di don Gaetano Sciuto

Dal 30 giugno al 2 luglio i direttori degli Uffici Catechistici Diocesani si sono riuniti a Roma per il loro convegno promosso dall’Ufficio Catechistico Nazionale della Conferenza Episcopale Italina intitolato “Catechista Testimone Credibile”. Il convenire, finalmente in presenza, ha offerto a tutti i partecipanti la possibilità di rincontrarsi permettendo il confronto, la condivisione, il ripensare un rilancio dell’evangelizzazione e della catechesi nelle nostre Chiese.

Catechista testimone credibile, è un tema nato dall’ampia riflessione dei direttori e di alcuni esperti sulla testimonianza e sullo scenario di un ripensamento e rilancio della catechesi in Italia, dando maggiore risalto alle persone protagoniste nella condivisione dell’esperienza di fede, più che alle strutture e ai progetti, facendo eco al numero 200 del Documento Base Il Rinnovamento della catechesi: «La esperienza catechistica moderna conferma ancora una volta che prima sono i catechisti e poi i catechismi; anzi, prima ancora, sono le comunità ecclesiali. Infatti come non è concepibile una comunità cristiana senza una buona catechesi, così non è pensabile una buona catechesi senza la partecipazione dell’intera comunità». Il convegno è stato articolato in quattro sessioni alle cui relazioni sono seguite un momento di dialogo, di confronto e di risonanza biblica su quanto detto.

Don Giovanni Cesare Pagazzi, docente presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, nella sua relazione tenuta nella prima sessione ha avuto il compito di dare un fondamento teologico e un orizzonte ermeneutico ai tre giorni di convegno. Offrendo una pista di riflessione a partire dalla teologia dei cinque sensi, Don Pagazzi ha dato la possibilità di soffermarsi con attenzione sulla figura del catechista testimone, sottolineando come la catechesi non ha semplicemente una dimensione cognitiva ma è sapere di Cristo cioè avere il suo profumo, il suo sapore. Il catechista è chiamato a passare il testimone, a lasciare in eredità una esperienza ecclesiale e un Vangelo che a sua volta ha ricevuto, il profumo e il sapore di Cristo di cui è intriso; la credibilità di questa consegna è legata alla capacità del catechista di ritirarsi quando ha favorito l’incontro personale con il Signore: l’assenza, che non significa abbandono, stimola la capacità di scelte libere e adulte. In effetti anche Dio, da buon padre sempre fedele, per aiutare la crescita dei suoi figli fa sperimentare la sua assenza attraverso la quale Egli ci stimola a diventare adulti; solamente quando si sperimenta questo vuoto giunge a sostegno la forza più grande che possiamo avere: la forza della speranza che sostiene la vera fede.

La relazione del Dott. Ferdinando Pagnoncelli, sociologo e amministratore delegato IPSOS Italia, ha permesso ai partecipanti di immergersi nella realtà odierna. Nella sura relazione intitolata La sfida della credibilità in epoca di diffidenza, riportando e commentando alcuni dati di diverse indagini sociologiche, il relatore ha permesso di abbandonare quello sguardo onirico sulla realtà, mostrando la diffusa crisi di appartenenza ad una comunità, una dissonanza valoriale, l’accentuarsi di un io multiplo malleabile da cui consegue una multi-appartenenza. È stata riscontrata anche una doppia frattura: verticale che interessa il rapporto tra il singolo e le istituzioni, orizzontale cioè che riguarda il rapporto tra le persone e che genera di conseguenza una limitata identità collettiva. La costante messa in discussione di ciò che ci rappresenta porta a ritenere la Chiesa come qualcosa di inutile di cui si può fare a meno e quando si parla di comunità ci si riferisce ad una realtà protettiva, chiusa, difensiva. In questo contesto di diffidenza prevalente, che ha radici ante-pandemia, come è possibile parlare oggi di credibilità? Il Dott. Pagnoncelli, sempre a partire dai dati delle varie ricerche IPSOS, ha offerto alcuni suggerimenti. Innanzi tutto, è emerso dai dati che per essere credibili è necessario abbandonare l’interesse di parte e mette al cento quello di tutti, inoltre si richiede uno sguardo lungo, in avanti che non guardi sempre al passato e che abbina anche il coraggio di affrontare l’impopolarità delle mete individuate. Secondo i sondaggi una persona è credibile quando è disinteressata, coerente, capace di ascolto, capace di farsi carico delle paure e delle inquietudini dell’altro, non è giudicante ma mette in luce glia spetti positivi senza perdere uno sguardo realistico.

            La terza sessione del convegno, nel pomeriggio di venerdì primo luglio, ha visto i partecipanti impegnati a condividere le loro riflessioni traendo spunto dalla relazione Testimoni in cammino: il valore dell’essere per via della Prof.ssa Alessandra Augelli, Docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. La relatrice definisce il catechista homo viator, capace di suscitare le domande di senso e dando risposte sensate originate non da una conoscenza nozionistica ma dalla condivisione della propria esperienza di fede.

            Con la relazione di Sua Eccellenza Mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio, Vescovo di Città di Castello e delegato regionale per la catechesi dell’Umbria, si è ripercorsa tutta la vasta e ricca produzione di documenti magisteriali dei vari organismi della Conferenza Episcopale Italiano sull’evangelizzazione e la catechesi, a partire da Il Rinnovamento della Catechesi del 1970 (fondamento di tutto il progetto catechistico della Chiesa italiana) fino a Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia del 2014. Fare memoria grata del magistero dei vescovi italiani sull’evangelizzazione e la catechesi è stimolo per una verifica autentica della sua ricezione.

Il convegno si è concluso con l’intervento di Mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, il quale ha consegnato un bilancio di quanto detto durante le quattro sessioni e ha ribadito la necessità di una seria verifica nelle varie Diocesi. Verifica che potrà sfruttare a pieno il secondo anno del Cammino sinodale attraverso l’avvio dei vari cantieri sinodali, avendo come base di ascolto e di dialogo le indicazioni offerte da Incontriamo Gesù.

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