di Filadelfio Grasso

Si sa, da sempre, prima delle attese vacanze di Natale, ogni anno in tutte le scuole vengono preparati i saggi con recite, poesie e canti a tema. Prove di recitazione, danze, poesie e melodie, preparate nelle settimane precedenti, prendono una buona fetta dell’orario scolastico dedicato alle consuete lezioni.

L’importanza di queste attività collaterali viene riconosciuta da sempre perché forma l’alunno alla socialità, alla espressività, alla interazione con l’altro, esercitando nel contempo le individuali doti canore (che scaturiscono solo quando prima si sa ascoltare), recitative, e tutto ciò che a queste si può associare (definizione e scambio di ruoli, alternanza negli interventi, reciprocità e tanto altro).

Ma il 2020, non è un anno come tutti gli altri. Da diversi mesi il mondo è bloccato in una morsa che castra la socialità, limita lo spazio di azione, ferma gli slanci ritenuti indispensabili a una normale quotidianità.

La scuola, come tutte le altre attività, ha risentito drasticamente delle misure anti covid, dettate dal Governo e dal buonsenso per il bene di tutti.

Ma come ovviare a queste limitazioni? Le festività legate al Natale, a conclusione dell’anno solare, non potevano passare in sordina.

L’idea alternativa arriva dall’Istituto Maria Ausiliatrice di Biancavilla che ha pensato ad altro.

Non il solito saggio delle feste, perché avrebbe fatto gremire il salone di genitori, parenti e amici. Non il consueto concerto, per il quale sarebbe risultato impossibile ai numerosi coristi potersi esibire in sicurezza.

Nonostante tutto, la voce dei bambini della quarta e quinta classe dell’istituto si è fatta sentire, forse ancora più convinta, lanciando un messaggio di speranza in un periodo incerto e buio.

Il primo passo è stato il rispetto dell’altro e delle regole che impongono distanze di sicurezza e comportamenti responsabili (mascherine, igiene delle mani…), e scaturiscono da una attenta educazione al controllo di sé stessi e al rispetto di chi ci si trova accanto.

Il secondo passo è stato la ricerca e l’uso di nuove strategie di comunicazione. E’ venuto in mente subito l’impiego sempre più pervasivo dei mezzi social: dal telefonino al computer al tablet…

La performance, quindi è stata preparata con strategie e tecniche nuove applicate alla recitazione e al canto eseguiti dai bambini in ambienti e tempi diversi per garantire sicurezza e agio.

L’uso di una comunicazione incisiva, breve e studiata, ha permesso il massimo della efficacia.

La poesia e il canto sono stati poi montati in un breve video e nell’ultimo giorno di scuola, spedito dalle insegnanti tramite canale social a tutti i genitori, che da casa, da lavoro o da qualunque altro posto hanno potuto ricevere il messaggio di amore e di speranza preparato dai propri figli.

Si è attivata nelle ore successive una “catena” di condivisione per raggiungere in pochi minuti centinaia di parenti e amici che hanno ricevuto gli auguri da parte dei volti sorridenti di questi bambini.

La venuta al mondo del Redentore, annuncia una era nuova e si concretizza e assume un valore profondo nelle parole e nei sorrisi di questa giovane generazione. Il messaggio antico e sommo, reso attuale e comunicato con un linguaggio giovane, fresco e sincero dietro quei volti in parte coperti dalle mascherine, offre oggi gioia e speranza. E questo non è poco.

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