di Salvatore Caruso

Santo Nicosia è il nuovo presidente regionale dell’Uneba, eletto a fine febbraio dal consiglio direttivo regionale riunitosi presso i locali dell’ODA di Catania a seguito delle dimissioni di Onofrio Vermiglio.

Il neo presidente Nicosia, laureato in pedagogia, dirigente dell’ODA e con una notevole esperienza politico-istituzionale, ha assunto l’incarico dichiarando fin da subito il suo impegno perché l’Uneba in Sicilia, attraverso le proprie articolazioni territoriali,  possa sempre più attendere alle sue funzioni statutarie di supporto ai propri associati,  di rappresentatività nei confronti degli organi istituzionali, oltre che di promozione nel territorio di una cultura della solidarietà e di attenzione alla persona in tutte le sue necessità, e ciò nel solco della settantennale storia dell’Uneba,

Sorta, infatti, nel 1950 per iniziativa dell’Istituto Cattolico di Attività Sociali e di alcune opere assistenziali caritative di ispirazione cattolica, l’Uneba si è sviluppata per impulso dell’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, che continuò a sostenerla anche quando divenne papa Paolo VI.

L’acronimo UNEBA originariamente stava “Unione Nazionale Enti di Beneficienza ed Assistenza”,  in seguito fu cambiato con l’attuale “Unione Nazionale Istituzioni ed Iniziative di Assistenza Sociale”, quale chiara apertura alle nuove realtà del volontariato assistenziale.

Gli associati all’Uneba sono enti, istituzioni, associazioni, fondazioni, imprese sociali ed altre realtà operanti nel campo sociale, socio-sanitario ed educativo degli interventi e dei servizi alla persona, i cui programmi e finalità non siano in contrasto con i principi cristiani. Ciò ne determina anche la mission, il cui fine è quello di concorrere, attraverso l’azione degli associati, al miglioramento morale, materiale e sociale della condizione delle persone e delle famiglie in situazioni di difficoltà, promuovendone la responsabile ed integrale partecipazione alla società. A tal fine l’Uneba promuove le libere iniziative assistenziali, rappresenta e tutela, quale associazione di categoria, le istituzioni associate nei rapporti con le istituzioni, propone provvedimenti legislativi ai fini di una più equa politica sociale e partecipativa, approfondisce lo studio dei problemi sociali, promuove ed organizza attività di studio e di formazione, svolge attività di assistenza e consulenza giuridica, previdenziale, fiscale, tecnica e lavoristica a favore dei propri associati.

In questo ampio e articolato contesto di attività, l’Uneba in Sicilia ha alternato nel corso degli anni momenti di forte ed incisiva presenza a periodi di minore incisività e di difficoltà, anche in considerazione della sua storica composizione (prevalentemente istituzioni collegate a ordini religiosi impegnate nel campo dei servizi ai minori) e della crisi che ha attraversato e sta ancora attraversando il sistema di welfare.

In Sicilia, tra l’altro la crisi, le cui cause vanno ricercate oltre che nella evoluzione di una normativa del sociale a volte poco congruente ai vari livelli ( in Sicilia appare ancora distante una integrazione tra la 328 e la l.r. 22/86), anche nella  crisi di un sistema sociale contraddistinto da una maggiore precarietà e frammentarietà degli interventi e nelle difficoltà finanziarie in cui versano gli enti locali, ha determinato la chiusura di tantissime realtà impegnate nei servizi in favore dei minori e da ciò anche un sensibile assottigliamento degli enti associati all’Uneba, ormai non più in attività.  Il dato numerico dà tutta evidenza di tale fenomeno: dalle circa 180 istituzioni associate di qualche decennio fa, si è passati agli attuali 50 associati circa.

Un altro elemento caratterizzante la realtà Uneba in Sicilia è quello legato alla carente capacità organizzativa a livello locale, a parte la provincia di Catania che pur fra tante difficoltà è riuscita a mantenere una struttura organizzativa provinciale, che ha consentito negli anni di mantenere il raccordo tra le varie istituzioni, promuovere iniziative, sostenere frequenti confronti con le amministrazioni locali e regionali.

Nonostante tali difficoltà, l’attività dell’Uneba è stata particolarmente intensa, sia nei confronti delle stesse istituzioni associate, sia nei confronti delle istituzioni pubbliche. Tra le iniziative portate avanti a livello regionale, la partecipazione nei tavoli tecnici per la revisione degli standard dei servizi e prestazioni di cui alla l.r.22/86  e per la legge di riordino delle ipab, oltre che per la piena applicazione di un sistema socio-sanitario integrato, soprattutto nell’ambito dell’assistenza agli anziani; a livello locale nei confronti soprattutto del comune di Catania per la realizzazione di un sistema di welfare locale che potesse rispondere in maniera adeguata e puntuale ai bisogni del territorio e che ponesse gli enti e le istituzioni che erogano i servizi nelle condizioni di sostenibilità gestionale a garanzia della qualità dei servizi resi e di mantenimento dei livelli occupazionali.

Intensa è stata anche l’attività collaborativa con le altre sigle associative per le problematiche di carattere comune.

Una attività questa dell’Uneba che, pur con tutte le sue limitazioni si è sforzata di dare sostegno alle proprie istituzioni, promuovendo e sollecitando altresì una particolare attenzione ai nuovi ed emergenti bisogni, così come alle nuove forme di assistenza.

«In questa direzione – afferma il Presidente Nicosia – una particolare attenzione, come azione associativa, per il futuro dovrà essere rivolta  alla formazione, alla qualificazione e professionalità degli operatori, alla qualità dei propri servizi e ad una sempre maggiore azione sinergica, e ciò in sintonia con quelle linee di indirizzo di politica sociale che puntano alla creazione di un sistema di servizi a rete, così da poter meglio rispondere, con più efficacia ed efficienza, ai bisogni diversificati che provengono dal territorio. Assume particolare rilevanza, in questo contesto, la capacità dell’Uneba, così come delle sue istituzioni, di proporsi in maniera altamente competitiva e propositiva (in un sistema che assume sempre più i connotati di mercato), non disdegnando, anzi avvalorando sempre più quella sua particolare predisposizione che la porta ad essere sempre accanto e attenta alle necessità  dei più deboli e bisognosi della nostra società, ad affermare e difendere il principio della libertà dell’educazione, dell’istruzione e dell’assistenza».            

«Dalla capacità e dalla forza dello stare insieme, soprattutto a livello provinciale – continua Nicosia – nasce e si sviluppa la forza di proporsi come interlocutore autorevole nei confronti dei comuni, ma anche e soprattutto nei confronti delle stesse istituzioni regionali per contribuire, anche in termini propositivi, alla definizione delle nuove politiche di welfare e ai nuovi modelli dei servizi. Una particolarissima attenzione dovrà essere rivolta anche alle realtà delle ipab, oggi in gravissima sofferenza, sollecitandone una riforma che ne favorisca la piena integrazione nel sistema del welfare, nel rispetto delle finalità originarie».

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