Ecco l’omelia di Mons. Salvatore Gristina proclamata durante il Pontificale di Sant’Agata 2022

Sorelle e Fratelli nel Signore,

         1. La Celebrazione Eucaristica che vi vede devotamente collegati con la Cattedrale di Catania, costituisce, probabilmente, qualcosa di inedito. Infatti, nel programma della Festa di Sant’Agata, il 5 febbraio è sempre caratterizzato dal Solenne Pontificale in onore della Santa Patrona, abitualmente presieduto, con pochissime eccezioni, da un Cardinale. Una delle eccezioni accadde il 5 febbraio 2003 quando fui io a presiedere il Pontificale in quanto per la prima volta partecipavo alla festa di febbraio come nuovo arcivescovo. Il ricordo di quella celebrazione è particolarmente vivo questa mattina perché presiedo una concelebrazione che nelle modalità dello svolgimento esteriore è molto differente dall’abituale Pontificale del 5 febbraio.

         2. La Messa di questa mattina, nel suo significato e valore, è la stessa cui partecipava Sant’Agata, ascoltando la Parola e nutrendosi del Corpo e del Sangue di Cristo. Per Agata la Santa Messa fu la scuola dove apprese che Cristo aveva dato la vita per lei. Facendo l’esperienza di tanto amore da parte di Gesù, Agata lo ricambiò e consacrò la sua esistenza a Cristo. Noi la veneriamo santa, vergine e martire, cioè innamorata totalmente di Gesù e fedele all’appartenenza a Cristo sino al martirio. Chiediamo a Sant’Agata di ottenerci la grazia di partecipare alla Santa Messa come faceva lei e di ricavarne gli stessi frutti che la resero esemplare discepola di Cristo.

         3. La Parola che abbiamo ascoltato ci illumina per comprendere i tratti essenziali della vita e della testimonianza della nostra Santa Patrona. Oggi celebriamo ancora una volta il momento benedetto in cui Agata ha messo in pratica quanto noi abbiamo ascoltato nel brano del Vangelo di Matteo (10, 28- 33). Esso riporta le parole con cui Gesù incoraggia i discepoli in vista delle persecuzioni che avrebbero dovuto affrontare: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima …”. Le parole di Gesù confermano quanto abbiamo ascoltato nella prima lettura (Macc 7, 1- 2.9-14). Essa riferisce sul caso dei sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, resistettero alle minacce e alle lusinghe con la forza che loro infondeva la certezza della risurrezione per chi resta fedele all’alleanza con Dio fino a sacrificare la propria vita: “E’ preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati …”. Paolo nel brano della seconda lettera ai Corinti (6, 4-10) descrive lo stile forte ed esigente della testimonianza che i discepoli sono chiamati a dare nei riguardi del loro Maestro.

         4. Leggendo il testo della Passione di Agata possiamo ammirare la corrispondenza tra il suo comportamento e il contenuto delle tre letture della Messa. Ascoltandole, noi forse ci siamo scoraggiati. Infatti, esse ci descrivono prospettive e traguardi paradossali rispetto a quanto abitualmente ascoltiamo dagli altri o pensiamo noi stessi, indottrinati da una pubblicità sempre più invadente e suadente. Agata ascoltò le parole di Gesù, le accolse con gioia e le visse coraggiosamente. Per questo noi la ricordiamo e la veneriamo; per questo siamo fieri di lei e ne parliamo come di una persona che vorremmo imitare.

Questo, sorelle e fratelli, è il motivo più vero della nostra devozione agatina: nel profondo del nostro cuore abbiamo il desiderio di vivere come Agata, con le sue virtù, superando ogni rispetto umano e divenendo sempre più cittadini e cristiani esemplari. Anche questa mattina la voce della giovane Agata risuona forte e sicura nell’incoraggiarci ad imitarla nel restare uniti a Gesù per seguirlo sempre, anche nelle circostanze in cui proclamarci cristiani e vivere come discepoli di Gesù non è facile, ma richiede forza e costa sacrificio.

         5. Comportandoci così seguiremo davvero Sant’Agata. Questo è, o dovrebbe essere, il significato autentico delle partecipate processioni agatine. Quest’anno, come l’anno scorso, esse non possono svolgersi secondo le indicazioni che i Vescovi di Sicilia abbiamo prudentemente emanato a causa della pandemia. L’assenza delle processioni può aiutarci a comprendere meglio che partecipare a questi gesti di devozione in onore della Madonna e dei Santi, costituisce un pubblico impegno di voler camminare con loro, di vivere come loro.

Venerando i santi e cercando di imitarli, la Chiesa di Catania vuole realizzare con l’audacia della fede il suo pellegrinaggio terreno alla luce del Vangelo. La Santa Patrona ci accompagna con la sua gloriosa testimonianza, soprattutto in questa stagione della storia della Chiesa universale e particolare. Infatti, in comunione con tutte le Chiese abbiamo iniziato il cammino sinodale diocesano per una Chiesa sinodale che ci vedrà crescere nella comunione, nella partecipazione e nella missionarietà.

In questo cammino si inserirà giorno 19 febbraio il nuovo Arcivescovo, Sua Eccellenza Monsignor Luigi Renna. Egli diventerà nostro compagno di viaggio; anzi, lo guiderà con il ministero episcopale che svolgerà tra di noi con la luce e la forza dello Spirito e come immagine autentica di Gesù Buon Pastore. Nuovamente lo affidiamo alla protezione di Sant’Agata, alla quale affido anche me stesso affinché mi accompagni nell’ultimo tratto del cammino della mia vita.

Anche per questo desidero trascorrere il resto dei giorni, che il Signore vorrà concedermi, in questa amata Chiesa catanese. Resterò così unito a voi, sotto la guida del nuovo Pastore, verso il quale fin d’ora e pubblicamente, nella fraternità episcopale, prometto rispetto ed obbedienza. Insieme pregheremo affinché la nostra Chiesa, la Chiesa della gloriosa nostra Patrona Sant’Agata, cresca nella fedeltà allo Sposo divino e nel multiforme servizio che il Signore le affida. Così sia per tutti noi.

+ Salvatore Gristina

Ecco l’omelia di Mons. Salvatore Gristina proclamata durante la messa dell’Aurora

Fratelli e Sorelle nel Signore,

            1. Ogni anno la Messa dell’Aurora ci ha dato la possibilità del primo incontro con Sant’Agata nel contesto più autentico e più bello. Infatti, annunziando la morte del Signore e proclamando la sua risurrezione, noi celebriamo la manifestazione più grande del Suo amore per noi e possiamo anche ricordare la straordinaria risposta di Agata a tanto amore.

         La Santa Messa dell’Aurora ci ha pure offerto la possibilità di essere raggiunti dallo stesso amore che sperimentò Agata e di essere fortificati per rispondervi generosamente come fece lei.

         2. Anche quest’anno, come accadde l’anno scorso, stiamo vivendo in maniera diversa, cioè tramite i mezzi di comunicazione sociale, diversa uno dei momenti di più intensa partecipazione e gioia per i devoti di Sant’Agata nostra amata Patrona. Ancora una volta e con grande dispiacere non ci è possibile aprire con la Messa dell’Aurora le due intense giornate di eventi religiosi e civili che caratterizzano la festa di Sant’Agata.

         Mi sia permesso di sottolineare che condivido pienamente il comune dispiacere. Esso, anzi, per me è ancora più grande perché è l’ultima volta che presiedo come vescovo le celebrazioni liturgiche in onore di Sant’Agata. Anch’io offro al Signore questo dispiacere, pregandoLo, come certamente fate pure voi, affinché al più presto possiamo uscire dalle difficoltà che il coronavirus continua a far sorgere in tutti gli ambienti. Anche in questa Santa Messa vogliamo pregare per coloro che vivono i disagi della pandemia, per tutti coloro che in vario modo sono loro vicini con l’esercizio della loro professione, con le attività del volontariato e con la ricerca scientifica. Non manchi la preghiera di suffragio per le vittime del covid 19.

         Non potendo partecipare di presenza alla Messa dell’Aurora, non mancheremo di farlo domenica prossima, rendendola davvero giorno del Signore ed anche giorno di intensa devozione agatina.

         3. Abbiamo ascoltato le parole che Gesù diceva a tutti (Lc 9, 23-26) e che quindi valevano per Agata come pure per noi. Agata ha camminato dietro a Gesù e non ha permesso a nessuno di separarla da Lui. Per questo ha persino scelto di “perdere” la propria vita per restare sempre con il Suo amato Sposo Gesù, del quale non si è vergognata, ma si è pienamente gloriata.

         Anche la pagina di San Paolo (1Cor 1, 26-31) illustra splendidamente il comportamento di Agata. Lei, a differenza dei primi cristiani di Corinto cui si rivolgeva l’Apostolo, dal punto di vista umano era nobile e ricca e, quindi, potente. Ma, avendo compreso lo stile con cui agisce Dio, ha rinunziato a tutto per sintonizzarsi con il Signore.

         Ciò risulta evidente nelle espressioni che leggiamo nella Passione di Agata e che mi piace citare. Quinziano chiese ad Agata: “Di che condizione sei tu? La beata Agata rispose: Non solo nata libera, ma di nobile famiglia, come lo attesta la mia parentela. Il console Quinziano disse: E se attesti di essere libera e nobile, perché mostri di vivere e vestire da schiava? Sant’Agata disse: Perché sono serva di Cristo, per questo mostro di essere schiava. Quinziano disse: Ma se sei veramente libera e nobile, perché volerti fare schiava? Sant’Agata disse: la massima libertà e nobiltà sta qui: nel dimostrare di essere servi di Cristo” (24-29).

         4. Dobbiamo essere fieri, carissimi devoti, di questa coraggiose ed impressionanti parole di Agata.

         Esse risuonano in quelle di tante sorelle e di tanti fratelli perseguitati anche ai nostri giorni perché cristiani. Sono i martiri di oggi, dei quali e delle quali si può gloriare la Chiesa, come se ne gloria Cristo stesso davanti al Padre.

         La coraggiosa testimonianza di Agata e dei martiri di tutti i tempi costituisce nello stesso tempo qualcosa che non fa onore alla storia umana perché ricorda episodi di violenza verso persone innocenti.

         Il Signore ci liberi da ogni forma di violenza, soprattutto se essa si ammanta di motivazioni falsamente religiose. Infatti, non può qualificarsi come atteggiamento autenticamente religioso quello che non trasforma la fede nell’unico Dio, in un chiaro impegno di fraternità, di rispetto reciproco e di operosa solidarietà.

         5. Agata si proclamò serva di Cristo e per questo divenne e resta sempre liberazione e protezione per la nostra Città e per tutti i devoti. Anche questa mattina è bene ricordare che autentica devozione significa imitazione. Tutti, perciò, dobbiamo essere attenti e diligenti nel compimento dei nostri doveri personali e comunitari, civili ed ecclesiali.

         La nostra gloria maggiore deve essere, come fu per Agata, il servizio al Signore Gesù attraverso quello che svolgiamo nella comunità civile ed ecclesiale di cui facciamo parte. In questo contesto possiamo invocare la protezione di Sant’Agata su tutti coloro che hanno il compito di promuovere il bene comune, a partire dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ieri pomeriggio ha iniziato il secondo mandato cui è stato chiamato dalla grande e meritata fiducia che la Nazione nutre nei suoi riguardi. Vogliamo pure affidare a Sant’Agata l’Arcivescovo eletto, Sua Eccellenza Monsignor Luigi Renna che accoglieremo tra noi sabato 19 febbraio. Egli, come vescovo della Chiesa catanese, sarà conosciuto anche attraverso le manifestazioni liturgiche in onore della Santa Patrona. E’ capitato anche a me in varie occasioni di essere identificato come “il vescovo di Sant’Agata”.

         6. A Lei mi rivolgo pieno di fiducia al termine del mio servizio episcopale qui a Catania. Ho avuto la gioia e l’onore di favorire in questi venti anni ogni possibile avanzamento nella devozione agatina con la collaborazione di tante persone, fedeli e sacerdoti veramente devoti. Per loro e per me invoco la protezione della Santa Patrona, che prego anche a nome di tutti e particolarmente delle persone che soffrono perché non possono quest’anno onorare Sant’Agata come avrebbero desiderato.

         Così sia per tutti noi.

+ Salvatore Gristina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *