La storia dei martiri e dei santi, da sempre parte integrante della tradizione cristiana, è spesso raccontata come una fusione tra fatti storici e leggende popolari. Tuttavia, durante un recente convegno organizzato presso il Museo Diocesano di Catania, è emerso un forte desiderio di riportare queste figure su un piano strettamente storico, lontano dalle narrazioni mitologiche. L’incontro, che ha visto la partecipazione di storici, teologi e studiosi di arte, ha avuto come focus le figure dei martiri siciliani, in particolare Agata ed Euplo per Catania, e Lucia per Siracusa, approfondendo sia la loro storia che il culto che ha accompagnato, e accompagna tutt’ora, la loro memoria. L’obiettivo principale del convegno è stato quello di trattare questi martiri non come leggende, ma come personaggi realmente esistiti, le cui vicende sono documentate da fonti storiche tangibili. La professoressa Cristina Soraci, dell’Università di Catania, ha sottolineato l’importanza di riprendere le fonti disponibili per gettare nuova luce sulle vicende di Agata, Euplo e Lucia. Sono stati esaminati i testi agiografici che raccontano di questi santi, cercando di separare gli aspetti storici da quelli che sono frutto di tradizione orale e rielaborazione successiva. È stato inoltre messo in evidenza il ruolo cruciale del “Registrum epistolarum” di Gregorio Magno, fonte fondamentale per comprendere la diffusione degli edifici dedicati ai santi martiri siciliani e il consolidarsi del loro culto nel Mediterraneo.

La storia e l’arte al servizio della memoria

Il convegno ha coperto una vasta gamma di temi, tra cui non solo quello storico e agiografico, ma anche l’aspetto artistico. Giulia Bordi, dell’Università di Roma Tre, ha presentato una pittura quasi inedita, un affresco di Sant’Agata datato alla prima metà del VII secolo. Questa rappresentazione, recentemente scoperta e datata, è la più antica immagine conosciuta di Sant’Agata a Roma, una testimonianza straordinaria della diffusione del culto a lei dedicato. Accanto a questo studio artistico, Tancredi Bella, professore associato di storia dell’arte medievale dell’Università di Catania, ha approfondito la scoperta di una cripta sotto il presbiterio della cattedrale di Catania, risalente al periodo normanno. La cripta, che potrebbe essere stata utilizzata per conservare le reliquie di Sant’Agata, rappresenta un’altra prova tangibile della devozione che ha accompagnato il culto di questa santa martire. L’analisi delle passioni di Agata e Lucia è stata al centro anche della relazione di Mario Re, dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini. Re ha messo in luce le caratteristiche comuni tra i racconti agiografici di queste due figure, evidenziando gli aspetti romanzati tipici della narrativa bizantina. Attraverso questo confronto, è stato possibile discernere tra le tradizioni legate al martirio e la storicità degli eventi che ne stanno alla base. Cristina Soraci, invece, ha esaminato in particolare il caso di Agata, sottolineando che la sua morte sui carboni ardenti non è un semplice elemento leggendario, ma un fatto che è riconducibile a testimonianze storiche più solide. La ricostruzione delle passioni di Agata, con il particolare riferimento alla famosa eruzione dell’Etna fermata dal velo della Santa, ha permesso di analizzare questo elemento evidenziando la connessione tra la storia naturale e la storia religiosa.

Una storicizzazione religiosa Il convegno ha rappresentato un’importante occasione di riflessione per comprendere come la figura dei santi martiri siciliani possa essere trattata con il rigore della ricerca storica, pur mantenendo il valore spirituale e devozionale che li contraddistingue. Non si tratta di sminuire la dimensione religiosa delle storie, ma di riconoscere la loro veridicità, spesso nascosta tra le pieghe delle leggende. In questo contesto, l’intento di storicizzare le vicende di Agata, Euplo e Lucia si inserisce in una visione più ampia della storia dell’Arcidiocesi di Catania, che ha scelto di riscoprire la propria memoria storica non solo attraverso il culto, ma anche tramite la ricerca scientifica. Questa iniziativa, che rappresenta solo l’inizio di una serie di convegni, potrebbe contribuire in futuro a svelare altri dettagli sulla storia della Chiesa siciliana, promuovendo una maggiore consapevolezza tra i fedeli e gli studiosi. Il convegno ha offerto un nuovo approccio alla storia dei martiri, non solo come episodi di fede, ma come eventi storici che meritano di essere compresi e tramandati nelle loro vere forme.

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