Il giorno tanto atteso, dopo due anni di pandemia, per tributare i festeggiamenti agognati in onore di San Vito, Patrono della cittadina Macalucia, purtroppo è stato funestato dal martirio della piccola Elena che si era affacciata alla vita da appena cinque anni. Lo sconforto e il dolore sono stati stampati sul volto dei tanti cittadini che hanno affollato le tre celebrazioni Eucaristiche, uniche espressioni della devozione al Santo Martire Vito, mentre le manifestazioni esterne sono state sospese per decisione del Sindaco Vincenzo Antonio Magra, in accordo con il Parroco don Paolo Malatesta.

L’Arcivescovo Mons. Luigi Renna durante la Messa serale, alla presenza di numerosi operatori della comunicazione, sia locali che nazionali, e delle autorità civili, ha esortato tutti ad anteporre il silenzio al giudizio, la preghiera a sentimenti di vendetta e violenza. Di seguito il testo integrale dell’omelia:

Carissimi fratelli e sorelle,

carissimo Signor Sindaco, Autorità civili e militari,

carissimi presbiteri e diaconi,

non è un giorno di festa per la nostra Città, ma ugualmente ci sentiamo famiglia. Davanti alla morte della piccola Maria Elena si è arrestato il desiderio di fare festa per San Vito, dopo due anni di pandemia, perché sappiamo che al Signore è più gradito un atto di solidarietà e di carità, che un giorno di festa. Lo ha detto il Signore Gesù ricordando una frase del profeta Osea (cfr. 6,6): “Andate ed imparate che cosa vuol dire: misericordia io voglio e non sacrificio” (Mt. 9,13). Le nostre parole sono vuote ed incoerenti, le nostre feste non piacciono al Signore se non sono animate dalla misericordia, perché il Dio in cui crediamo è ricco di amore e misericordia verso tutti.

Nel giorno in cui festeggiamo la morte del martire San Vito, un giovinetto di origine Siciliana martirizzato durante la persecuzione di Diocleziano in Lucania, noi oggi ricordiamo la morte di un’altra persona giovanissima, la piccola Maria Elena una bambina che abbiamo imparato a conoscere solo due sere fa perché la sua immagine è stata diffusa per il pericolo in cui si pensava fosse incorsa. Ieri, attoniti, abbiamo saputo della sua morte e delle circostanze raccapriccianti in cui è avvenuta.

“…questa celebrazione e il nostro riunirci in preghiera possano fermare ogni sentimento di violenza”

Non vogliamo lasciare nessuno solo di quella famiglia che piange Maria Elena e sta vivendo momenti davvero tragici. Crediamo che questa celebrazione e il nostro riunirci in preghiera possano fermare ogni sentimento di violenza che può naturalmente affacciarsi al cuore umano e temperare allo stesso tempo il dolore. La morte di Maria Elena ci interroga profondamente e ci fa chiedere dove era il Signore in quel momento. La nostra fede cristiana ci fa porre fiducia in un Dio crocifisso che si è fatto uomo, è morto da innocente per mano di violenti, è stato abbandonato dalle persone più care. Anche la nostra devozione a San Vito ci fa onorare un giovinetto in maniera innocente e violenta.

La nostra fede cristiana ci fa identificare il nostro Dio con ogni vittima innocente e alla domanda “Dove era Dio in quel lunedì pomeriggio”, noi rispondiamo “Era con Maria Elena e soffriva con lei”. Dio è sempre dalla parte delle vittime innocenti e mai si può identificare con chi escogita delle ragioni per usare violenza. Abbiamo ascoltato nel Vangelo le parole di Gesù: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo…”. Queste parole siano di consolazione per tutti noi, ma soprattutto per chi piange la morte di Maria Elena. Non è una morte qualunque quella della piccola e ci interroga su circostanze e responsabilità. Ma noi vogliamo essere profondamente umani e cristiani e quindi non vogliamo entrate nella coscienza delle persone e nella situazione di una famiglia che oggi ha diritto al silenzio e alla discrezione.

” Ci permettiamo solo di aggiungere al silenzio un invito, quello ad usare misericordia”

Ogni giudizio rischierebbe di tralasciare qualcosa di quello che può accadere in quell’abisso che è il cuore umano, che quando vive la solitudine e drammi che non trovano nessun ascolto e sostegno, diventa come la lava incandescente che vediamo eruttare dal nostro vulcano. Facciamo silenzio e rispettiamo il dolore. Guardiamo con grande senso di responsabilità a quello che può accadere a chiunque, in circostanze estreme. Ci permettiamo solo di aggiungere al silenzio un invito, quello ad usare misericordia.

La vendetta non può riportare in vita la piccola Maria Elena; i sentimenti, pur comprensibili, di rabbia e di astio, non daranno pace a nessuno. Sarà importante che la preghiera, il silenzio e un dialogo che possa riportare alla comprensione di dinamiche così oscure, siano un processo profondamente umano che accompagni questo futuro. Vorrei che nessuno dimenticasse che in un bambino c’è sempre uno sguardo innocente e fiducioso che non fa mai la differenza, anche con chi gli ha fatto del male. I bambini sono fragili proprio perché sono così. Questa morte, infine, ci interroga come comunità cristiana e civile, perché quando si consuma una tragedia tutti dobbiamo chiederci quale è il suo punto di inizio, cosa è mancato alla persona e alla società in cui la persona vive.

“…far uscire i singoli dalla solitudine e accompagnarli amorevolmente”

Anche nei drammi che durano anni e che vedono le famiglie sole anche nelle crisi, noi dovremmo trovare il modo di far uscire i singoli dalla solitudine e accompagnarli amorevolmente. Questa storia diventi per noi occasione per far crescere nelle nostre comunità il senso della solidarietà, il rifiuto di ogni forma di giudizio discriminante, l’organizzazione di strutture e percorsi che diano speranza a tutti. E allora il Signore, San Vito martire e tutti i piccoli martiri innocenti, ci sorrideranno dal Cielo.

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