di Don Giuseppe Cannizzo

Si è conclusa a Catania la “Giornata mondiale del rifugiato 2022” promossa dalla Rete del Rifugiato  con due momenti che hanno particolarmente caratterizzato l’evento della “Giornata”, rispettivamente, con l’incontro di preghiera ecumenica e interreligiosa svoltosi mercoledì 22 giugno, presso il cortile dell’Arcivescovado, e venerdì 24 giugno con un pomeriggio dedicato sia al tema delle migrazioni e sia allo svolgimento di attività ludiche e ricreative, avuto luogo presso il cortile della CGIL di Via Criciferi n. 40.

L’incontro di preghiera molto profondo e coinvolgente, è servito a riflettere e a pregare insieme, uomini e donne di diverse etnie e di diverso credo religioso, per ricordare i tanti migranti e rifugiati, costretti a fuggire da guerre, violenze, persecuzioni per motivi religiosi e politici, ma anche a causa di disastri ambientali. Si è pregato anche per coloro che hanno perso la vita in mare affondando con i barconi o morendo nell’attraversare il deserto o cessando di vivere nei campi profughi di alcune nazioni, somiglianti a tanti campi di concentramento.

Nell’omelia l’Arcivescovo, Mons. Luigi Renna, che ha guidato l’incontro di preghiera, ha puntualizzato, in riferimento al brano evangelico proclamato , come il cristiano non solo è chiamato ad accogliere con gesti di solidarietà l’affamato, il debole, il forestiero e a riconoscere il Signore nel volto del povero, del vulnerabile, del prigioniero e del profugo, ma anche ad esercitare un atto di giustizia verso tutti coloro che soffrono a causa dell’ingiustizia e del sopruso.

Anche i rappresentanti cristiani non cattolici, come il sacerdote della chiesa Ortodossa Rumena di Catania, padre Michele, e la pastora delle comunità Battista e Valdese di Catania, Silvia Rapisarda, hanno pregato e riflettuto sulle persone migranti da accogliere e integrare nel tessuto della società civile.

Sono seguiti gli interventi dei rappresentanti delle Comunità non cristiane del Coordinamento “Religioni in Dialogo” di Catania, per la Comunità Baha’i: Alessia Musumeci; per la Comunità Buddhista (Istituto Buddista italiano Soka Gakkai): Francesco Catalano; per la Comunità dei Devoti di Hare krsna : Andrea Sicali; per la Comunità mauriziana induista (Geentanjali Circle): Sadhanand Gòmdola (pandit=prete) e per la comunità islamica di Sicilia : Ahmed Al Gamal.

Ciascun rappresentante della comunità religiosa ha espresso il proprio pensiero su Dio, sulla creazione, sull’umanità, sull’uguaglianza di ogni uomo davanti a Dio, considerando le diversità culturali ed etniche come doni meritevoli di accoglienza e rispetto.

In particolare il rappresentante della comunità buddista, Francesco Catalano, ha raccontato la propria esperienza di profugo, che dall’Istria è stato mandato insieme alla sua famiglia di origine a vivere a Catania.

Infine, una ragazza di nome Julia rifugiata Ucraina, originaria della città di Kiev- Chernihiv, ha fatto la sua toccante testimonianza raccontando la sua fuga dall’Ucraina a causa dei bombardamenti delle forze armate russe che hanno invaso il proprio Paese, portando morte e distruzione. Scappando ha portato con sé solo una valigia, il passaporto e pochi soldi, arrivando in Italia e quindi a Catania, ospite in una casa di accoglienza. Dice Julia “ Ci è voluto molto tempo per poter dormire tranquillamente la notte e smettere di tremare per ogni sirena dell’ambulanza o rumore della stradaoggi ho un solo problema: i miei genitori rimangono nell’epicentro delle ostilità”.

Julia ha poi ringraziato coloro che l’avevano accolto, sostenuto e aiutato ad ottenere i documenti, e per aver ricevuto costantemente serenità, cura e senso di protezione.

Il pomeriggio di venerdì 24 giugno, presso il salone della GGIL, si è svolta la conferenza sul tema delle migrazioni dal titolo “Chiunque, ovunque, sempre… ognuno ha il diritto di essere protetto” avente come relatore l’avv. Riccardo Campochiaro, presidente del Centro Astalli di Catania, che ha evidenziato lo status di rifugiato secondo la Convezione di Ginevra del 1951, sui diritti e doveri riconosciuti alle persone in tutti gli Stati del mondo, con particolare riferimento alla protezione internazionale dei rifugiati .

Successivamente Clemente Sabba, Coordinatore Medu (Medici per i Diritti Umani) ha illustrato il ruolo del medico per promuovere l’impegno volontario e portare assistenza sanitaria alle popolazioni più vulnerabili nelle crisi umanitarie dei vari stati del mondo, specialmente assistenza di primo soccorso medico e psicologico alle vittime di tortura. Inoltre, il Coordinatore ha fatto riferimento alla denuncia delle violazioni dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati, come l’esclusione del diritto alla salute e l’accesso alle cure . Subito dopo la giornalista Aurora Nicosia, direttrice della rivista Città Nuova, ha parlato degli sfollati e dei rifugiati dimenticati dei vari paesi del mondo, che fuggono a causa dei conflitti e discriminazioni, come la guerra dimenticata in Siria, che ha prodotto 3,7 milioni di profughi, oppure ai rifugiati afgani e agli iracheni. Anche la minoranza etnica musulmana dei Rohingya che vive in Myanmar l’ex Birmania è costantemente vittima di soprusi e violenze. Si è accertato che oltre di un milione di Rohingya viva al di fuori dei campi per sfollati a cui venga negato il diritto alla libertà di movimento, il diritto all’istruzione e all’assistenza sanitaria, sottoposti spesso a torture e maltrattamenti.

Infine, Daniela Bignone, missionaria laica in Pakistan per 23 anni, ed esperta di dialogo interculturale, ha messo in luce le condizioni disumane in cui vivono i migranti e in particolare quelli della rotta balcanica, e attraverso   il libro la “Tigre dal passo gentile” che ha presentato, racconta la vera storia del viaggio di Sherkhan, un giovane uomo afgano, dai modi gentili e dal portamento regale, con un passato drammatico da dimenticare e con un futuro incerto, ma che alla fine riuscirà a vedere la “luce dopo anni

di buio”, riemergendo i ricordi cancellati, scopre una vita permeata di umanità, di affetti e di amicizia.

Nel primo pomeriggio è stato aperto il laboratorio ricreativo per bambini e ragazzi “crescere come cittadini del mondo” e il laboratorio di scuola Musicoterapia “Musica ribelle –Aleteia”, ove sono stati impiegati i tamburi e strumenti musicali a percussione. In seguito nove bambine srilankesi, in costume tradizionale, hanno eseguito due danze caratteristiche del loro paese di origine.

Intorno alle ore 21,00 si distribuiva la cena preparata dalla comunità senegalese con cibi tipici del loro Paese.

Si proseguiva ancora con Musica live -Direzione artistica: Emanuele Di Giorgio-Ciauda, in un clima di festa.

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