di Sr. Ch. Cristiana Scandura osc

Sorella, mia moglie ha appena dato alla luce due gemelli. È subentrata un’emorragia e poi una bronco polmonite. Ora è in terapia intensiva, in grave pericolo di vita, per favore preghi per lei.”  Mi disse, singhiozzando, il marito.

“Alla mia figlioletta di 2 anni e mezzo è caduta addosso la friggitrice piena di olio bollente, provocando delle terribili ustioni. La supplico: preghi per lei.” Implorò, con il cuore affranto dal dolore, la giovane Mamma.

“Mio Padre è stato ricoverato questa notte per gravi problemi respiratori. Dagli esami è risultato positivo al Covid. Chiedo una preghiera per lui.”

Carissimi Fratelli e Sorelle,

sono tante le richieste di preghiera che ogni giorno ci pervengono e non solo per problemi di salute. Talvolta si tratta di persone che hanno una vita distrutta, persone che si portano dentro profonde ferite e che soffrono molto, altre volte si tratta di persone che hanno sofferenze di natura psicologica. E poi ci sono i problemi legati alla mancanza di lavoro, problemi legati alla mancanza di dialogo e di comprensione tra coniugi e tra genitori e figli, ecc…

Di fronte a queste e simili quotidiane richieste di preghiera qual’è la risposta di una Clarissa? Qual è la mia personale risposta?

Sapete, io appartengo all’Ordine delle “Sorelle Povere” di Santa Chiara e sono una Sorella  povera davvero, come la povera vedova del Vangelo (Cfr Mc 12, 41-44)

HO SOLTANTO DUE SPICCIOLI: LA PREGHIERA E LA VITA

Quando vengo a conoscenza di situazioni di sofferenza non posso che rinnovare al Padre celeste l’offerta della mia vita. E siccome sono ben consapevole che comunque è ben poca cosa, non lo è però se la unisco al sacrificio di Cristo,  mio Sposo e mio Signore. “I suoi meriti, diventano i miei meriti” diceva San Gabriele dell’Addolorata.

Ogni giorno nella S. Messa il Sacerdote eleva ed offre al Padre celeste il calice che contiene il Sangue Prezioso di Cristo, è quello il momento privilegiato in cui posso unire l’offerta della mia vita a quella di Cristo per la salvezza delle anime.

Cosa significa in concreto poi offrire la mia vita a Dio per il bene e la salvezza delle anime? Significa dispormi ad accettare e ad offrire gli intrecci di gioie, di dolori e di fatiche, di cui è intessuta ogni giornata facendone un’offerta d’amore a Dio, senza lamentele e musi lunghi, ma con gioia e volentieri.

Significa anche dispormi ad accettare la volontà di Dio, qualunque essa sia. Significa altresì essere disposta a soffrire nella mia persona, se è necessario, perché il mio fratello o la mia sorella siano sollevati dalla prova che stanno vivendo.

LA VITA HA SENSO SOLO SE NE FACCIAMO UN’OFFERTA D’AMORE.

I Santi ci insegnano che la più piccola azione, fosse pure quella di raccogliere da terra un filo di paglia, diventa un gesto grandioso se lo compiamo per amore di Dio.

Quante occasioni ci si presentano durante il giorno da poter offrire al Signore. Anche le piccole sofferenze quotidiane, non vanno sciupate. Se ne facciamo un’offerta esse acquistano senso e diventano come delle perle preziose. La sofferenza in sé stessa non è un valore e pertanto non è desiderabile, ma dal momento che il Figlio di Dio, il Signore nostro Gesù Cristo, da Innocente, non l’ha evitata, pur potendolo fare, ma si è degnato di abbracciarla per la nostra salvezza, l’ha santificata, le ha dato senso, dignità, l’ha resa preziosa. Con la sofferenza, accolta e offerta, possiamo collaborare con Cristo per la salvezza delle anime, come hanno fatto i Santi.

Quando poi ho bisogno di ottenere una grande grazia dal Signore, non temo di portare… un po’ di confusione in Paradiso… In quel caso è tutto un coinvolgere i Santi del Cielo, a partire dalla Vergine Maria, e da quelli con cui ho più confidenza e gli Angeli Custodi e le anime del Purgatorio, perchè tutti uniti in fraterna solidarietà, intercedano per ottenere le grazie necessarie ai Fratelli e alle Sorelle che ne hanno bisogno.

Qualcuno pensa che noi Suore di Clausura siamo inutili, non dò peso e non mi curo di questo giudizio che comunque non ricade su di noi, ma sullo Spirito Santo che ha suscitato questo carisma nella Chiesa. Personalmente mi sento pienamente felice e realizzata non quando compio opere straordinarie, ma quando, con l’aiuto di Dio, e spesso senza nemmeno accorgermene, porto un po’ di sole, di amore, di gioia e di serenità nella vita delle persone.

Il nostro Sole,

IL MIO SOLE È: CRISTO GESÙ SIGNORE

Se Lui è nel mio cuore tutto il mio essere risplenderà della Sua Luce.

Questa volta sono io a chiedere la vostra preghiera per me, perché possa essere sempre come mi vuole il Signore: una sposa innamorata, felice di appartenere a Lui solo.

Grazie di cuore, ricambierò.

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