Catania ha ospitato dal 24 al 26 novembre il 73° Convegno nazionale di studio dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, UGCI, sul tema “Quid est veritas? La dialettica verità-certezza nell’esperienza giuridica”.

Il Convegno, insignito dal Capo dello Stato della Medaglia del Presidente della Repubblica, si è svolto nell’Università del capoluogo etneo, nel Monastero dei Benedettini, patrimonio dell’umanità-sito UNESCO sottratto al degrado proprio dall’Ateneo, come ha sottolineato il Rettore Francesco Priolo. Il Monastero è una delle tante bellezze di una città che anela a risorgere, come ha spiegato augurando buona permanenza agli studiosi giunti da tutta Italia il sindaco di Catania Enrico Tarantino. Il presidente nazionale dell’UGCI Damiano Nocilla, che con questo evento ha di fatto aperto il suo secondo mandato alla guida dell’Unione, ha dato lettura del messaggio del Santo Padre Francesco che ha auspicato “che l’importante evento susciti un rinnovato impegno per promuovere la ricerca della verità quale compagna inseparabile della giustizia e della misericordia al fine di garantire alla società odierna un futuro innestato nel profondo rispetto della dignità umana”. L’arcivescovo di Catania Mons. Luigi Renna, che ha voluto fortemente il convegno in diocesi, ha sottolineato nel suo saluto che il diritto nasce con una umanità che prende coscienza della sua dignità, dell’importanza di regole che normino la vita comune. A Catania siamo nella culla dell’antico diritto greco: è la terra di Caronda, legislatore nel sec. VI a.C. la cui attività nella Magna Grecia ricorda il cammino della civiltà mediterranea nella ricerca di ciò che assicurasse la convivenza fra le persone e la loro dignità. L’arcivescovo si è soffermato sulla frase di Pilato che dà il titolo del convegno e ha citato il biblista Ignace de la Potterie a proposito delle diverse prospettive fra la filosofia greco latina che riguarda gli studi di diritto e Gesù Cristo. Nella filosofia antica, che poi confluisce nel pensiero di san Tommaso, la verità è principio ontologico, l’Essere e il vero sono la stessa cosa; nel Vangelo di Giovanni la verità è lo svelamento del disegno di Dio, il non nascondersi, la rivelazione di ciò che è nascosto, lo svelamento del mistero dell’uomo alla luce di Cristo come ci ricorda il Vaticano II. L’arcivescovo di Catania ha concluso: “il mondo ha bisogno di uomini e donne che si pongano domande così alte, che dialoghino, soprattutto che trovino vie per affermare quella dignità dell’uomo che vediamo calpestata dalla follia della guerra e dalla corsa verso una situazione di rottura dell’equilibrio fra uomo e natura che Papa Francesco ci ha ricordato nella Laudate Deum”.

Numerosi gli interrogativi suscitati dal tema, ha sottolineato Nocilla, come il seguente: “si può costruire in tutti gli ambiti dell’agire pubblico un dovere di verità dell’azione dei pubblici poteri?” Il riferimento è a dove questo dovere di verità contrasterebbe o renderebbe addirittura inefficace l’azione dei pubblici poteri, ad esempio nell’ambito della polizia giudiziaria, dell’attività diplomatica, dell’intelligence.

Il Convegno si è concluso con la Concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e assistente ecclesiastico dell’Unione Internazionale dei Giuristi Cattolici, nella Cattedrale di Sant’Agata Vergine e Martire. Il cardinale ha citato nel suo intervento al Convegno l’allora cardinale Ratzinger nella sua Lectio alla LUMSA in cui il futuro pontefice ricordava che la denigrazione del diritto porta sempre all’ingiustizia e al dispotismo e ha quindi concluso “abbiamo sempre più bisogno dell’apporto dei giuristi cattolici nella vita delle nostre società”. Il cardinale Francesco Coccopalmerio, assistente ecclesiastico dell’UGCI, ha sottolineato: “io penso che la missione del giurista cattolico sia quella di portare negli ambienti che noi frequentiamo normalmente la testimonianza di Gesù come autore e perfezionatore, diciamo, della nostra fede, come dice la lettera agli Ebrei, ma anche come testimone della verità del diritto”.

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