di Giuseppe Adernò

Il 24 gennaio si celebra la  Giornata internazionale dell’educazione: una giornata proclamata nel 2019 dall’Assemblea generale delle Nazioni unite per riconoscere all’educazione la sua centralità per il benessere umano e lo sviluppo sostenibile.

Il diritto all’educazione è sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani, che  sancisce il diritto a un’istruzione elementare gratuita e obbligatoria, come si legge nella Costituzione Italiana.

La Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, adottata nel 1989, si spinge oltre e stabilisce che i Paesi dovrebbero rendere l’istruzione superiore accessibile a tutti ed ecco la necessità di mobilitare volontà e risorse politiche per affrontare il problema della mancanza di accesso all’istruzione a livello globale.

La Giornata internazionale  è un’occasione importante per sottolineare il ruolo chiave dell’educazione nel dare alle persone le capacità, i valori e le conoscenze per costruire il loro futuro. L’educazione è anche alla base della crescita economica, la coesione sociale e promuove i nostri valori europei come la democrazia, l’uguaglianza. L’educazione è un diritto umano per tutti e l’istruzione obbligatoria dovrebbe essere gratuita ovunque, dare beneficio a ciascun individuo e rafforzare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Già lo scorso anno ancor prima della diffusione del Coronavirus veniva registrato che 262 milioni di bambini e giovani non vanno a scuola, 617 milioni di bambini e adolescenti non sanno leggere.

 Dopo un anno difficile e pesante in piena crisi pandemica si registra, come si legge nel Report sullo stato dell’istruzione nel mondo redatto dalla Banca Mondiale nel dicembre 2020, il numero di minori che sono stati privati della possibilità di ricevere un’istruzione e aumentato drammaticamente “Su 720 milioni di bambini in età scolare elementare, la povertà educativa colpisce 382 milioni i bambini, (120 milioni in più rispetto al 2019.)

Il Covid-19 che ancora si diffonde e miete tante vittime potrebbe far crescere questo dato di oltre 72 milioni e quindi portare il numero totale a 454 milioni di bambini in povertà educativa”.

L’istruzione offre ai bambini un’occasione per uscire dalla povertà e un percorso per un futuro promettente. La scuola in molti Paesi poveri vuol dire anche un pasto garantito gratuito, un pasto in meno che le famiglie devono procurarsi e preparare per far crescere i propri figli, tutto ciò per milioni di famiglie a basso reddito è stato ed è devastante.

Accendere il faro dell’Educazione per tutti, diritto riconosciuto nei documenti internazionali impegna gli Stati a provvedere e dare centralità effettiva alla scuola, oggi interrotta e frammentata dalla didattica a distanza, dai lockdown, dalle norme di prevenzione del contagio e del distanziamento fisico e sociale.

Le lezioni a distanza non hanno raggiunto tutti gli alunni e milioni di famiglie non hanno gli strumenti per seguire le lezioni. Il problema della disomogeneità e del divario digitale è enorme e non solo nei Paesi extra comunitari, ma anche in alcune realtà dei centri urbani e dei quartieri di periferia.

 Il termine “Educazione” è rientrato nel percorso didattico della scuola italiana con l’Educazione Civica, disciplina che trasversalmente offre agli studenti opportunità di crescita sociale, partecipazione democratica e responsabilità nel rispetto della natura e dell’ambiente.

Educazione, istruzione e formazione sono termini e valori che non possono essere scissi, ma, sinergicamente connessi e intrecciati, assicurano il progresso e lo sviluppo sociale e culturale della comunità civile.

Il progetto educativo della scuola pone al centro l’alunno-persona che si forma per diventare cittadino e mettere a frutto le potenzialità esercitate e divenute “competenze”.

L’Educazione , che è “un fatto di cuore”, come diceva Don Bosco,  impegna docenti e genitori nel rispondere ai bisogni di tutti e di ciascuno e fare in modo di “non perdere nessuno degli alunni affidati”.

 Recuperare il tempo educativo che è stato interrotto dal lockdown sarà una nuova sfida per i prossimi anni.

IN EUROPA

In Europa, il primo principio del pilastro europeo dei diritti sociali richiama il diritto all’istruzione di qualità, all’educazione inclusiva, alla formazione e all’apprendimento permanente per tutti. Inoltre, la Commissione europea sta portando avanti il ​​lavoro per costruire uno Spazio europeo dell’istruzione entro il 2025 per consentire a tutti i giovani di ricevere una migliore istruzione e formazione e creare senso di appartenenza

L’Italia considera l’istruzione un diritto umano e fattore di sviluppo fondamentale, che rappresenta un elemento irrinunciabile e prioritario per permettere ad ognuno di sviluppare pienamente il proprio potenziale umano, sociale, economico e culturale, in linea con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile  dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite,  concordata nel settembre 2015.

 In particolare l’obiettivo n.4,  che  mira a “garantire un’educazione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti” entro il 2030, appare ancora molto  lontano.

Senza un’istruzione di qualità inclusiva  i Paesi non riusciranno a raggiungere l’uguaglianza di genere e rompere il ciclo della povertà che sta lasciando indietro milioni di bambini, giovani e adulti.

L’Unione Europea, considerata leader mondiale nel sostenere l’istruzione nelle situazioni di emergenza per i bambini coinvolti in crisi umanitarie, s’impegna ad assicurare a tutti i bambini l’istruzione, considerata uno scudo contro la radicalizzazione e la possibilità di vivere una vita normale nonostante le circostanze difficili. L’istruzione, infatti, offre ai bambini una via d’uscita dalla povertà e un percorso per un futuro promettente. 

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