di Filadelfio Grasso

Tra le tante notizie riportate nei quotidiani, nei tg e sui social, che parlano di movida insicura, specchio di un universo giovanile che spesse volte smarrisce il senso della vita e si rifugia in surrogati di divertimento, di episodi di violenza frutto di aggressività repressa accumulata in un ambiente attento più all’avere che non all’essere, di apatia cronica che ci fa stare ore intere con la testa abbassata sui cellulari facendoci fuggire da un mondo reale che avremmo voluto diverso, proprio tra le tante, spunta in questi giorni una notizia che quasi crea dissonanza: un volto solare che contorna un bel sorriso, capelli ricci e occhi radiosi. E’ l’immagine di un ragazzo che potrebbe essere uno dei tanti che incontriamo all’uscita di scuola, in palestra, o in piazza. E’ un’immagine fresca e radiosa che parla di… santità.

Una santità dei giorni nostri, che vive e opera nel quotidiano. E’ la santità di Carlo Acutis, beatificato da Papa Francesco sabato 10 ottobre.

Una vita come tante altre

Carlo nacque nel 1991 a Londra dove i suoi genitori si erano trasferiti per lavoro. La famiglia, cattolica ma non praticante, fu attenta alla sua educazione e formazione. A sette anni ricevette la Prima Comunione, manifestando una speciale devozione all’Eucaristia e alla Madonna. In questi anni partecipa quotidianamente alla santa messa e recita il rosario, legge e si documenta, chiede indicazioni e consigli ai “grandi” che gli sono vicini.

Ma Carlo ebbe anche tanti altri interessi, come lo sport e l’informatica. La madre afferma che “era un mostro di bravura. A 6 anni già padroneggiava il computer, girava per casa con il camice bianco come uno “Scienziato informatico”. A 9 anni scriveva programmi elettronici grazie ai testi acquistati nella libreria del Politecnico”.

Realizzò siti web per testimoniare la sua fede. Ideò e organizzò una mostra sui miracoli eucaristici nel mondo, avvalendosi della collaborazione dell’Istituto san Clemente (la mostra può essere ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta). E tra tutto questo, non mancò di compiere la carità, di dedicarsi a piccole opere a favore dei poveri, di prestare aiuto a chi ne avesse bisogno (dai compagni di classe, agli amici, ai bisognosi della parrocchia…), accompagnando il tutto con una cordialità e un sorriso accattivanti e schietti.

A quindici anni improvvisamente si ammalò di leucemia fulminante, a causa della quale morì il 12 ottobre del 2006.

Il miracolo e la beatificazione

Il miracolo riconosciuto dalla Chiesa che ha portato Carlo alla beatificazione accadde in Brasile nel settimo anniversario della sua morte, il 12 ottobre 2013.

Un bambino, Matteo, era nato con il pancreas biforcuto e non riusciva a digerire alimenti solidi. Il reverendo Marcelo Tenório invitò i fedeli a una novena e appoggiò il brandello di una maglia di Carlo sul corpo del piccolo. Il giorno dopo questi cominciò a mangiare normalmente come non aveva fatto mai.

Senza bisogno di alcun intervento chirurgico, la Tac dimostrò che il pancreas di Matteo era divenuto uguale a quello degli individui sani. Una guarigione improvvisa, totale, duratura e inspiegabile secondo le attuali conoscenze mediche.

Non scadiamo nella banalità

In questi giorni si è tanto parlato del nuovo beato. Le testate giornalistiche hanno dato rilievo alla notizia della sua vita così eccezionale. Ma nel parlarne, spesso si è fatto cenno, sottilmente o ostentatamente, a miracoli e a  fatti straordinari (guarigioni, preveggenza, o altro) accaduti nella vita del giovane Carlo. Qualcuno perfino ha abbozzato un conteggio di tali “prove” di santità, facendo passare il messaggio che alla santità di un uomo debbano accompagnarsi prodigi e fatti inspiegabili. Niente di più sbagliato.

La straordinarietà, per chi crede realmente, sta nell’ordinario. Sa di straordinario il sole che al mattino riempie di luce e di calore la terra. E’ prodigiosa la vita che sboccia nel grembo di una donna. E’ meravigliosa la mente dell’essere umano quando studia i misteri della vita e offre soluzioni nuove.

Tutto questo è sotto i nostri occhi da sempre.

La santità dei nostri giorni

Infatti, Carlo è il ragazzo di tutti i giorni. Appassionato di web e di computer. Va in bicicletta e ama giocare con gli amici. Non vive in un mondo a sé. Riesce a ritagliarsi angoli che lo fanno stare a contatto con Dio, legge e medita la sua Parola, cerca di applicare i principi evangelici, con l’aiuto di chi gli sta vicino e ha a cuore la sua formazione.

Carlo Acutis ci fa vedere e ci dimostra la bellezza della quotidianità.

E’ molto facile oggi ergersi su effimeri pulpiti fatti di arroganza per criticare “i tempi moderni”, fatti di cellulari, computer, nuovi linguaggi e nuove tecnologie. E’ molto più difficile invece riuscire a farne uso per un reale progresso, per una vera fonte di conoscenza che possa aprire nuovi orizzonti verso un mondo che cambia alla velocità di un clic.

Carlo ci insegna tutto questo. La sua mente aperta, sicuramente e prodigiosamente illuminata dallo Spirito Santo, che riesce ad aprirsi al mondo, alle cose e alle persone, che sa accogliere l’altro con limiti e pregi, facendosi prossimo, è il vero segreto della santità di questo ragazzo. La vera via, anche se non la sola, che in questo tempo potrebbe offrire un valido modello, alternativo a tutto quello che ci viene propinato nella stragrande maggioranza dei media, per essere non solo cristiani credibili ma soprattutto uomini liberi in un mondo proiettato verso un vero sviluppo etico e umano, e forme più civili di convivenza.

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