
Nella zona nordorientale della città di Catania, adagiata sulla piazza di Ognina dell’omonimo quartiere, si trova la storica chiesa di Santa Maria in Ognina, al centro di un recente progetto di restauro da oltre 300mila euro realizzato con il contributo dei fondi 8xmille alla Chiesa cattolica. La struttura, a pianta rettangolare, divisa in tre navate con transetto e abside rettangolare, si presenta interamente intonacata di rosso ed è incorniciata lateralmente da paraste in pietra bianca, poste su basi in pietra lavica, con un timpano definito da una semplice cornice ad intonaco. Di grande rilievo il portale architravato in pietra bianca, sormontato da una finestra a edicola, anch’essa in pietra bianca, entrambi posti in asse con la navata centrale. In corrispondenza delle due navate laterali, invece, due finestre ellittiche ne concludono la composizione architettonica.
L’origine della struttura risale al 1693, quando venne ricostruita dopo il terribile sisma – il cosiddetto terremoto del Val di Noto – sugli stessi muri perimetrali della chiesa di Santa Marina di Lognina, eretta nel 1392, che prendeva il nome di un fiume, sotterrato da una colata lavica, che sfociava nel vicino golfo di Catania che tuttora bagna il quartiere.
Un progetto che salvaguarda valore storico e artistico della struttura
“Nell’avviare la progettazione abbiamo certamente considerato l’elevato valore storico e artistico della chiesa, ma anche gli aspetti aggregativi e valoriali per l’intera comunità – spiega Grazia Spampinato, vicedirettore dell’ufficio beni culturali dell’Arcidiocesi di Catania – e quindi, in accordo con i progettisti, abbiamo valutato la necessità di ridurre al minimo le operazioni che avrebbero comportato la chiusura al culto della chiesa. In tal senso sono state previste soluzioni che hanno permesso di tenere aperto l’edificio alla fruizione dei fedeli in tutte le fasi di esecuzione dei lavori, garantendo tutti gli accorgimenti atti a garantire la sicurezza degli utenti e degli operatori del cantiere”.
Il restauro, affidato e diretto dallo studio Ellenia+Tre Architettura Ingegneria, si è svolto tra dicembre del 2023 e luglio del 2024 per un importo complessivo di circa 300mila euro, dei quali 210mila da fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, pari al 70% del totale, e circa 90mila come quota parte finanziamento della parrocchia. Si tratta di un primo capitolo dei lavori previsti per un restauro dell’edificio nel suo complesso. “Il progetto del primo stralcio funzionale, già realizzato – sottolinea l’architetto Giuseppe Amadore -, ha riguardato tutte le opere di rifunzionalizzazione delle coperture della chiesa mediante interventi sul sistema di raccolta e smaltimento delle acque piovane, miglioramento delle connessioni delle strutture lignee alle strutture murarie, consolidamento delle parti sommitali delle murature, la sostituzione dei serramenti esterni posti sopra la quota del cornicione, per migliorare l’efficacia della tenuta all’acqua”.
Santuario mariano
Due le tappe di rilievo della chiesa nella sua storia recente: il 15 agosto 1945, con decreto dell’arcivescovo Carmelo Patanè, la Parrocchia venne dichiarata autonoma, prendendo così definitivamente il titolo dell’originaria Abbazia Basiliana a cui era originariamente annessa, cioè Santa Maria di Ognina, ottenendo in seguito il riconoscimento giuridico il 7 aprile del 1949. L’8 settembre del 1990, con decreto di S. Ecc. l’Arcivescovo Luigi Bommarito, la chiesa venne elevata a dignità di Santuario Mariano: “Ad perpetuam rei memoriam” recita la lapide collocata sul lato destro del prospetto.