Durante l’estate nella maggior parte dei centri storici della Diocesi,  inizia la movida. Pub e locali, utilizzano gli spazi esterni delle città, valorizzando e facendo conoscere ai ragazzi e ai turisti, la bellezza delle piazze, circondate da chiese, monumenti, palazzi storici , fontane ecc.

Ma tanta bellezza viene messa a dura prova da comportamenti maleducati, uniti a un mancato controllo delle autorità, che trasformano  i centri urbani in luoghi di caos e sporcizia che alcune volte rischiano di rovinare un patrimonio che gli scorsi secoli hanno consegnato alla nostra generazione.

Questa la lettera inviata da Don Agrippino Salerno Prevosto parroco della Chiesa Maria Santissima dell’Elemosina di Biancavilla indirizzata alle autorità della sua città.

Padre Pino Salerno, prevosto di Biancavilla

Carissimo Signor Sindaco e Rispettabili Autorità di competenza,

la presente lettera diviene ora voce- documento del disagio che raccolgo dai cittadini del Centro Storico e non e del continuo abuso che subisco nella difesa del  patrimonio storico-culturale della nostra amata città di Biancavilla.

Più volte ho manifestato rammarico per quanto accade nella nostra città e molte volte sono stato disatteso o addirittura considerato “voce che non ha voce”. Premetto che la presente lettera non vuole minimamente offendere le Loro Rispettabilissime Persone ma vuole solo lanciare un ennesimo appello alle Istituzioni affinché venga regolamentata la vita civile nella nostra città, soprattutto nel rispetto delle regole basilari che dovrebbero garantire la serenità di tutti i cittadini che, a loro volta, auspicano vedere nel proprio paese il decoro d’immagine e la condivisione dei valori più alti.

L’umanizzazione della vita civile è segno e civiltà di un popolo e il rispetto della libertà altrui ne è la conseguenza più nobile.

Prendo la penna per sottoscrivere il mio impegno fattivo e fiducioso in una piena collaborazione con le Istituzioni affinché lo sforzo teso da tutti possa costituire un contributo per l’edificazione di una “mentalità nuova”.

Ora ci vogliono i fatti e non le parole!!  Le parole se diventano solo “messaggi virtuali” sui social, scatenando solo polemiche che, sicuramente esprimono una libertà mal usata, ridendo e riducendo a mera ironia di parte, il bene inviolabile della dignità della persona, servono ben poco e lasciano il tempo che trovano oltre l’amarezza del cuore e l’essere offesi da entrambi i lati. Più volte leggo con rammarico gli attacchi dei cittadini sui social che aizzano odio e divisione e critica che non costruisce certamente la “mentalità nuova”. Non deve essere la lacerazione di un popolo a costruire la città ma il dialogo civile e rispettoso dove l’ascolto prevale sull’istinto.

Chi sta in alto non è posto per comandare ma per servire. Anzi si serve di più proprio perché dall’alto si vede di più e si ci può chinare sulle necessità di tutti. Una città è come un corpo dove ogni parte è essenziale (perché il corpo anche nelle sue minime parti porta nel piccolo il tutto, dove il minimo dolore della parte più nascosta è sentito da tutto intero il corpo).

Chi ha responsabilità di guida e di governo non possiamo eludere il nostro compito primario di “essere educatori”. Educare non è prettamente legato alla vita scolastica istituzionale solamente, ma in   tutti gli ambiti della vita umana abbiamo l’occasione e la responsabilità del processo di “formare la Coscienza della Persona”, nel tirare fuori e nel plasmare il “Buono e il Vero della vita di relazione”.

Purtroppo l’analisi sociale dei nostri tempi evidenzia la formazione di un soggetto- Persona sempre più chiuso nell’Io, nell’egoismo, nel volere solo il proprio Bene. La vera formazione di cui tutte le Istituzioni si debbano fare carico è quella che riesce ad accompagnare e maturare “l’Io verso il Noi”.  La libertà non può diventare libertinaggio ma rispetto verso tutti e tutto.

Da questa premessa muovo le mie considerazioni.

Prima di scrivere mi sono documentato sulle leggi e provvedimenti adottati da diversi comuni della nostra amata Nazione.  La movida selvaggia è stata regolamentata in molte città.

La movida di Biancavilla, per quanto possa essere un fenomeno naturale in una città, lasciata fuori controllo, come è stata negli ultimi tempi, rischia di arrecare più danni che piacere.

Per quanto bisogna tutelare il divertimento e la libera attività degli esercizi commerciali come bar e locali, bisogna anche salvaguardare i residenti ed il patrimonio storico ed artistico cittadino.

In questa lettera si evidenziano, infatti, le denunce e le rimostranze più comuni che raccolgo personalmente: finita la nottata come si presenta la città all’alba del nuovo giorno? Fuori le case e per le strade, davanti la Basilica e la Piazza Roma e Piazza Annunziata, restano cumuli di immondizia composti da bottiglie di vetro e bicchieri di plastica.

Durante le notti poi (non si capisce l’orario legale di chiusura dei pub e chioschi) la musica alta impedisce ai vicini di riposare in santa pace; il fenomeni di spaccio di droga e la vendita eccessiva di alcolici rendono le aree pericolose e degradate, favorendo risse e violenze di ogni tipo.  L’accoglienza dei nostri fratelli e sorelle extra-comunitari è gestita male da tutti. Bisognerebbe aiutarli al rispetto dei nostri luoghi e costumi. (ma mi obiettano loro stessi con pronta risposta: “cambiate prima voi che siete i cittadini del luogo”).

In una città oberata di debiti con quel che ne consegue e che a livello cittadino deve risolvere molte situazioni gravissime ha senso che in una rassegna di problemi, ai quali i residenti della Città Storica richiedono all’amministrazione risposte e soluzioni urgenti, compaiano fenomeni che potrebbero apparire a prima vista quasi frivoli, ascrivibili piuttosto alla tipicità e al folklore locale, come i tavolini all’aperto e i dehors di bar e ristoranti, il baccano della movida?

È opportuno cominciare dalle istanze di decoro e vivibilità, perché la mancanza di decoro dei luoghi di vita e di lavoro e le violazioni costanti e non represse delle regole minime di convivenza civile offrono d’impatto l’immagine e l’essenza della comunità cittadina. Quelle che possono apparire “piccole” illegalità rappresentano peraltro manifestazioni di problematiche più gravi:

– un’illegalità diffusa rafforzata dalla sostanziale impunità di chi non rispetta le regole;

– un’amministrazione spesso incapace di gestire i problemi complessi e troppo cedevole di fronte agli interessi di pochi a discapito dell’interesse pubblico;

– la mancanza di volontà politica di contrastare realmente le cause di fenomeni ben conosciuti e sempre più dilaganti.

Non si può dare la colpa alle scarse risorse economiche il comune possiede per dare una svolta decisiva ai problemi di vita sociale.

In un’intervista televisiva ho sottolineato l’urgenza di costituire un tavolo tecnico, dove nell’assoluta trasparenza e rispetto delle leggi civili si possa intanto promuovere una “cultura del cambiamento” e porre le basi per una regolamentazione della vita civile che contenga regolamenti e norme per:

– attività di somministrazione

– orari degli esercizi

– vendita alcolici

– occupazione suolo pubblico

– tutela delle attività tradizionali (botteghe storiche, ecc)

– tutela del decoro e rispetto dei monumenti, contrastare la cultura dei “graffiti” e il degrado in cui versano il nostro patrimonio artistico-culturale. Non è tollerabile più che i sagrati delle nostre Chiese sono diventate padelle di olio e discariche.

Che sgradevole immagine diamo !!!

Spesso subisco i rimproveri da parte di tanti turisti (che attirati a Biancavilla) mi dicono : “Come rispettate i vostri monumenti?” o ancora : “Che immagine date alla Vostra Città?”.

Vogliamo trasparenza e tempi certi per cambiare la situazione. Ma anche volontà politica e coerenza, discontinuità con il presente e coraggio, sostenibilità e coesistenza pacifica di tutte le attività e le funzioni che interessano il centro storico e non solo. E il rispetto per le funzioni più importanti per un centro storico, che giustamente viene definito il “salotto buono” della città.  Salotto non significa fare cortile ma luogo di cultura. Cultura significa dialogo, apprezzare, rispettare come difendere il “Bello artistico!  Sono queste le vere espressioni del “centro Storico” e quelle che rappresentano l’anima della nostra amata città. Ma sono proprio queste funzioni, queste attività e questi luoghi che stanno soffrendo di più, a vantaggio di un’invasione sregolata e prepotente di burloni e sporcaccioni che trovano massima espressione perché mancano le “Regole e Sanzioni”.

Auspico un tavolo tecnico nel più breve tempo aperto alla cittadinanza per raccogliere suggerimenti costruttivi e propositivi.

Concludo la presente lettera con l’auspicio che tutti lavoriamo sempre più per il bene comune, mai dimentichi dell’impegno già svolto e sempre protesi per il meglio.

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Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino, Antonio Bonanno, che in una nota ha risposto:

“Raccolgo e faccio mio l’appello del Prevosto, don Agrippino Salerno. Uno dei primi atti al momento del mio insediamento è stato quello di produrre un’ordinanza che obbligasse gli esercenti di pub e bar a tenere pulita e in ordine l’area nella quale i loro clienti abitualmente consumano quanto acquistato nelle loro attività commerciale.
Un provvedimento che fa il paio con il cosiddetto Regolamento sulla movida approvato in assise su proposta dell’attuale presidente Marco Cantarella.
In una primissima fase abbiamo dato vita ad un’azione di dialogo e confronto con gli stessi commercianti e le associazioni di categoria per vedere di contrastare in modo del tutto naturale un fenomeno insopportabile come quello dello sporcare senza ritegno tutto il centro storico.
Già da giorni ho verificato personalmente che nell’ultimo periodo la situazione non è stata più gestita come avevo chiesto. Ecco perché abbiamo cominciato ad elevare i verbali a chi ha infranto l’ordinanza e, così come concordato con il comandante della Polizia municipale, da questo momento per chi non rispetterà l’ordinanza e accertata l’eventuale reiterazione scatterà inevitabilmente la sospensione dell’attività.
Ho ritenuto doveroso nei mesi scorsi, stringere un rapporto di dialogo: mi rendo conto che è giunto il momento di utilizzare il pugno duro. E faccio appello anche al buon senso dei biancavillesi della cosiddetta movida: abbiate rispetto della nostra città e di voi stessi”.

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