di Sr. Ch. Cristiana Scandura osc

Carissimi Fratelli e Sorelle,

che cosa vuol dire essere santi? Chi è chiamato ad essere santo?

“Per essere santi occorono due cose:

la grazia di Dio e la buona volontà”. (S. Paolo VI)

Spesso si è portati a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti. San Paolo invece parlando del progetto che Dio ha su ciascuno di noi afferma: “In Cristo, Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati al Suo cospetto nella carità” (Ef 1,4).

La santità è per tutti!

La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nel vivere uniti a Cristo, nel fare nostri i Suoi atteggiamenti, i Suoi pensieri, i Suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla Sua. Ma rimane la domanda: come possiamo percorrere la strada della santità, rispondere a questa chiamata? Possiamo farlo con le nostre forze? La risposta è chiara: una vita santa non è frutto principalmente del nostro sforzo, delle nostre azioni, perché è Dio, il tre volte Santo, che ci rende santi, è l’azione dello Spirito Santo che ci anima dal di dentro, è la vita stessa di Cristo Risorto che ci viene comunicata e che ci trasforma.

Come può avvenire che il nostro modo di pensare e le nostre azioni diventino il pensare e l’agire con Cristo e di Cristo? Qual è l’anima della santità?

La santità cristiana non è altro che la carità pienamente vissuta

“Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1 Gv 4,16). Ora Dio ha largamente effuso il Suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato, ma perché la carità, come un buon seme, cresca nell’anima e vi fruttifichi, bisogna che ci nutriamo della Parola di Dio, che partcecipiamo frequentemente ai sacramenti, soprattutto all’Eucaristia, che coltiviamo l’amicizia con Gesù attraverso una vita di preghiera intensa, che ci mettiamo al servizio dei fratelli.

Forse potremmo chiederci: possiamo noi, con i nostri limiti, con la nostra debolezza, tendere così in alto? La Chiesa ci invita a fare memoria di una schiera di Santi, uomini e donne come noi, che collaborando con la Grazia di Dio, hanno vissuto pienamente la carità, hanno saputo amare e seguire Cristo nella loro vita quotidiana. Essi ci dicono che è possibile per tutti percorrere questa strada.

In ogni epoca della storia, in ogni latitudine del mondo, i Santi appartengono a tutte le età e ad ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazione. E costituiscono una straordinaria varietà, come un giardino pieno di svariati e bellis-simi fiori.

Sono per noi come delle “stelle” che illuminano il nostro cammino o come delle “segnaletiche” che ci indicano la via da seguire, la via della felicità piena ed eterna. E non dobbiamo pensare solo a quei Santi che sono canonizzati, ma anche alle tante persone buone che il Signore ci ha fatto incontrare e che forse non saranno mai canonizzate; persone “normali”, cioè senza magari un eroismo visibile, ma che hanno vissuto la fede nell’umile quotidiano ed hanno irradiato intorno a sé il profumo e la luce di Cristo.

Carissimi, come è grande e bella ed anche semplice (che non significa necessariamente facile) la vocazione alla santità: è la misura stessa della vita cristiana.

Non abbiamo paura di tendere verso l’alto, verso le altezze di Dio, non abbiamo paura che Dio ci chieda troppo, ma lasciamoci guidare in ogni azione quotidiana dalla Sua Parola, anche se ci sentiamo poveri e inadeguati: sarà Lui a trasformarci secondo il Suo amore e farà di noi un capolavoro fantastico!!!

Con grandissimo affetto vi assicuro la mia preghiera e mi affido alla vostra, nel desiderio di ritrovarci un giorno tutti insieme in Paradiso a cantare in eterno le lodi del Signore.

Chi sono i Santi e i santi…

I Santi sono quelli canonizzati, catalogati, inventariati nel nostro calendario…

E poi ci sono i santi:

Quelli che sanno dire la verità a rischio della loro situazione professionale o della loro vita.

Quelli che osano agire secondo la loro coscienza, procedendo magari a ritroso rispetto all’ordine stabilito.

Quelli che si rifiutano di far concessioni alla disonestà e all’ipocrisia.

Quelli che si impegnano in Nome di Gesù.

Quelli che consacrano la loro vita a contemplare Dio.

Quelli che dedicano il loro tempo agli altri.

Quelli che sanno guardare con amore chiunque, comunque sia, com’é.

Quelli che credono che nel peggiore individuo c’è sempre qualcosa di buono.

Quelli che fanno sempre con coscienza e buon umore un lavoro fastidioso.

Quelli che danno amabilmente un buon sorriso anche quando sono giù di morale”.

(A. Vanderstaten)

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