“Il cinema dei Papi”. È stato presentato a Catania il nuovo libro di monsignor Dario Edoardo Viganò, già prefetto della Segreteria per le comunicazioni della Santa sede ed ora Vice Cancelliere delle Pontificie Accademie delle scienze.

Pubblicato per le edizioni “Marietti 1820”, il volume si avvale di documenti in gran parte inediti provenienti dagli archivi della Segreteria di Stato vaticana e della Gendarmeria pontificia. È il racconto della nascita, avvenuta 60 anni fa, della Filmoteca vaticana, che con i suoi 8.000 titoli rappresenta un archivio unico nel suo genere ed il principale deposito della memoria delle immagini in movimento dei pontificati del Novecento. Un punto di vista originale per comprendere le profonde trasformazioni intervenute nell’immagine del papato e nel rapporto tra Chiesa cattolica e grande schermo.

All’incontro catanese, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio presso la Rettoria di Santa Chiara, è intervenuto l’autore.

«Ho deciso di dare un valore alla filmoteca Vaticana – ha sottolineato Mons Viganò – perché ho capito la grande intuizione dei Papi nell’attribuire una spiccata importanza al cinema e ai documenti audiovisivi. Tra cento anni gli storici studieranno sui documenti audiovisivi. Provate a pensare per quante persone la Bibbia è più un film che un libro.

Molto interessante, ad esempio, è vedere il viaggio del Papa a Cuba, dove lo storico confronterà in futuro il documento audiovisivo con gli altri documenti, capendo le evoluzioni dei rapporti tra istituzioni e pontefici nei vari viaggi».

Rispondendo alle sollecitazioni del pubblico, mons. Viganò ha voluto ricordare anche importanti momenti che lo hanno personalmente coinvolto.

«Mi sono ritrovato a gestire –ha detto– la notizia delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, dopo gli spiacevoli casi Vatilix. Abbiamo deciso di curare le comunicazioni, raccontando la parte più intima, dal momento che lui è sceso da casa al momento della chiusura dei portoni di Castel Gandolfo. Tutto questo utilizzando 19 camere, più un elicottero che seguiva quello del Papa, accompagnandolo passo dopo passo. Quale immagine scegliere per ricordare quel momento? Ho pensato che più che la chiusura delle porte di Castel Gandolfo, il momento simbolico sarebbe stato lo stacco dell’elicottero da terra. E così è stato. Chiuso il portellone ha iniziato a muoversi tutto con un giro quasi magico dell’elicottero sul Cupolone e sui tetti romani, per poi seguire sino all’interno del palazzo del Papa».

Non è un caso che mons. Viganò abbia lanciato da Catania un appello a tutte le parrocchie perché si dotino di un archivio video ben organizzato, per lasciare documenti audiovisivi e tramandarli ai posteri.

E ancora, sollecitato da Prospettive, ricordando i momenti più belli del Pontificato di Papa Francesco: «Ricordo la prima volta che ha fatto la lavanda dei piedi ha chiesto che non ci fossero palchi per potersi chinare a lavare i piedi. Ricordo la mano sul pancione di una donna che ha incontrato in piazza San Pietro, oppure quando ha camminato da solo per tornare a casa Santa Marta e, incontrando uno dei gendarmi, ha ironizzato “Ho dimenticato il tesserino a casa”».

Nel corso dell’incontro, moderato dal giornalista Fernando Massimo Adonia, hanno fatto il loro intervento Francesco Priolo, Rettore dell’Università di Catania, Stefania Rimini dell’Università di Catania, ed Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio, il quale ha voluto che anche a Catania venisse presentato il libro di mons. Viganò.

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