inappropriati, cercando di indurre i minori a fare lo stesso. «È una vera e propria manipolazione, di fatto vengono presi di mira soprattutto i minori “soli” e vengono incalzati a non raccontare nulla ai propri genitori».

A concludere il convegno è stato il professore Fortunato Ammendolia, ricercatore in Pastorale Digitale, Intelligenza Artificiale ed Etica, che sottolinea l’importanza di porre dei limiti «dobbiamo saperci porre dei limiti. Viviamo un’esistenza ibrida tra fisico e digitale, per cui non dobbiamo soltanto abilitarci ad usare questi ambienti ma dobbiamo saperci stare altrimenti potrebbero entrare nella nostra vita, decidere per noi e creare dei nuovi noi anche dopo la nostra morte tramite le informazioni che noi stessi gli abbiamo dato in vita».

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