di Ludovica Maria Oliveri

L’Unione Europea, l’Europa come sinteticamente viene chiamata, è un essere mitologico, il Leviatano, che dall’alto ci opprime con le sue norme o è un organismo partecipativo in cui vengono prese decisioni a vantaggio di noi cittadini europei?

A questa e a tante altre domande ha risposto la prof.ssa Francesca Longo, prorettrice e docente di Scienza Politica e Sistema Politico dell’Unione europea dell’Università di Catania durante l’incontro “Perché votare per l’Europa” tenutosi presso la Parrocchia-Santuario Santa Maria di Ognina di Catania.

Dopo i saluti del parroco, Padre Angelo Mangano, la professoressa Longo ha spiegato alla platea “chi è” l’Unione Europea e come funzionano le elezioni.

L’Europa delle 3 P: Pace, Partecipazione e Politiche.

Pace

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nei paesi europei nacque il desiderio di un progetto di pace. Il 9 maggio 1950 il ministro degli esteri francese Robert Schuman propose di integrare le industrie del carbone e dell’acciaio dell’Europa occidentale. I pionieri dell’Europa unita, tra cui ricordiamo Alcide De Gasperi e Nilde Iotti, avevano capito che se i Paesi avessero creato legami economici, come conseguenza avrebbero avuto la pace, così nel 1951 nacque la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. I primi paesi a farne parte furono Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Poi nel 1957 con i trattati di Roma videro la luce la Comunità Economica Europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom). Nel 1979 vi furono le prime elezioni dirette dei membri del Parlamento Europeo. L’accordo di Maastricht del 1992 istituisce ufficialmente l’Unione Europea che già contava 12 paesi membri, questi gradualmente diventeranno 28 e poi, a causa della Brexit, 27.Dal 1995 grazie all’Accordo di Schengen, i viaggiatori possono spostarsi tra 26 paesi, alcuni non appartenenti all’UE, senza controlli dei passaporti alle frontiere. L’1 gennaio 2002 entrò in vigore in 12 paesi la moneta unica europea, l’Euro. Adesso è la moneta ufficiale di 20 paesi della UE.

Nel 2012 l’Unione europea è stata insignita del premio Nobel per la pace, le venne riconosciuto il ruolo svolto per oltre sessanta anni per promuovere la pace e la riconciliazione, la democrazia e i diritti umani.

Partecipazione

L’UE si fonda sul principio della democrazia rappresentativa: i cittadini sono rappresentati direttamente a livello della UE nel Parlamento europeo e gli Stati membri sono rappresentati nel Consiglio europeo e nel Consiglio dell’Unione europea.

Il processo decisionale dell’UE è suddiviso tra più istituzioni: il Parlamento, che rappresenta i cittadini, i quali eleggono i deputati mediante elezioni dirette; il Consiglio europeo, formato dai capi di Stati o di governo degli Stati membri; il Consiglio dell’Unione europea che rappresenta i governi degli Stati membri; e la Commissione europea, che rappresenta gli interessi dell’UE nel suo complesso. In generale, la Commissione propone nuove leggi, il Parlamento e il Consiglio le approvano.

Politiche

Le politiche dell’Unione Europea si occupano di lavoro, istruzione, ricerca e sviluppo, agricoltura, salute, giustizia, affari interni, trasporti e ambiente. L’UE non ha una politica fiscale comune perché alcunistati si sono sempre rifiutati di cederla per nonrinunciare al loro status di paradisi fiscali e altri per non perdere una potente leva elettorale. Anche la difesa rimane competenza nazionale degli stati membri. Per quanto riguarda le politiche estere, solo il consiglio dell’Unione Europea ha potere decisionale.

Tra i vantaggi per i cittadini dobbiamo ricordare la libera circolazione di persone, servizi, merci e capitali, le diverse misure intraprese a tutela dei consumatori (l’estensione della garanzia a 2 anni, il roaming gratuito, la trasparenza nei contratti,etc…), il progetto Erasmus che dal 1987 finanzia gli studenti universitari che desiderano studiare in un altro paese europeo, e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale che trasferisce denaro dalle regioni ricche a quelle povere, per migliorarne le infrastrutture, attrarre investimenti e creare posti di lavoro

Come si vota

Le elezioni europee sono basate su un sistema proporzionale, non esistono capilista e si possono esprimere fino a 3 preferenze, non tutte dello stesso sesso ma tutte dello stesso partito. I partiti nazionali hanno presentato i loro candidati nelle 5 circoscrizioni elettorali. Sicilia e Sardegna formano la circoscrizione Isole ed eleggeranno 8 membri del parlamento europeo. Gli eurodeputati si organizzano in gruppi politici paneuropei, attualmente 7, e non in delegazioni nazionali.

Perché votare

Sebbene l’UE abbia garantito più di mezzo secolo di pace, stabilità e prosperità e abbia contribuito ad innalzare il tenore di vita dei suoi cittadini, viene vista come un’istituzione distante, che non ci appartiene e che ci impone scelte contro i nostri interessi. Ricordiamo le contestazioni per le quote latte, per l’obbligo dell’efficientamento energetico degli edifici e la messa al bando dei motori termici a vantaggio di quelli elettrici e quindi, a detta di alcuni, “cinesi”. Molti politici cavalcano l’onda del malcontento, dimenticando che sono loro che hanno votato queste misure. L’Europa è scossa da venti di sovranismi e dittature camuffate da democrazie, come in Ungheria.

È indubbio che l’Unione Europea non sia perfetta, che abbia molte sfide da dover affrontare come la difesa comune dei suoi confini, una politica economica e fiscale che superi i governi nazionali e la nascita degli Stati Uniti d’Europa, ma solo votando il candidato che porta avanti le nostre idee, le vedremo rappresentate e magari realizzate.

Quando siamo convinti che sia L’Europa ad imporci dall’alto le sue decisioni, che possono andare contro i nostri interessi, dovremmo riflettere sul fatto che chi decide è eletto da noi in modo diretto con le elezioni europee e indiretto con le elezioni nazionali (capo di governo e ministri). Quando non ci sentiamo rappresentati, se abbiamo votato, dovremmo domandarci a chi abbiamo dato il nostro voto e chiedere conto e ragione del suo operato, se invece ci siamo astenuti, abbiamo lasciato agli altri il potere di decidere anche per noi.

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