di Ludovica Maria Oliveri

Mario, nome di fantasia, sordo e con moltissime difficoltà ad esprimersi, quando ha iniziato il suo percorso nella I edizione del Laboratorio di Teatro Terapia organizzato dal CINAP, era molto timido e chiuso. Quando ha varcato la scena per la prima volta, 5 anni fa, era impacciato ed era molto difficile comprendere le sue battute. Quando, il 10 Ottobre, è andato in scena “In principio era la legge”, spettacolo conclusivo della IV edizione, è stato il padrone della scena e il suo linguaggio è diventato molto più fluido e comprensibile.

Mario e i suoi colleghi attori, ci dimostrano che un laboratorio di teatroterapia consente ai partecipanti di esprimersi in un ambiente sicuro, di stare insieme senza giudizio, guidati da un teatroterapista, per uno scopo preciso qual è quello di costruire e realizzare uno spettacolo che produce dei frutti che vanno oltre la scena: aumenta l’autostima, si sviluppano le capacità verbali e non verbali incrementando sicurezza nelle relazioni e nelle sfide quotidiane, esami universitari inclusi.

Lo spettacolo: “In principio era la legge”

“In principio era la legge” è uno spettacolo itinerante e interattivo realizzato dagli studenti e dal personale dell’Università di Catania. Filo conduttore è stato l’articolo 3 della Costituzione Italiana “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”, gli attori si sono domandati e hanno domandato al pubblico cos’è la legge, l’inclusione, l’unicità, la tutela dell’ambiente e quali sono i loro desideri. Il pubblico è stato invitato a prendere parte allo spettacolo, scrivendo su dei cartelloni i pensieri che la scena aveva loro suscitato ed entrando direttamente sul palco nella parte conclusiva dello spettacolo per contribuire a realizzare i desideri espressi dagli attori. Quest’ultima è stata la parte più gradita dagli spettatori più giovani presenti in sala.

Il Laboratorio di Teatro Terapia del CINAP

Il laboratorio è un progetto del CINAP, Centro per l’Inclusione Attiva e Partecipata dell’Università di Catania, giunto al suo quinto anno. Seguiti dal regista e teatroterapista Paolo Ferrara e dallo psicologo dott. Paolo Donzelli, i ragazzi con disabilità o con DSA, vengono coinvolti nella realizzazione di tutto lo spettacolo. “Io propongo loro un tema” (quest’anno l’articolo 3 della Costituzione Italiana, ndr) ci ha raccontato il regista “Ne parliamo insieme, ognuno medita e poi pian piano con i loro commenti e riflessioni costruiamo il testo e iniziamo a metterlo in scena”.

Oltre alla stesura della drammaturgia, i ragazzi lavorano sulle relazioni, sulle tecniche dell’arte attoriale, sulla realizzazione di video e costumi. L’obiettivo principale del progetto è, come ha detto il past presidente del CINAP, il prof Massimo Oliveri, rompere l’isolamento del loro disagio per generare l’inclusione nel gruppo.

Partecipare attivamente, non assistere perché non si è solo spettatori, a queste rappresentazioni teatrali lascia al pubblico qualcosa di più di una bella esperienza, lascia la speranza che una società inclusiva esista veramente.

3 commenti su “Catania, “Teatroterapia”: un viaggio di crescita e inclusione

  1. Assistere allo spettacolo è stata per me un’ esperienza bellissima che mi ha toccato nel profondo e che ha suscitato delle emozioni molto forti. Ancor più bello è stato per me vedere i miei figli altrettanto emozionati tra il pubblico e poi tra gli attori e sentirli commentare lo spettacolo. Stupendo!

  2. Io sono stata una delle attrici! Questo per me è stato il secondo anno,ed è stato per me più emozionante emotivamente parlando, soprattutto la seconda parte,ovvero quando abbiamo chiesto al pubblico di partecipare attivamente.
    Grazie per questo articolo

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