Giovedì e venerdì, don Piero Galvano e Salvo Pappalardo, rispettivamente direttore e responsabile delle attività della Caritas Diocesana di Catania, incontreranno i detenuti della Casa Circondariale di Piazza Lanza. La visita della delegazione dell’organismo diocesano, un appuntamento ormai tradizionale nel corso delle feste, sarà dedicata a uno scambio di auguri, alla consegna del panettone, almeno un dolce per ogni camera detentiva, e del Calendario Caritas 2020 che quest’anno è stato intitolato “…ero in carcere e siete venuti a trovarmi…” (Mt 25, 36b). Il calendario ospita i pensieri dei detenuti e ciò è stato possibile grazie alla collaborazione della Casa Circondariale di Piazza Lanza, nella persona della direttrice Elisabetta Zito, che ha concesso l’utilizzo degli scritti per la pubblicazione.

Parole di speranza, ravvedimento e affetto per i propri cari emergono dai pensieri che i fratelli reclusi hanno voluto indirizzare alla Caritas Diocesana per il Calendario 2020. Da questa raccolta, che accompagna i dodici mesi dell’anno, emergono aspirazioni e prospettive, e traspare anche il racconto dell’esperienza della detenzione e la volontà di una seconda occasione. L’edizione 2020 del Calendario vuole suggerire al lettore di andare oltre i consueti luoghi comuni sui detenuti, per offrire, tramite le loro stesse parole, uno sguardo su quanti hanno commesso degli errori e vorrebbero, col tempo e con consapevolezza, poter rimediare.

«Auspico vivamente – scrive l’ Arcivescovo di Catania Salvatore Gristina, in un estratto del suo intervento che è integralmente riportato nel Calendario – che anche attraverso questo strumento del Calendario 2020 possiamo abbattere quotidianamente il muro della diffidenza o indifferenza verso i fratelli reclusi, sforzandoci di promuovere nei loro riguardi atteggiamenti di concreta accoglienza e inclusione sociale». Anche don Piero Galvano, direttore della Caritas Diocesana, ha voluto sottolineare come «non dobbiamo dimenticare che, anche chi sta “dentro”, come ogni persona, ha un cuore che batte e una mente che pensa: come tutti noi piange e spera, sogna e lotta per perseguire i propri obiettivi, si preoccupa della propria famiglia e soprattutto dei figli, pensa al proprio futuro e lo vede incerto, piange ed ha paura della morte, si pone interrogativi e cerca la verità…». Un pensiero di condivisione e speranza arriva da Elisabetta Zito, direttrice C.C. Piazza Lanza, che ha voluto spiegare che «solo con la collaborazione, la sensibilità e l’empatia che tutti gli operatori penitenziari possono aprire spiragli di luce e di libertà».

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