Si scrive 8xmille alla Chiesa Cattolica e si rintraccia sul territorio come un’estesa e ramificata rete di supporto per rispondere alle molteplici forme di povertà che riguardano fasce di popolazione con bisogni diversi e sempre più complessi, sostegno ai sacerdoti ed esigenze di culto e pastorale che si declinano anche nella cura e manutenzione del patrimonio artistico religioso. È una firma che non costa nulla, perché l’8xmille costituisce la quota del gettito complessivo dell’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche), eppure incide in maniera determinante sulle vite di migliaia di persone catanesi. “Sappiamo che Catania è un territorio particolarmente complesso – spiega don Roberto Catalano, incaricato diocesano di Sovvenire e parroco di ‘Cristo Re’ – e l’8xmille permette di aiutare e di fare del bene”.

Le opere segno

In campo ci sono le numerose opere segno della Caritas diocesana “a partire dal’Help Center – prosegue il don – attivo dal 2006 che offre innumerevoli servizi ai più fragili”. La struttura si configura come un vero e proprio pronto soccorso sociale, garantendo pasti caldi, colazione, servizi di bagni e docce, taglio di capelli, l’unità di strada che ascolta e consegna pasti ai senza dimora e anche interventi più complessi coordinati dal Centro di Ascolto come l’orientamento al lavoro, la consulenza legale e la rete di accoglienza sanitaria. “Inoltre, tra le molte opere – precisa don Roberto -, c’è anche ‘Casa Sant’Agata’, un bene confiscato alla mafia e concesso in comodato d’uso alla Caritas che ospita donne vittime di violenza con minori, parliamo purtroppo di un’emergenza che ancora oggi è particolarmente attuale”. Un’azione sul territorio che vede la Caritas come punto di riferimento anche per le parrocchie: “Come parroco mi capita spesso di inviare persone alle strutture gestite dal nostro organismo diocesano della carità: penso che siano opere che facciano onore a tutta la comunità di Catania e che sono permesse soprattutto grazie al contributo dell’8mille alla Chiesa Cattolica”. Per una città che vive complicate situazioni di marginalità anche in maniera abbastanza diffusa, il servizio della Chiesa di Catania “è prezioso e se ne fa carico con semplicità e generosità, senza considerare la religione o la provenienza della persona”. 

Il sostentamento del clero

Non solo Caritas, l’8xmille contribuisce anche al sostentamento dei sacerdoti che in città svolgono una necessaria azione pastorale che si abbina a quella sociale. “Il sostentamento al clero non è lo stipendio dei sacerdoti – sottolinea don Roberto – perché ricordiamo che quel compenso che si riceve poi viene anche utilizzato per aiutare i fedeli in difficoltà, per fare la spesa alle famiglie”. Il parroco, insomma, è al centro della comunità che s’irradia sul territorio anche tramite le tante Caritas parrocchiali. “E poi – aggiunge don Roberto – bisogna considerare che noi ci siamo sempre, nella mia parrocchia passo tanto tempo ad ascoltare persone anziane che spesso sono sole”. Per aiutare i sacerdoti, inoltre, esiste anche l’altro strumento delle offerte deducibili versate a favore dell’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero. Le storie dei sacerdoti di tutta Italia, del loro impegno e della loro dedizione alla comunità, sono raccontate sul portale Unitineldono.it.

C’è un ultimo capitolo decisivo che riguarda l’8xmille e comprende, tra le altre cose, anche i lavori di cura, restauro e manutenzione delle chiese. “Grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica – riporta la propria esperienza padre Roberto – sono riuscito a restaurare una chiesa e a rifare il tetto danneggiato. La parrocchia ha contribuito per un quarto del totale, il resto è arrivato dai fondi nazionali”. La manutenzione dei beni culturali è necessaria: “Noi li abbiamo ricevuti – conclude don Roberto – e dobbiamo trasmetterli, anche in condizioni migliori, a coloro che verranno dopo di noi”.

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