
Mentre sta per avere inizio il conclave che designerà il Papa che succederà a Francesco, anche la nostra redazione vuole testimoniare ciò che ha lasciato nelle nostre esistenze il Pontefice argentino.
Francesca:”Il Papa mi ha insegnato che il dialogo è sempre possibile”
Papa Francesco mi ha colpito profondamente per la sua capacità di parlare al cuore di tutti, credenti e non credenti. Con un linguaggio semplice ma profondo, riusciva a trasmettere messaggi universali di amore, giustizia, rispetto e solidarietà. Anche chi non condivide la fede cristiana poteva riconoscersi nei suoi appelli alla pace, alla dignità umana e alla cura del creato. Non giudicava, ma accoglieva, e questo lo rendeva una figura vicina, autentica e credibile. Le sue parole suonavano sempre ricche di umanità e compassione. Mi ha insegnato che il dialogo è possibile, che costruire ponti è più utile che alzare muri, e che la spiritualità può essere vissuta anche attraverso i gesti quotidiani di amore verso il prossimo. Papa Francesco ha lasciato un’impronta forte anche nei cuori di chi non ha una fede religiosa, perché parla prima di tutto come un uomo che crede nell’uomo. (Francesca Novelli)
Nuccio: “Francesco mi ha testimoniato che qualsiasi circostanza può essere vissuta con gratitudine”
Non sono poche le cose che mi ha lasciato Papa Francesco. Mi limito a dirne tre.
La prima, una grande affezione alla Chiesa basata sul sincero innamoramento di Gesù morto e Risorto. Ho cominciato a imparare da lui un senso profondo della Chiesa come corpo reale del Mistero che ha avuto pietà del nostro nulla.
La seconda. Nel suo semplice e umile pontificato è riuscito ad abbracciare veramente tutti, dai poveri, ai carcerati, agli immigrati agli atei, agli uomini di tutte la nazioni, ha dialogato mettendo sempre al primo posto la Misericordia e l’accoglienza. E’ stato un maestro di vita, un amico, mai parole astratte, ma percorsi concreti fatti di sguardo all’essenziale anche quando ha richiamato tutti ad amare la terra che ci ospita e a rispettare il pianeta.
La terza. Ogni giorno mi ha dimostrato come qualsiasi circostanza può essere vissuta con Gratitudine per l’incontro fatto con Gesù e Letizia da comunicare a chi ci incontra. Anche le più brutte circostanze sono occasione di vivere tutti i rapporti e tutti gli istanti con un significato pieno di Speranza. (Nuccio Condorelli)
Giuseppe: “Il cristianesimo si diffonde non per proselitismo, ma per attrazione”
Francesco è stato il Papa della mia adolescenza e di cui ho memoria vivida sin dal principio. Circa due mesi dopo l’inizio del suo pontificato (maggio 2013) ricevevo il Sacramento della Cresima: ripensare a quel momento dopo 12 anni mi fa riflettere su chi ero allora, sulla persona che sono adesso e su come sono cresciuto nel mio cammino di fede. Grazie a Francesco ho capito ancora di più cosa vuol dire essere “cattolico”. Cattolico è sinonimo di “universale”: non appena nel contesto geografico. Vari sono stati i viaggi apostolici che Bergoglio ha fatto, spingendosi anche verso le periferie del mondo, la “fine del mondo” da cui egli stesso proveniva. Ma puramente universale è stata la sua carità nei confronti degli ultimi: dai poveri, ai detenuti, ai bambini, ai “diversi”.
Questo ho imparato da Francesco: che il messaggio cristiano può essere portato nei contesti quotidiani con i fatti, con la carità, ancor prima che con le parole. Un messaggio che, come direbbe lui stesso, non necessita di proselitismo ma di attrazione. Un messaggio che può davvero far maturare speranza e pace. (Giuseppe Russo)
Luca: “Papa Francesco mi ha insegnato l’umiltà”
Recentemente ci ha lasciati Papa Francesco, il 266° Papa della chiesa cattolica. Io sono molto giovane e nel corso della mia vita ne ho ancori visti pochi di Papi, ciò nonostante ho potuto da sempre percepire che Francesco avesse qualcosa che lo contraddistingueva da tutti i suoi predecessori. L’insegnamento più grande che mi ha lasciato Papa Francesco è quello dell’umiltà, quell’umiltà che permette alla figura più potente della Chiesa Cattolica di inginocchiarsi davanti alle autorità del Sudan per implorare la pace. Quello che mi ha insegnato Papa Francesco è di ricordarmi che anche quando sei il più grande di tutti e puoi guardare chiunque dall’alto in basso di essere prima di tutto servo di chiunque Dio ha messo nel mio cammino. (Luca Artino)
Alessandro: “Papa Francesco mi ha insegnato la concretezza del Vangelo”
Papa Francesco ha rappresentato per me una testimonianza viva di come il Vangelo non sia solo parola, ma azione concreta nella quotidianità. Mi ha insegnato che essere cristiani significa stare accanto agli ultimi senza clamore, cercare giustizia con coraggio e costruire comunità aperte e accoglienti. Ho imparato da lui a non aver paura della fragilità umana, a non giudicare e a lasciare spazio alla misericordia prima di tutto.
Il suo stile semplice e diretto, lontano da ogni formalismo, ha rimesso al centro l’essenziale: Cristo e il volto di chi soffre. Più delle tante encicliche e documenti ufficiali, è stato il suo esempio quotidiano a lasciare un segno profondo: perché le parole si possono dimenticare, ma i gesti autentici rimangono e parlano al cuore.
Papa Francesco mi ha mostrato che la Chiesa può essere madre e non solo istituzione, capace di accogliere senza condizioni e di dialogare anche con chi è lontano. La sua insistenza sull’unità, sulla pace e sulla custodia del creato ha risvegliato in me un senso di responsabilità più grande verso la comunità e il mondo. Non dimenticherò mai il suo invito continuo a non restare spettatori, ma a “sporcarsi le mani” nel servizio, perché è lì che si incontra davvero Dio. (Alessandro Rapisarda)