«Essere giornalista è difficile?» Paolo (nome di fantasia), 12 anni, pone la domanda ad Annalisa Guglielmino, giornalista di Avvenire, collegata da remoto. Dalla sua risposta – inficiata in piccola parte dai problemi di connessione – emerge un «sì» ripetuto. «Ma… – c’è un enorme ma – è bello tornare a casa la sera, magari anche stanchi, dopo aver passato una giornata in giro a conoscere storie e raccogliere testimonianze». La curiosità di Paolo e di alcuni suoi coetanei per il mestiere di Annalisa è evidente: non a caso il loro dialogo con la giornalista avviene nel contesto di un laboratorio di giornalismo organizzato nella loro scuola, la “Italo Calvino” di Catania, tenuto dal loro professore di religione (e vice direttore delle Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi) Alessandro Rapisarda con il supporto della tutor Marianna Martorana.

È solo il secondo incontro di tanti previsti, ma i giornalisti in erba hanno già prodotto alcuni articoli su vari progetti ed attività della scuola , pubblicandoli sul giornalino che loro stessi hanno creato: “Il Fuoriclasse”. Hanno imparato sin da subito cosa è una notizia e quali sono le 5W del giornalismo, e hanno dimostrato – con grande soddisfazione del prof. Rapisarda – tanto interesse e curiosità nei confronti del tema.

E così si va immediatamente alla scoperta di un quotidiano (cos’è, a cosa serve e perché ancora oggi è importante): scoprono con enorme stupore che Avvenire – uno dei quotidiani generalisti più importanti in Italia – ha pensato anche a loro. 

Alla scoperta di Popotus e PopUp: gli inserti di Avvenire per i giovani lettori

Già trent’anni fa con l’inserto Popotus, l’obiettivo del giornale era fidelizzare ulteriormente gli abbonati avvicinando alla lettura anche i bambini delle scuole elementari. Ultimamente, a fine 2024, si è aggiunto uno strumento in più rivolto alle fasce d’età immediatamente più grandi: PopUp, un inserto mensile ricco di approfondimenti su temi di attualità e interessi della Generazione Alpha. 

Nell’ultima uscita – 6 maggio scorso – si parlava del Conclave (non era ancora stato eletto il nuovo Papa), con riferimenti storici e varie chicche sulla scelta dei nomi dei papi. Inoltre altri focus sul clima e la ricomparsa di animali estinti da secoli e un interessante pezzo dal titolo “Che fine hanno fatto i meme?”

«Una sorta di fratello maggiore di Popotus», spiega Annalisa Guglielmino.

Imparare come è fatto un giornale

La giornalista mostra anche come funziona il lavoro all’interno della redazione: dalla scelta dei pezzi allo stile da adottare, fino ad evidenziare l’importanza – specialmente quando si comincia – «di consumare le suole delle scarpe», andare sui posti a scoprire e conoscere storie da raccontare.

I ragazzi sono attenti, curiosi, ringraziano con un applauso Annalisa per la sua testimonianza. Ma chiuso il collegamento si passa subito all’analisi di una pagina di quotidiano: imparano cos’è un’apertura, un editoriale, l’importanza della scelta delle foto da utilizzare, il titolo, l’occhiello, il sommario e la firma. «Firmare i vostri articoli è importante – spiega il prof. Alessandro -, perché vi responsabilizza su ciò che scrivete». Le domande sono tante ma tanta è, appunto, la voglia di imparare. 

E così, dopo un esercizio di individuazione delle 5W in un articolo a piacere, arriva la consegna dei compiti per casa: produrre almeno un articolo a testa, in brevissimo tempo. «È solo scrivendo che si impara», esclama il prof. rivolgendosi a quelli apparentemente più “svogliati”. E imparando così si diventa dei veri Fuoriclasse, aggiungiamo noi.

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