di Stefano Gemmellaro

La comunità ecclesiale del XII Vicariato ritorna a celebrare con solennità il patrocinio della sua celeste patrona S. Barbara V. e M. che annualmente cade il 27 maggio, anniversario dell’arresto della colata lavica dell’Etna davanti al busto reliquiario, che raffigura la santa e che racchiude una delle sue reliquie, nell’anno 1780.

Dopo terremoti e colonne di fumo, l’Etna iniziò a eruttare da una bocca secondaria, minacciando di coprire sotto il magma la città di Ragalna, allora detta Villabona. Preoccupati dall’imminente pericolo, Giurati e clero della città decisero di indire una processione penitenziale con tutte le confraternite, gli ordini religiosi e il Capitolo di S. Maria dell’Alto, per raggiungere, con l’immagine di S. Barbara, il fronte lavico che si arrestò di fronte all’esposizione del busto il quale al ritorno a Paternò, in un clima di esultanza, venne ornato da una corona di rose.

Da allora, per commemorare il prodigio, si istituì la processione cittadina di ringraziamento durante la quale il busto reliquiario viene adornato da una corona di rose. Quest’anno, dopo due anni di fermo a causa della pandemia, la sera del 27 maggio, si riprenderà la processione per le vie del centro storico con il busto di S. Barbara che andrà a toccare i tre altarini storici dedicati alla patrona. Al rientro della processione nella chiesa della patrona il canto del Te Deum e la benedizione solenne chiuderà la giornata di festa.  

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